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Quando in una provincia ci sono investigatori capaci!

Un’altra pesantissima tegola giudiziaria è piombata sulla testa di Aladino Saidi e, questa volta, anche su alcuni dei suoi familiari più stretti: la madre ed una nonna che, assieme ad una ventina di persone residenti in Ciociaria, sono state denunciate, a diverso titolo, per reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, all’evasione fiscale, interposizione fittizia di beni e falso ideologico. Il 31enne commerciante di auto di Sora, già detenuto dal 9 febbraio scorso nella casa circondariale di Frosinone, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo malavitoso (per la maxi indagine “Ca-morra”, coordinata dalla Dda di Roma, ndr), nei giorni scorsi è stato di nuovo interessato da un provvedimento che questa volta, però, è stato emesso dalla procura della repubblica di Cassino. Gli investigatori della guardia di finanza di Frosinone, a conclusione di due anni di lunghe e complesse indagini fiscali, hanno scoperto che il giovanissimo imprenditore sorano aveva messo in piedi una mega-evasione, sempre nel settore della compra-vendita di auto di lusso importante illegalmente dal nord Europa, con la complicità di prestanome e “teste di legno” anche extracomunitari. Il tutto era stato perpetrato da tre distinte società, srl al cui vertice vi era proprio Aladino Saidi. Un giro d’affari e di fatture false emesse per ben 150 milioni di euro, con redditi nascosti per 37 milioni e un’evasione di iva accertata dalle fiamme gialle per oltre 28 milioni di euro. Un colpo pesantissimo, quello che hanno inferto i finanzieri agli ordini del colonnello Giancostabile Salato e del capitano Giovanni De Luca, a Saidi, familiari e suoi “affiliati” che, nel corso di questi ultimi anni, per conseguire facili guadagni, avevano evaso sistematicamente le imposte, attuando stratagemmi illegali e disparati. Ma gli inquirenti e la guardia di finanza, nell’ambito dell’operazione, denominata “Safety Car Continuos One”, non si sono fermati solo alle truffe dell’Iva sulle auto importate da Germania e Belgio, imbrogli messi in atto passando tramite società cosiddette a “carosello”, appositamente costituite per frodare lo Stato, ma sono andati ben oltre. Le indagini hanno fatto saltar fuori, a seguito di complicate investigazioni patrimoniali, che tra i redditi dichiarati dalla famiglia Saidi, e dalle 22 persone denunciate (quasi tutte collegate ad un filo diretto a lui e residenti in provincia di Frosinone), ed i beni a loro intestati, vi era grosse incongruenze di carattere fiscale. Le fiamme gialle hanno provveduto anche al sequestro dell’intero patrimonio immobiliare fatto oggetto di verifiche, che era tutto, in un certo qual modo, nelle disponibilità del trentunenne sorano. Stimato anche il valore commerciale: 10 milioni di euro suddiviso in 27 appezzamenti di terreno (la maggior parte acquistati fra Ceprano e Sora) per complessivi 32mila metri quadri; 9 fabbricati (dei quali uno ubicato nella provincia di Roma e 8 in Ciociaria); nonché quote della Alaimmobiliare, società a responsabilità limitata operante nella capitale e nella disponibilità della famiglia Saidi. “Per comprendere a pieno l’entità dell’evasione e delle frodi – ha spiegato il colonnello Giancostabile Salato, nel corso della conferenza stampa di ieri mattina al comando provinciale – basti pensare che la madre e una delle nonne di Aladino Saidi, dichiaravano al Fisco redditi per appena 300 euro a testa”. Complessivamente, l’intera attività investigativa portata avanti dalla guardia di finanza, ha permesso di scoprire come il mercato delle autovetture in Ciociaria fosse distorto da un giro illecito di fatture fittizie, quantificato in 151 milioni di euro. Individuati, inoltre, redditi sottratti alle cassa dello Stato per 92 milioni di euro, nonché Iva evasa per 61 milioni. Ad essere denunciate in sono state in tutto 65 persone, anche gente non residente in provincia di Frosinone.
Luciano De Leo

(Tratto da Il Messaggero.it)