Il fatto è avvenuto la notte tra il 2 ed il 3 settembre ma la notizia si è appresa solo oggi, riportata dall’edizione palermitana di La Repubblica: qualcuno è entrato nell’ufficio del procuratore generale Roberto Scarpinato lasciando sulla scrivania una lettera anonima di minacce. “Possiamo raggiungerti ovunque” è scritto nella missiva, oltre all’invito ad interrompere le proprie indagini. Al contempo viene fatto un elenco di luoghi frequentati dal magistrato. Così torna la tensione in tribunale dopo l’escalation di minacce dello scorso anno che in particolare ha visto al centro del mirino Antonino Di Matteo, il pm che sta indagando sulla trattativa Stato-mafia, e Maria Teresa Principato, che dà la caccia al superlatitante Matteo Messina Denaro.
Al pg Scarpinato e al dirigente dei carabinieri del Tribunale era stata indirizzata una lettera di minacce anche nel maggio scorso, recapitata all’Ansa di Palermo.
Quel che è certo è che all’interno del palazzo sale la tensione. Nell’ultima relazione semestrale della Dia al Parlamento, pubblicata i primi di agosto, si parla della necessità di “innalzare i livelli di vigilanza nei confronti di Cosa nostra a fronte di segnali che, divergendo dalla strategia di silente sommersione, sembrano propendere verso derive di scontro ancora da ben decifrare”.
Ma quanto avvenuto nell’ufficio del Pg getta un’ombra all’interno dello stesso tribunale. In questo momento la procura di Caltanissetta ha avviato un’indagine riservatissima proprio per capire chi può aver recapitato il messaggio e soprattutto come. L’ingresso principale è vigilato mentre un secondo sarebbe incustodito. Sono state visionate le riprese delle telecamere a circuito chiuso del palazzo e anche la Scientifica è andata a caccia di tracce. E’ stato anche convocato nei giorni scorsi il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Francesca Cannizzo anche se al momento non sono state varate nuove misure di sicurezza per Scarpinato. Ultimamente il magistrato è impegnato nella preparazione del processo d’appello per il generale Mario Mori e per il colonnello Mauro Obinu, assolti in primo grado dall’accusa di aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano, che avrà luogo il prossimo 26 settembre. In quella data, assieme al sostituto Luigi Patronaggio, potrebbe chiedere la riapertura dell’istruttoria dibattimentale alla luce di nuovi atti giunti in procura che riguardano i servizi segreti deviati. Sono forse queste le indagini a cui si riferirebbe la missiva?
Aaron Pettinari
(Tratto da Antimafia Duemila)