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Quanti dubbi e misteri dietro la discarica di Borgo Montello a Latina. Condividiamo le preoccupazioni di Libera e Legambiente e chiediamo anche noi l’intervento della nuova Procura della Repubblica di Latina.

Questa volta, dopo circa 20 anni di silenzi e di inerzia non si sa quanto voluti, si rischia effettivamente di scavare a Borgo Montello, la discarica della provincia di Latina nei cui pressi è stato ammazzato il parroco Don Cesare Boschin, nel posto sbagliato.

Ed hanno fatto bene Libera e Legambiente a rivolgersi alla Magistratura e chiedere le verifiche quanto mai opportune, dopo i tanti dubbi e misteri che si sono addensati nei decenni su quella discarica.

A cominciare da quelli che riguardano l’assassinio del parroco, a finire a quelli che riguardano il famoso comunicato stampa dell’ex Sindaco Finestra che annunciava, quando chi scrive collaborava alla stesura della pagina pontina di “Avvenire”, che erano stati individuati alcuni grandi contenitori metallici dal contenuto misterioso.

Dopo quel comunicato, due-tre amministrazioni di Latina ed altrettante della Regione Lazio, hanno taciuto e, soprattutto, non hanno fatto assolutamente niente.

Zero spaccato, con il rischio concreto che i rifiuti tossici dei quali si sospetta la presenza, confermata peraltro dal pentito di camorra Carmine Schiavone e non solo, possano aver già inquinato in maniera grave le falde acquifere con grave danno per gli abitanti non solo di Borgo Montello ma anche di tutta l’area che ricade nei territori di Latina, Cisterna, Aprilia, Anzio e Nettuno.

Sarebbe questo un crimine imperdonabile.

Anche l’assassinio del Parroco potrebbe rivestire, in quest’ottica, contorni diversi da quelli che ci sono stati prospettati finora.

C’è da tenere presente il fatto che molte porzioni del territorio circostante la discarica sono stati acquistati da famiglie di Casal di Principe e dintorni dai cognomi abbastanza “pesanti”.

Tutte cose da far venire i brividi, insomma.

Non intendiamo sollevare sospetti nei confronti di chicchessia, ma sapendo come vanno certe cose in Italia e conoscendo, peraltro, il fatto che, quando si parla di camorra, spesso, oltre che con questa, bisogna fare i conti con massoneria deviata e spezzoni deviati dello stesso Stato, il sospetto che qualcuno voglia depistare sarebbe abbastanza lecito.

Depistare in questo caso significherebbe andare a cercare dove non risulterebbe interrato niente.

Ed allora, oltre al danno, si aggiungerebbe la beffa…

Ecco perché è quanto meno opportuno l’intervento della Procura della Repubblica di Latina nella quale oggi riponiamo la massima fiducia.