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PONTINIA, Corruzione all’ombra della torre: 6 arresti.VAI,AVANTI I PROSSIMI.NON SI FINISCE MAI  !!!!!

Il Caffè, n. 464 dal 27 settembre al 3 ottobre 2018

PONTINIA, Corruzione all’ombra della torre: 6 arresti

Ai domiciliari un assessore, due professionisti e tre imprenditori. Indagato il sindaco e presidente della Provincia

Di Maria Sole Galeazzi e Clemente Pistilli

Due promesse. Quella di un posto di lavoro per una giovane disoccupata, figlia di un assessore comunale, e quella di un incarico per un avvocato. Non sarebbe servito altro, secondo gli inquirenti, a mettere in moto un’ampia macchina corruttiva decisa a spianarsi la strada per entrare a tutta velocità nel cuore pulsante del Comune di Pontinia, cercando di accaparrarsi la gestione della riscossione dei tributi. A bloccare quello che doveva essere un bolide sono stati però i finanzieri del Nucleo provinciale di polizia tributaria, che dopo oltre un anno di indagini hanno arrestato sei dei dodici indagati, scatenando così un altro terremoto, l’ennesimo, nei Palazzi pontini. Nell’inchiesta denominata “Telonai” i pm Luigia Spinelli e Giuseppe Bontempo hanno ipotizzato i reati di corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato, mettendo ai domiciliari l’assessore Luigi Subiaco e indagando a piede libero il sindaco Carlo Medici, eletto quest’anno anche presidente della Provincia.

TURBATIVA D’ASTA E CORRUZIONE

Per gli inquirenti, l’avvocato Raffaele Scirè, ora ai domiciliari, senza neppure avere un incarico formale dal Comune di Pontinia, si sarebbe adoperato per far ottenere il servizio di riscossione dell’Imu, della Tasi, della Tari e della Tares, alle società Kibernetes srl e Novares spa, arrivando a redigere di suo pugno tutti gli atti necessari all’esternalizzazione del servizio. “Un bando fatto su misura per le sopra citate società”, evidenziano i pm Spinelli e Bontempo. Tutto perché poi, secondo gli investigatori, il legale avrebbe avuto l’incarico dalle stesse aziende di gestire il contenzioso tributario. Intercettato, l’avvocato dice a Marco Marchetti, dipendente della Novares anche lui finito ai domiciliari: “Io c’ho il mio tornaconto come puoi ben intuire”. Attività in cui sarebbe stato aiutato dal commercialista ora arrestato Gianfranco Castellano, che in passato ha già avuto rapporti e ha percepito redditi dalla Trasco, società partecipata del Comune di Pontinia, e che puntava a ottenere l’incarico di revisore dei conti. A spalancare le porte del Comune a Scirè sarebbe stato invece l’assessore Luigi Subiaco, ottenendo in cambio la promessa dell’assunzione della figlia da parte della società Kibernetes. Ma l’operazione non sarebbe andata in porto per la perdita dell’assessorato al bilancio lo scorso anno da parte di Subiaco, ridimensionato dopo aver insultato sui social l’allora presidente della Camera, Laura Boldrini, per il passaggio del segretario generale dell’ente, Daniela Falso, indagata a piede libero, al Comune di Sezze, e per le proteste dei dipendenti comunali, che prima si erano visti riconoscere degli incentivi per occuparsi del contenzioso e poi hanno visto votare una delibera consiliare per esternalizzarlo.

L’INDAGINE NELL’INDAGINE

L’attività degli inquirenti si è concentrata anche sull’attività professionale dell’assessore Luigi Subiaco che è medico di base a Pontinia. Nel corso delle indagini è emerso che Subiaco incaricava telefonicamente la segretaria Anna Sacchetto ed il figlio Edoardo Subiaco entrambi indagati, di firmare al suo posto le ricette mediche in sua assenza. IL GIP Nell’ordinanza con cui ha emesso le sei misure cautelari, il gip Giuseppe Cario sostiene che “la formazione di atti amministrativi è rimessa ai valori dei privati interessati, che dispongono loro ciò che vogliono per conto del Comune di Pontinia”. Ancora: “Emerge un quadro preoccupante di predisposizione degli atti amministrativi su misura, che vengono redatti dalle stesse società interessate alla gara nella totale acquiescenza dell’ente comunale, che anzi favorisce l’illecito in cambio di assunzioni di parenti o di incarichi”. Subiaco viene ritenuto dal gip “particolarmente incline a condotte illecite di ogni tipo, dunque senza scrupoli”, e viene considerato dallo stesso gip “elevatissimo il pericolo” che il gruppo porti “a compimento il progetto tendente a pilotare l’affidamento del servizio come vogliono”.