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PROPOSTA DI INTEGRAZIONE DEL”CODICE DI REGOLAMENTAZIONE” IN MATERIA DI CANDIDATURE. NOTA PER L’ON.PISANU ED I COMPONENTI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

RITENIAMO UTILE DARE LA MASSIMA PUBBLICITA’ AD UN PROPOSTA DI MODIFICA DELL’ATTUALE “CODICE DI REGOLAMENTAZIONE” PER I CANDIDATI ALLE ELEZIONI.

LO FACCIAMO SIA PER DARE LO SPUNTO AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA ON. PISANU E A TUTTI I MEMBRI DELLA STESSA COMMISSIONE DI APPORTARE I NECESSARI MIGLIORAMENTI AL “ CODICE” PRECEDENTEMENTE ELABORATO, SIA PER CONSENTIRE AD ALTRI SOGGETTI DI APRIRE UNA RIFLESSIONE SULLA MATERIA CHE POSSA EVENTUALMENTE PORTARE A CORREZIONI, AGGIUNTE, INTEGRAZIONI ALLA PROPOSTA STESSA.

DICIAMO SUBITO, PER ONESTA’ INTELLETTUALE, CHE NOI SIAMO SEMPLICI DIVULGATORI DI QUESTA PROPOSTA E CHE L’AUTORE E’ BEN ALTRA PERSONA, COMUNQUE NOSTRA AMICA, DI CUI, AL MOMENTO, PREFERIAMO NON RIVELARE l’IDENTITA’.

CONFIDIAMO IN UN ESAME ACCURATO DA PARTE, SOPRATTUTTO, DELL’ON. PISANU.

Per non violare il “codice di autoregolamentazione” approntato dalla Commissione Antimafia che, tra le altre cose, prevede l’impossibilità di candidarsi per soggetti “compromessi” con organizzazioni mafiose. A tal proposito per poter dare compiuta attuazione ai dettami espressamente previsti, si propone di apportare una modifica normativa che preveda all’atto della presentazione delle liste ed a corredo della documentazione prodotta, un certificato completo del casellario giudiziario con tutti i carichi pendenti di ciascun candidato. Infatti le Sottocommissioni elettorali, all’uopo delegate dalla Commissione Mandamentale, non hanno con la normativa vigente, rebus sic stanti bus, la possibilità di verificare in tempo reale la sussistenza dei presupposti di cui sopra. L’accettazione delle liste va fatta in tempi brevi. Solo definendo dettagliatamente chi sono i soggetti “compromessi” con organizzazioni mafiose, al di là del casellario giudiziale completo che comunque è indispensabile, è possibile disporre di un quadro generale sulle candidature rispondente alle previste prescrizioni.

Se si tiene conto del fatto che anche la certificazione antimafia nei casi previsti, al di fuori di questo contesto, è altrettanto insufficiente in presenza di indagini in corso che non possono risultare dagli atti stessi, si comprende bene come sia arduo il percorso da individuare.

Indubbiamente l’espressa previsione normativa di far presentare a ciascun candidato per ogni consultazione elettorale il certificato completo di tutti i carichi pendenti costituisce un grosso contributo al perseguimento di tale obiettivo.

Resta il nodo aperto per quei soggetti sottoposti ad indagini per mafia e non certificabili. Forse potrebbe essere utile una autocertificazione, con cui il candidato stesso dichiara di non appartenere ad organizzazioni mafiose e di non avere procedimenti in corso.