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Quanta sfacciataggine!!!…

Quanta sfacciataggine!

E quanta amarezza nel constatare l’alto livello di camaleontismo di moltissimi esponenti politici che oggi, ad operazione avvenuta, si esibiscono in un vorticoso giro di dichiarazioni sull’operato di magistrati e forze dell’ordine autori della grossa operazione di polizia che ha portato al sequestro nel Lazio di beni di origine illecita per oltre 100 milioni di euro.

Hanno parlato Ministri di quel governo che ha ridotto in maniera vergognosa i fondi in favore delle forze dell’ordine, quasi a provocarne l’immobilismo e che vuole ridurre la magistratura all’impotenza.

Parlano Sindaci, amministratori pubblici ed esponenti politici che sono i primi responsabili della situazione esistente nel Basso Lazio perché o hanno negato finora l’esistenza del fenomeno mafioso sui territori, o ne hanno favorito soggettivamente o oggettivamente il radicamento rilasciando licenze e concessioni edilizie, autorizzazioni varie, approvando varianti urbanistiche e quant’altro.

A giugno ed a dicembre scorsi abbiamo promosso ben due convegni, il primo a Gaeta ed il secondo a Formia, con la partecipazione di Magistrati, esponenti della DIA, giornalisti d’inchiesta di livello nazionale, proprio sulla presenza della mafia nel sud pontino.

Nell’ambito di entrambi i convegni sono stati, fra gli altri, trattati gli argomenti che oggi hanno portato alla brillante operazione di sequestro di beni dei casalesi.

Di tali argomenti ne eravamo a conoscenza sia perché ne aveva parlato – facendo nomi e cognomi dei soggetti, tutti residenti a Gaeta, a Formia e a Cassino, oggi colpiti dall’ordinanza del Tribunale di Frosinone dopo l’inchiesta svolta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza ciociaro e dalla DIA – nel 1996 in una dichiarazione rilasciata al Dr. De Fichy della DDA, di cui noi abbiamo copia, il pentito e collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, sia perché proprio su Formia, Gaeta e tutto il sud pontino noi abbiamo svolto un’indagine approfondita, durata quasi un anno e mezzo e dei cui esiti abbiamo informato, com’è nostro costume, chi di dovere.

Bene, non un sindaco, non un assessore, non un consigliere comunale, non un qualsiasi esponente politico, di destra, di centro e di sinistra, ci hanno degnato della loro presenza, quasi a dimostrarci il loro disinteresse, la loro indifferenza, se non la loro ostilità, ai temi trattati.

Se oggi i territori dell’intero basso Lazio –e non solo-sono letteralmente occupati dalla camorra, dalla ‘ndrangheta, da cosa nostra, da appartenenti all’ex banda della Magliana e da altre mafie anche straniere, lo si deve proprio all’inerzia, all’indifferenza –ed alle complicità, come è dimostrato dalle inchieste “ Formia Connection” e “Damasco” di Fondi- di tanti di quei signori che oggi parlano e straparlano.

Quello che addolora è il fatto che ancora oggi, purtroppo, dobbiamo constatare che ogni operazione importante di polizia contro le mafie parte da fuori provincia di Latina.

Questa volta dobbiamo ringraziare, per quanto riguarda anche l’arresto dell’ex consigliere comunale di Fondi, gli uomini e le donne della DIA, quelli del Colonnello Salato delle Fiamme Gialle di Frosinone, della Squadra Mobile di Reggio Calabria ed il PM della Procura di Frosinone Tonino Di Bona.

Un’amara constatazione che ci ripropone il delicato discorso dell’efficienza di tutto l’impianto investigativo pontino.

E’ il discorso di fondo che noi stiamo facendo, inascoltati come sempre, da anni.