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Processo breve: Berlusconi è salvo

Al Senato la maggioranza procede spedita, ormai è questione di ore, arriverà domani il primo via libera al ‘processo breve’. Norme che l’opposizione contesta senza giri di parole: “Sarà uno scempio per la giustizia”, e “solo per salvare il premier dai suoi processi”, attaccano i senatori Pd-Idv-Udc che prendono la parola nell’aula di Palazzo di Madama
Domani entro l’ora di pranzo il voto finale con le dichiarazioni in diretta tv. Oggi, intanto, l’intera giornata scivola via senza grandi scosse. Salvo quello che lo stesso presidente Renato Schifani ha definito un “semi-ostruzionismo”, con i rappresentanti del Pd che uno dopo l’altro hanno letto una dichiarazione-fotocopia di protesta per denunciare lo “scempio della giustizia” che il provvedimento a loro giudizio provoca.
Con lo stesso Schifani costretto a richiamarli: “Diritto di parola ma sul merito…”. E il vicepresidente dei senatori Democratici Luigi Zanda che attacca la seconda carica dello Stato: “Non condivido e non approvo la sua gestione dei lavori”.
Per finire, anche l’occupazione’ dell’Aula da parte dei senatori di Idv, che minacciano di passare lì la notte. In mattinata, invece, qualche brivido per il voto segreto su alcuni emendamenti: all’opposizione, che pure lo aveva chiesto, è mancato sempre qualche voto, semplici errori o ‘franchi tiratori’?

Le tensioni tra maggioranza e opposizione restano tutte. Per la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, questo ddl “non è un buon viatico” per il confronto sulle riforme: “Il Pd ha messo in atto in Aula – ha spiegato – una singolare forma di protesta, con la ripetizione di un ‘mantra’, di un testo di protesta contro il processo breve, da parte di tutti i senatori del gruppo perché, nel pochissimo tempo che ci è rimasto, vogliamo portare a conoscenza degli italiani e delle italiane lo scempio che questo provvedimento sul processo breve recherà alla giustizia. Centinaia di migliaia di processi andranno al macero, centinaia di migliaia di persone vedranno negarsi la giustizia”.

Per Felice Casson, numero due dei Democratici in Senato, il provvedimento serve soltanto a “salvare il presidente del Consiglio dai suoi processi. Questa è una norma a favore del premier, i processi a suo carico vengono cancellati subito”. Si tratta di “un’amnistia, un condono tombale”, ha denunciato il presidente dei senatori dell’Udc Gianpiero D’Alia, avvertendo che con queste norme si “violano principi fondamentali della Costituzione”. “E’ un’offesa alla giustizia, state facendo un danno al Paese”, ha detto rivolgendosi alla maggioranza il capogruppo di Idv in commissione Giustizia Luigi Li Gotti.

L’ultima versione del ddl, dopo il maxi-emendamento presentato la scorsa settimana dal relatore Giuseppe Valentino, prevede che la nuova norma si applichi a tutti i reati ma con diverse scansioni temporali, fino a un massimo di 6,5 anni per il primo grado per processi di mafia e terrorismo particolarmente complessi e con un elevato numero di imputati. Inoltre, vengono eliminate le esclusioni oggettive e soggettive dalla norma, e tutti i processi per reati commessi prima del 2 maggio 2006 e puniti con pena pecuniaria o fino ai 10 anni di reclusione che non siano arrivati a conclusione del primo grado verranno di fatto chiusi senza sentenza.

L’opposizione protesta e critica la maggioranza perché ‘l’unico vero obiettivo di questa norma era quello di salvare il premier dai suoi processi’, come ha sottolineato il senatore del Pd Felice Casson.
Il giudice potrà considerare estinto il processo se saranno decorsi due anni (e non tre come previsto nel testo del ddl per i processi che inizieranno dopo l’entrata in vigore della legge) da quando il Pm avrà avviato l’azione penale senza che si sia concluso il primo grado di giudizio.
“Vorrei esprimere tutto il mio sdegno – commenta il senatore del Pd Alberto Maritati – che è quello di chi crede ancora nello stato di diritto”.
Duro anche il commento del presidente dei senatori dell’Udc Giampiero D’Alia che definisce il ddl, corredato di questa norma transitoria, “solo un’amnistia mascherata. E’ almeno quattro volte più grave dell’indulto. E vorrei proprio sapere come la Lega spiegherà il suo sì a questo testo ai propri elettori”.

La norma per il processo breve, e cioè la prescrizione processuale, si potrà applicare anche ai procedimenti in corso davanti alla Corte dei Conti se sono trascorsi cinque anni senza che si sia concluso il giudizio di primo grado.

L’aula di Palazzo Madama ha infine approvato un emendamento del relatore Giuseppe Valentino che non prevede l’applicabilità del ddl ai processi d’appello davanti alla magistratura contabile.
“E’ un giorno davvero disagevole per chi si occupa di giustizia e per chi crede nel diritto – sottolinea il responsabile giustizia dell’Idv Luigi Li Gotti – non solo per le norme gravemente anticostituzionali che state approvando, ma anche perché si provoca un grave danno al Paese e all’ordinamento giudiziario solo per salvare il presidente del Consiglio dai suoi processi”.