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Protocollo di legalità – la proposta della Caponetto ai prefetti.

Un protocollo di legalità per la verifica di fornitori e subappalti. La
richiesta formale della Caponnetto ai prefetti

La normativa antimafia sugli appalti viene molto spesso aggirata attraverso i subappaltatori o, ancor
più frequentemente, favorendo imprese sospette per la fornitura di servizi e beni al soggetto
appaltatore. Il gruppo Studi e Ricerche dell’Associazione Antimafia Caponnetto ha pertanto
elaborato un documento che tiene conto dell’attuale e più aggiornata legislazione in materia,
introducendo una serie di clausole  finalizzate a prevenire quei fenomeni.

Il nuovo “Protocollo di legalità” così articolato è l’oggetto di una specifica istanza
formalmente inoltrata in questi giorni ai prefetti delle Province comprese nelle regioni Lazio,
Campania, Abruzzo e Molise, dove più diffusamente si riscontra l’infiltrazione della malavita
organizzata nei lavori pubblici.

In particolare, la Caponnetto sottopone alla valutazione dei prefetti «la possibilità di promuovere la
stipula con le stazioni appaltanti di appositi protocolli di legalità che prevedano l’inclusione nei
bandi di gara di un apposita prescrizione che imponga alle ditte appaltatrici l’obbligo di comunicare
i nominativi dei propri fornitori (di servizi, manutenzioni, forniture e lavori per contratti di valore
superiore ad € 10.000) che si succedono nel corso delle svolgimento dell’appalto». «A sua volta – si
legge ancora – la stazione appaltante con il protocollo di legalità si impegna a chiedere all’Ufficio
Antimafia della Prefettura l’informativa antimafia sul conto dei predetti fornitori (da elaborare con
le modalità di cui all’art. 91 del d.lgs. 159/2011)».

Con lo stesso protocollo poi la Prefettura, oltre alle suddette verifiche antimafia, «si impegnerà ad
effettuare, attraverso i competenti organi di Polizia (Guardia di Finanza o DIA) controlli a
campione in merito alla tracciabilità dei flussi finanziari (secondo la Legge 136/2010) correlati
all’appalto oggetto delle verifiche, anche al fine di riscontrare eventuali fornitori non dichiarati,
nonché forme di distrazioni di fondi ad appannaggio di consorterie malavitose ovvero di fenomeni
corruttivi».

Associazione Caponnetto

Roma, 19 dicembre 2014