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“Quale antimafia? Fatti e non parole” è il tema del Convegno dell’Associazione Caponnetto del 19 settembre a Fondi, in provincia di Latina. Così l’Associazione Caponnetto commemora Borsellino e tutte le altre vittime di mafia: con l’azione e non con le chiacchiere.

“Quale antimafia? Fatti, non parole”
E’ il titolo del convegno programmato per il 19 settembre prossimo venturo a Fondi, in provincia di Latina, dall’Associazione Caponnetto, con la partecipazione di magistrati delle DDA di Roma e Napoli, della Procura di Latina, di dirigenti della DIA, di giornalisti d’inchiesta e di esponenti politici impegnati sul fronte dell’antimafia sociale ed anche istituzionale come Claudio Fava, V. Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e di Sonia Alfano, già Presidente della Commissione antimafia del Parlamento Europeo, entrambi, peraltro, orfani di genitori uccisi dalla mafia.
Uomini e donne che stanno al fronte, non parolai e attori da palcoscenico che parlano di mafia e di antimafia e non sanno nemmeno cos’è la mafia, quel binomio, cioè, come lo definiva in maniera magistrale Franchetti di ” cervello borghese e lupara proletaria”.
Oggi si parla di quest’ultima ma si evita accuratamente di parlare del primo.
Il male di quella specie di “antimafia” di quanti ne hanno fatto uno strumento di business o, nel migliore dei casi, di avanspettacolo.
I “professionisti dell’antimafia”, per dirla con Sciascia, che in questi giorni vediamo a frotte nelle
sale e nelle piazze parlare – limitandosi a questo e basta – di Borsellino e delle altre vittime di mafia senza nemmeno sapere che di queste ce ne sono tantissime ancora oggi e sempre più ce ne saranno a causa del “sistema” che ci domina e sotto cui siamo costretti a vivere.
Un'”antimafia” fatta di chiacchiere, di spettacoli, di fiction televisive, di musica e di parate che si esaurisce in qualche giorno senza avere una continuità sul campo, quotidianamente, come imporrebbero le cose.
Un’antimafia della commemorazione, del racconto di fatti del passato, che non si cala in quelli recenti, dell’attualità, dell’oggi e del domani.
Era lo stesso Borsellino a denunciare l’inerzia ed il torpore della gente quando sosteneva che… e’ un errore imperdonabile quello di chi pensa che il peso della lotta alle mafie debba essere addossato esclusivamente sulle spalle di magistrati e forze dell’ordine.
Un invito implicito, quello di Paolo Borsellino, ad affiancarli ed aiutarli che pochi, pochissimi di coloro che vediamo salire sui palchi in questi giorni per parlare di mafie e di Borsellino, hanno accolto.
Ipocriti.
Il convegno dell’ associazione Caponnetto, che non a caso sarà svolto a Fondi il cui territorio, com’è noto, è infestato da mafiosi, servirà, oltre che a tenere accessi i riflettori su quell’area – dove, peraltro, ancora tanto resta da scoprire – ad analizzare le criticità del
momento e ad individuare metodologie e strumenti da mettere in campo per promuovere una più robusta ed efficace azione contro le mafie.