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Popolare di Bari, scattano gli arresti per il crac: in manette il patron Jacobini e il figlio

L’Espresso, 31 Gennaio 2020

Popolare di Bari, scattano gli arresti per il crac: in manette il patron Jacobini e il figlio

Svolta nell’inchiesta sul disastro dell’istituto di credito meridionale. Ipotizzati i reati di falso in bilancio e l’ostacolo alla attività di vigilanza. Coinvolto anche l’ex delegato de Bustis. Una vicenda che L’Espresso denuncia dal 2016

DI VITTORIO MALAGUTTI

La svolta nelle indagini sulla Popolare di Bari attesa da settimane è infine arrivata questa mattina. Marco Jacobini, per due decenni padre padrone dell’istituto di credito in grave crisi e salvato sull’orlo del crack grazie all’intervento del governo e del fondo di garanzia bancario, è stato arrestato all’alba insieme al figlio Gianluca, che prima del commissariamento della Popolare, disposto a dicembre, ricopriva l’incarico di vicedirettore generale. Entrambi i manager andranno ai domiciliari. Coinvolto nell’inchiesta anche l’ex amministratore delegato Vincenzo de Bustis. Per lui è stato disposto un provvedimento di interdizione per un anno dalle funzioni bancarie e dalla dirigenza di società.
L’indagine del Procuratore aggiunto Roberto Rossi e del sostituto Federico Perrone Capano, in corso ormai da oltre due anni, ipotizza i reati di falso in bilancio e l’ostacolo alla attività di vigilanza e conta in totale altri sette indagati oltre ai tre esponenti del vertice aziendale colpiti dalle misure cautelari. Tra questi anche Giorgio Papa, che ai primi di dicembre del 2018 lasciò il posto di amministratore delegato a De Bustis.

La gestione degli Jacobini ha portato di fatto al dissesto della banca che per evitare la liquidazione dovrà trovare almeno 1,4 miliardi. Il denaro sarà garantito in parte dal Fondo interbancario di garanzia e in parte dalle casse pubbliche, che finanzieranno l’ingresso come socio dell’istituto pubblico Mediocredito centrale. Prima del commissariamento deciso da Banca d’Italia lo scorso 14 dicembre, la Popolare di Bari aveva navigato in acque agitate per anni, accumulando perdite in bilancio per centinaia di milioni e azzerando il valore delle azioni acquistate dai 70 mila soci dell’istituto, in gran parte piccoli risparmiatori.

Sotto accusa è finito anche il ruolo della Vigilanza di Banca d’Italia che secondo i critici non sarebbe intervenuta per tempo rimuovendo gli Jacobini dalle poltrone di vertice. Come L’Espresso aveva raccontato fin da novembre del 2016 , fu in particolare l’acquisto di Tercas, una banca abruzzese in dissesto e commissariata rilevata nel 2014, a caricare il bilanci della Popolare Bari di una zavorra di spazzatura finanziaria, in particolare crediti a rischio, rivelatasi in definitiva impossibile da smaltire.

L’operazione d’acquisto venne a suo tempo sponsorizzata dalla Banca d’Italia che mirava a evitare la liquidazione di Tercas e non riusciva a trovare altri acquirenti sul mercato dopo il passo indietro del Credito Valtellinese, che pure aveva valutato l’intervento. Gli oneri dell’acquisizione dell’istituto abruzzese si sono sommati alla spericolata gestione degli Jacobini che hanno continuato a finanziare imprese a rischio crack come il gruppo Fusillo, in ciris da anni, debitore per oltre 100 milioni e fallito a settembre dell’anno scorso. Nel tentativo di salvare il salvabile a dicembre del 2018 era stato richiamato al vertice De Bustis, già indagato all’epoca, che aveva guidato la banca pugliese tra il 2011 e il 2015.