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Prima che i clan diventino padroni anche dell’aria che respiriamo…

Può essere stato un criminale di spessore, anzi lo è stato sicuramente, ma certo è che Carmine Schiavone ha reso un servigio all’intera comunità del Paese rendendo pubblico il danno che i Casalesi hanno arrecato a noi tutti, probabilmente con la complicità diretta od indiretta di pezzi della politica e delle istituzioni -é materia, questa, di accertamento da parte dei magistrati -, avvelenando i territori e provocando un genocidio le cui dimensioni sarà il tempo a stabilirlo.
Certo è, però, che l’animosità con la quale ha affrontato pubblicamente, in sede di Consiglio provinciale, l’argomento il Presidente di questo consesso, c’è apparsa quanto meno anomala.
“Latina Oggi” del 16 settembre 2013, a pagina 3, in un apposito servizio, sottotitola ” ” Il pentito: Michele Forte amico di Ernesto Bardellino”.
A noi non interessa più di tanto di chi sia amico o nemico Michele Forte, il Presidente del Consiglio Provinciale di Latina.
Questo spetta alla Magistratura accertarlo e speriamo che lo accerti, se non altro per fare un pò di chiarezza su una situazione, quella che esiste a Formia e nel sud pontino, sulla quale si è per troppo tempo dormito.
Istituzioni e politica.
Per troppi anni si è rimasti inerti di fronte alle ombre pesantissime che gravano sul Basso Lazio, con i clan che hanno potuto fare e continuano a fare il loro comodo senza che da parte dello Stato ci sia stata una benché minima reazione.
Quell’inchiesta “Formia Connection”, la “Golfo” e tante altre ancora fatte, in corso e da fare, bruciano sulla pelle nostra e di tutti i cittadini perbene.
Grandi responsabilità hanno avuto al riguardo la Magistratura inquirente e le forze dell’ordine di Latina e noi non glielo perdoneremo mai perché, se oggi ci troviamo nelle condizioni in cui ci troviamo, la colpa è solo loro e dei cittadini, vili ed omertosi, che hanno visto, hanno sentito e non hanno mai parlato, denunciato.
Anzi, hanno continuato a votare ed eleggere soggetti che meritavano solo di essere presi a calci nel sedere.
Noi non sappiamo le finalità di tante dichiarazioni pubbliche.
Abbiamo ascoltato dalle registrazioni messe in rete sia quelle di Schiavone che quelle di Forte.
Ora vogliamo che la DDA sia di Roma che di Napoli diano disposizioni drastiche, servendosi della DIA e del GICO soprattutto e non dei Comandi locali che non sono specializzati per affrontare tematiche così impegnative, per far luce su tutto e su tutti.
Prima che i clan si impossessino anche dell’aria che respiriamo.