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Presidente, tuteli il Paese e la democrazia da coloro che li stanno affossando

NAPOLITANO, SULLE INTERCETTAZIONI NON SONO STATO ASCOLTATO
Silvio Berlusconi è tornato ieri pomeriggio a Roma dopo aver partecipato alle riunioni del G8 e del G20 in Canada e aver visitato Brasile e Panama. Manovra economica, intercettazioni e Lodo Alfano restano i temi all’attenzione del presidente del Consiglio e della maggioranza. E’ particolarmente gravoso il calendario degli impegni del governo da qui alla sospensione dei lavori parlamentari per la pausa estiva. Se al Senato continua il confronto sulla manovra, giovedì 8 luglio alla Camera si discuterà la mozione di sfiducia delle opposizioni nei confronti del ministro Aldo Brancher e il 29 luglio approdera’ nell’Aula di Montecitorio il contestato ddl sulle intercettazioni mentre si prevede che per quella data siano stati licenziati i provvedimenti economici per un’ultima lettura da parte di Palazzo Madama. Gli echi della manifestazione di ieri a Roma promossa dalla Federazione della stampa contro il ddl sulle intercettazioni non sembrano indurre la maggioranza a un ripensamento. Il presidente Giorgio Napolitano, in visita a Malta, ci ha tenuto a precisare che sono rimasti ‘inascoltati’ i suoi consigli sul calendario parlamentare (il capo dello Stato aveva segnalato la priorita’ della manovra). Quanto al ddl sulle intercettazioni, il presidente della Repubblica ha ricordato che ‘il testo presenta punti critici’ sui quali si riserva una valutazione finale. Sul tema intercettazioni è intervenuto anche il presidente del Senato Renato Schifani con la previsione che il ddl sarà approvato in via definitiva da Palazzo Madama solo dopo l’estate ‘perche’ prima non ci sono i tempi tecnici’. Il presidente della Camera Gianfranco Fini continua intanto a raccomandare alla maggioranza una maggiore riflessione: ‘Se il procuratore antimafia Grasso dice che se passa il ddl cosi’ come scritto viene archiviato il concetto di criminalita’ organizzata, vogliamo discuterne? Io su alcune questioni non voglio far finta di non vedere’. Umberto Bossi, ministro per le Riforme istituzionali, si dice convinto della ‘necessita’ di trovare una mediazione e la troveremo’. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni assicura che il ddl non mette in crisi le indagini della magistratura contro la mafia. Pierluigi Bersani, segretario del Pd, ribadisce invece che ‘una legge del genere andrebbe riformulata da capo’, mentre lo scrittore Roberto Saviano ha lanciato un appello da piazza Navona: ‘Ci viene detto che la legge difenderà la privacy. Ma questa legge non difende le telefonate tra fidanzati, ha l’unico scopo di impedire di conoscere quello che sta accadendo’. La parola finale sulle polemiche la metterà il premier Berlusconi, che più volte si è detto convinto che la maggioranza degli italiani chiede di tutelare la propria privacy rispetto all’eccesso dell’uso delle intercettazioni ma non ha escluso possibili correzioni al testo del ddl. Il presidente del Consiglio dovrà anche dire la sua sulle nuove polemiche che percorrono il Pdl. Ieri c’è stato un teso incontro tra i coordinatori nazionali del partito (Denis Verdini, Sandro Biondi, Ignazio La Russa) e i parlamentari di area finiana Andrea Augello e Italo Bocchino. ‘Si è discusso della prospettiva di dedicare ogni energia non a controproducenti polemiche interne ma alla necessaria azione di sostegno al governo Berlusconi, pur alla luce del doveroso confronto di idee nel partito e della conseguente attività decisoria degli organismi statutari’, si legge in un comunicato dei coordinatori del Pdl. C’è stato anche un aspro confronto tra Fini e Bondi. ‘Siete con noi o contro di noi?’, avrebbe chiesto quest’ultimo al presidente della Camera. Fini ha replicato rinnovando la richiesta del riconoscimento politico che nel Pdl esiste una minoranza: ‘Sulla legalita’ rivendicherei il mio diritto al dissenso in nome di valori che non possono essere messi ai voti perchè fanno parte del patto fondativo del partito’. Questa frase è stata interpretata come un deciso no all’approvazione del ddl sulle intercettazioni così come è stato licenziato dal Senato. Secondo le indiscrezioni, tra Bondi e Fini ci sarebbe stato anche un inusuale botta e risposta. I due esponenti politici prima si sono dati del tu, poi sono passati al lei. Fini avrebbe detto: ‘Quando Bondi mi dà del lei, diventa preoccupante…’. Il coordinatore del Pdl avrebbe replicato: ‘Io do del lei anche a Berlusconi’. Fini: ‘Ah, allora ritiro tutto. Dai, passa al tu’. Bondi: ‘Se me lo chiedi…’. Fini: ‘Non a me, a Berlusconi’. Bondi: ‘Non ci riesco…’.

(Tratto da IMG Press)