PONTICELLI
Agguato di camorra nel circoletto, scatta il coprifuoco nel rione
Dopo la morte di un boss e di un innocente serpeggia la paura «Mio figlio di 12 anni non vuole più scendere di casa la sera»
di REDAZIONE
NAPOLI. Tira un’aria strana a Ponticelli. Nel Lotto 0, quel rione di edilizia popolare che martedì scorso è stato teatro dell’agguato di camorra costato la vita al boss Raffaele Cepparulo e all’innocente Ciro Colonna, aleggia il clima del sospetto. Qualcuno ha tradito, una settimana fa. Qualcuno ha consentito ai killer – venuti da fuori – di eseguire un’azione da manuale, mettendoli in condizioni di destreggiarsi senza problema in quel dedalo di vialetti dove è impossibile non perdersi se ci arrivi per la prima volta. E sul ‘filatore’, adesso, si concentrano tutti gli occhi. Degli investigatori, ma anche dei malavitosi della zona. A cominciare dalla «paranza» che Raffaele Cepparulo – allontanatosi dalla ‘sua’ Sanità dopo la strage del 22 aprile che fece due morti e tre feriti nel clan Vastarella – aveva messo in piedi nello spazio di poche settimane. E che aveva iniziato a stazionare in pianta stabile tra il circoletto di via Cleopatra diventato il teatro dell’orrore e alcuni dei palazzoni di cemento armato del rione. «Non finirà qui», sussurra preoccupato qualcuno. Tira un’aria strana al Lotto 0. E, forse, non è un caso da martedì scorso i ragazzi perbene che popolano il rione hanno preferito restare chiusi in casa, almeno nelle ore più tarde della sera. Meglio non rischiare, la morte di un loro amico, Ciro Colonna, è una ferita ancora aperta. Uno choc ancora da metabolizzare. «Mio figlio ha 12 anni e dopo che è morto Ciro ha detto: papà non scendo più», dice mesto un gesto. E mentre la paura inghiotte le persone perbene che vivono nel rione facendole sprofondare ancor di più nell’isolamento, nei vicoli qualcosa si muove. Silenzioso. E chi abita in quel Lotto lo percepisce sulla propria pelle che la calma è solo apparente. Lo sanno loro e pure gli investigatori, che stanno lavorando a ritmo serrato per cercare di segnare una svolta all’indagine sugli omicidi di Raffaele Cepparulo – esponente dei spicco degli Esposito-Genidoni, i cosiddetti ‘barbudos’ – e di Ciro Colonna. C’è poi un aspetto ancora da chiarire. O meglio, un ruolo: quello dei De Luca Bossa. La ‘famiglia’, benché fortemente ridimensionata negli anni dalle inchieste, dagli arresti e dalle condanne, continua a conservare il controllo dello spaccio di droga nel rione. E, vuole il caso, il loro nome è stato accostato all’agguato: il circoletto in cui i killer hanno sorpreso Raffaele Cepparulo è gestito da un giovane esponente della famiglia, già incappato in passato in precedenza in problemi con la giustizia. La priorità delle indagini è dunque capire se il clan sia stato colto alla sprovvista in casa sua da quella clamorosa azione oppure no. Il puzzle è ancora tutto da comporre, ci sono tessere che vanno cercate e incastrate. Tutto questo mentre la parte sana di quel rione ha deciso di far sentire la propria voce per difendere la memoria di Ciro Colonna. Roba che a Ponticelli, ma soprattutto in quel rione dove la presenza della camorra è oppressiva, non s’era mai vista prima. «Un ragazzo buono il pane che non aveva a che fare con quella vita», dicono tutti da queste parti. E non hanno paura di essere smentiti. Il Lotto 0 ha partecipato in massa ai funerali di Ciro che si sono tenuti sabato pomeriggio e domani sera saranno ancora in strada per lui. Stavolta con una fiaccolata. Che si fermerà davanti alla chiesa dove è stato dato l’ultimo saluto al 19enne. Vale a dire a un tiro di schioppo dal circoletto dell’orrore. «Non infangate Ciro, così lo uccidete due volte», è la preghiera di amici e parenti. «Lui era un pezzo di pane. È morto perché ha pensato a salvare gli occhiali che gli erano caduti, perché erano un regalo della sorella e ci teneva tanto. Pensate quanto era ingenuo: mentre sparavano lui ha pensato agli occhiali», dicono. Però accanto a questa verità scorre quella delle indagini dei carabinieri. Ciro Colonna e Raffaele Cepparulo si conoscevano e avevano preso a frequentarsi. Saranno le verifiche degli investigatori a spiegare la natura dei contatti. Se fossero dovuti alla frequentazione dell’unico luogo di ritrovo – il circoletto – che offre il Lotto 0 oppure no.
Manuela Galletta, Metropolis
fonte:www.internapoli.it