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Prestiti a usura, sequestrato il tesoro dell’imprenditore della camorra

Il Mattino, Giovedì 4 Maggio 2017

Prestiti a usura, sequestrato il tesoro dell’imprenditore della camorra

Al termine di una complessa ed articolata attività di indagine, tesa all’aggressione dei patrimoni di mafia, il Centro Operativo della Dia di Napoli ha dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie emessa, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti dell’imprenditore nel settore della produzione e trasporto del calcestruzzo Angelo Pontillo, 56enne, originario di Capodrise.

La misura coercitiva reale è stata disposta dal collegio sammaritano a seguito delle proposte avanzate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione e dalla Direzione Investigativa Antimafia, dopo articolate indagini di natura economico-patrimoniale.

L’attività si inquadra nell’ambito della strategia investigativa avente come obiettivo la sistematica aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati da soggetti appartenenti a sodalizi camorristici, nello specifico il clan Belforte di Marcianise.

Pontillo fu arrestato nel dicembre 2012, in esecuzione di decreto di fermo disposto dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, poiché ritenuto responsabile, insieme ad altri, di aver ideato e gestito una continuativa attività usuraria, fin da epoca molto risalente (la metà degli anni ’90), in danno di imprenditori e operatori commerciali del casertano.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ed eseguite dai carabinieri di Caserta, consentivano di far luce su un vasto giro di prestiti di carattere usurario i cui tassi d’interesse applicati si aggiravano tra il 7% ed il 10% al mese.

Nell’ambito del medesimo contesto investigativo, Pontillo fu raggiunto nell’anno 2015 da un provvedimento di sequestro preventivo in quanto gravemente indiziato del reato di usura continuata aggravata in concorso. Il 15 ottobre 2014 fu nuovamente arrestato in esecuzione di un provvedimento cautelare in carcere, emesso dal Tribunale di Napoli, perché ritenuto, unitamente ad altre 15 persone, responsabile di aver fornito uno stabile e significativo apporto al conseguimento delle illecite finalità perseguite dall’organizzazione di tipo camorristico denominata clan Belforte di Marcianise,

Tali vicende penali sono state già giudicate dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – II Sezione Penale – che, a conclusione del giudizio, in data 30 maggio 2016, condannava Pontillo alla pena di anni 12 e mesi 8 di reclusione. La misura cautelare personale e la successiva sentenza di condanna emessa nei confronti di Pontillo si fondano essenzialmente sulle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, suffragate da puntuali riscontri investigativi, che proprio per la loro intraneità al clan Belforte o, comunque, per il loro inserimento in ambienti di criminalità organizzata, sono stati in grado di ricostruire l’attività del gruppo criminale ed indicare i soggetti che, nel corso del tempo, hanno partecipato all’associazione stessa, descrivendone i ruoli e le condotte penalmente rilevanti.