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Quanto silenzio dopo le dichiarazioni inquietanti di Carmine Schiavone!

Un’antimafia che flirti con la politica non è più antimafia;
é altra cosa.
Sta venendo a galla con difficoltà, fra mille riserve e mille tentennamenti, ma è sempre più evidente, grazie al coraggio ed all’onestà intellettuale di un pugno di magistrati e di investigatori che, mettendo da parte ogni cliché e la consuetudine, stanno riuscendo a far emergere la realtà: gli intrecci sistematici fra mafie, politica ed istituzioni.
Il livore e la rabbia con i quali i servi del “sistema” hanno reagito e continuano a reagire a certe sentenze della Magistratura ne sono la prova evidente, come altrettanto lo sono i silenzi e i comportamenti infarciti da un misto di supponenza e di lascivia di fronte alle dichiarazioni di Carmine Schiavone.
Carmine Schiavone andava bene ed era considerato universalmente un collaboratore di giustizia credibile ed apprezzato fino a quando parlava di Sandokan, Iovine, Zagaria e degli altri dello loro specie.
Poi, i suoi guai cominciano quando parla di 500 milioni di lire al mese che venivano pagati dai Casalesi per la corruzione di soggetti che rappresentano sui territori lo Stato e scatta la censura.
Nessuno ne parla e nessuno ne vuole parlare.
Per noi questo è l’aspetto più importante delle sue dichiarazioni, paradossalmente più di quanto egli ha detto a
proposito dei 5 milioni di morti che dovranno esserci per tumori fra Campania, Lazio, Molise e negli altri territori avvelenati dai Casalesi con l’interramento di rifiuti tossici.
Paradossalmente, abbiamo detto.
E ciò, in quanto, se la corruzione, da parte della camorra, di ampi settori vitali dello Stato ha raggiunto livelli così alti, difficilmente si riuscirà a venire a capo di qualcosa che serva a tutelare la salute di milioni di noi.
Dovremo morire e basta, nel silenzio di tutti.
Non assolviamo i camorristi che sono gli autori diretti di questo orrendo crimine.
Anzi diciamo che essi vanno presi tutti e sbattuti in galera a vita.
Non per 10 -15 anni e basta, ma A VITA.
Ma abbiamo il dovere di affermare, altresì, che altrettanto bisogna fare con coloro che hanno consentito, senza batter ciglia, tutto ciò e si sono girati dall’altra parte.
Come giustamente ha dichiarato Carmine Schiavone.
Anzi a costoro va dato il doppio della pena erogata ai camorristi.
Succederà?
Questo stato è in grado ed ha la volontà di processare e punire parti importanti di se stesso?
E perché nessun giornale, nessun parlamentare, di qualunque partito esso sia, ne parlano e fanno qualcosa di importante su questo piano?
Un silenzio generale che sconcerta e fa sospettare tante cose.
Ha ragione Bongiovanni, il direttore di Antimafia Duemila, quando scrive che ci sono due stati: lo Stato-Stato e lo stato-mafia.
Con il primo rappresentato da un pugno di magistrati, intellettuali e cittadini perbene.
Solo un pugno, una minoranza.