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Quale… ”continuità” invoca il neoassessore di Formia?

Le parole di una neo assessora al Comune di Formia, così come sono state riportate dalla stampa, se confermate, ci provocano un profondo turbamento.
In sostanza questa amministratrice – che non è una sprovveduta in quanto vanta una lunga esperienza nel governo della cosa pubblica e, quindi, dovrebbe avere una profonda conoscenza dei problemi non solo di Formia ma di tutto il sud pontino – ha dichiarato che la nuova amministrazione di Formia opererà nel segno della tradizione e della continuità rispetto al passato.
Non crediamo che ci sia bisogno proprio di questo!
C’è, invece, bisogno esattamente del contrario, di una rottura, cioè, con il passato ed anche di una profonda rottura.
Non è nostra intenzione esprimere subito dei giudizi che potrebbero risultare avventati e restiamo in attesa dei chiarimenti che abbiamo invocati da parte dell’assessora e, meglio ancora, del neo Sindaco.
Ci auguriamo che questi chiarimenti vengano al più presto e spazzino ogni perplessità che le sue parole hanno provocato.
Il territorio di Formia e quello dell’intero sud pontino sono, com’è noto ormai anche ai bambini, attanagliato dalla morsa di un’asfissiante presenza della camorra e di altri gruppi della criminalità organizzata.
Qualcuno dovrebbe ricordare le parole dei Procuratori della DNA De Fichy e della DDA di Napoli Ardituro in un lontano convegno
dell’Associazione Caponnetto proprio nella Sala Ribaud di Formia i quali dichiararono che la camorra considera il sud pontino “cosa sua” e la continuazione della provincia di Caserta.
L’appendice della Campania.
E che la camorra sia convinta di ciò è provato dal fatto che essa ha elevato proprio Formia al rango di una sorta di sua capitale nel sud pontino.
A Formia, infatti, e nel territorio ad essa contiguo sono presenti ed attivi esponenti di una miriade di clan della camorra, dai casalesi, ai Mallardo ed a tutti gli altri.
Le numerose operazioni finora effettuate dalle DDA, dalla DIA e da altri corpi centrali lo stanno a dimostrare in parte, ma ancor più lo ribadiranno gli esiti di altre numerose inchieste ancora in corso.
Il problema è che, oltre ad una massiccia presenza di clan, c’è quella di una classe politica di governo in gran parte assolutamente inadeguata, irresponsabile, se non, con una parte di essa, probabilmente anche collusa.
L’inchiesta “Formia Connection” fatta dal Commissariato della Polizia di Stato di Formia sotto la gestione di Nicolino Pepe, oggi in servizio alla DIA centrale, provò certi collegamenti fra alcuni esponenti della politica e delle istituzioni con elementi appartenenti ad una famiglia camorristica, ma, purtroppo, la Procura della Repubblica di Latina non ritenne di approfondire questo aspetto dell’inchiesta citata ed archiviò.
Nè ci risulta che sia stata di ciò informata all’epoca la DDA di Roma o di Napoli.
E qui arriviamo alla nota dolente: l’inadeguatezza degli apparati dello Stato sul territorio.
Dopo le parentesi delle gestioni Pepe e Tatarelli, il Commissariato della Polizia di Stato di Formia non ha certo brillato quanto a qualità del lavoro di intelligence nella lotta alla camorra.
Anzi, ci sono state delle vicende interne abbastanza inquietanti di cui si sono appena da qualche anno spenti gli echi con l’andata via degli individui coinvolti.
Il problema resta quello dell’assenza di personale preparato ed esperto in materia di lotta alle mafie e di indagini di natura patrimoniale, economica e finanziaria.
Noi dell’Associazione Caponnetto stiamo chiedendo da anni di risolvere questo drammatico problema con l’istituzione a Formia del DISTRETTO di Polizia e con la contemporanea creazione di una Sezione distaccata della Squadra Mobile di Latina.
Con la soppressione del vicino Commissariato di Gaeta e l’accentramento del personale di questo ultimo presidio, oggi male utilizzato, a Formia, si potrebbero intanto risparmiare risorse notevoli e, al contempo, sotto il comando di un 1° Dirigente, si darebbe vita, con il Distretto a Formia, ad un eccellente presidio di Polizia capace di fare un’opera di radicale pulizia del territorio anche per quanto riguarda gli ambienti politici ed istituzionali eventualmente corrotti e collusi con le mafie..
Gli ambienti responsabili sanno molto bene che quando parla l’Associazione Caponnetto lo fa sempre con profonda cognizione di causa e se c’è qualcuno che tenta di smentirla o è un idiota o è un colluso.
Non a caso abbiamo dedicato e stiamo sempre più dedicando la massima attenzione alla qualità dell’intelaiatura investigativa e giudiziaria nel Basso Lazio in quanto siamo fortemente preoccupati per le gravi carenze che hanno portato ad una situazione altamente drammatica e pericolosa.
Una situazione che si aggraverà sempre più con la realizzazione di imponenti opere portuali sia a Formia che a Gaeta, opere che già hanno attirato l’attenzione di tutti i clan, le ‘ndrine e le cosche..
L’OSSERVATORIO COMUNALE SULLA CRIMINALITA’ che abbiamo chiesto di creare a Formia deve mirare, per la qualità ed il ruolo delle persone che dovrebbero comporlo, appunto a mettere sotto controllo movimenti, operazioni e soggetti.
La costituzione di tale organismo dovrebbe essere uno dei primi atti, se non il primo, di questa nuova amministrazione.
Ecco perché noi parliamo ed auspichiamo segnali di discontinuità rispetto al passato e ci preoccupano -e non poco – le dichiarazione di coloro che, al contrario di noi, invocano… la continuità!
La continuità di che cosa?