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Ponte Morandi: bloccata dall’antimafia un’impresa. Cantone: “Norme pericolose nello sblocca-cantieri”

Ponte Morandi: bloccata dall’antimafia un’impresa. Cantone: “Norme pericolose nello sblocca-cantieri”

Un provvedimento della Dia notificato alla Tecnodem Srl di Napoli. L’Ati: “Era autorizzata, ma rescisso contratto di subappalto”. Il monito del presidente dell’Anac

Non c’è pace per il ponte Morandi di Genova che è crollato parzialmente nell’estate del 2018 provocando 43 morti e 566 sfollati. C’è una prima interdittiva antimafiaper una azienda impegnata nei lavori sul ponte. Il provvedimento, disposto dal prefetto Fiamma Spena, è stato notificato dalla Direzione investigativa antimafia alla Tecnodem Srl, affidataria di un contratto di subappalto, con sede a Napoli. L’azienda è ritenuta permeabile e esposta al rischio di infiltrazione mafiosa. Ma la Tecnodem era nella white list, l’elenco delle aziende già verificate dalla prefettura. La Fratelli Omini ha “preso atto” di quanto comunicato dalla Struttura Commissariale e l’Ati dei demolitori di Ponte Morandi ha già provveduto all’immediata risoluzione del contratto di subappalto e all’allontanamento della società in questione.

L’Ati: “Tecnodem autorizzata a lavorare nei cantieri”

Nella scelta per il subappalto l’Ati aveva fatto riferimento proprio alla white list. Ma il protocollo d’intesa firmato dal commissario e dal prefetto di Genova prevede la possibilità di controlli più approfonditi anche una volta che le imprese entrano in cantiere. “Prima dell’inizio dei lavori aveva presentato alla committenza tutta la documentazione richiesta e prevista ai fini delle verifiche antimafia per ottenere il permesso al subappalto delle relative attività. Ottenuta l’autorizzazione, soggetta a successiva verifica da parte della Prefettura, sono stati consentiti gli ingressi in cantieri”. Lo afferma in una nota diffusa dalla Fratelli Omini, capofila dell’Ati.

Cantone: “Il primo testo del decreto non prevedeva controlli antimafia”

“Il primo testo del decreto Genova non prevedeva i controlli antimafia. Fu in sede di audizione in parlamento che segnalai questo aspetto e poi le norme furono inserite. E’ positivo che queste misure siano state utili“, ha spiegato il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, a Sky Tg 24. Cantone fu sentito dalla commissioni Trasporti e Ambiente della Camera il 10 ottobre del 2018 e in quell’occasione segnalò quelle che riteneva delle criticità del decreto Genova, predisposto dopo il crollo di Ponte Morandi. E segnalò il fatto che nel testo – che poi è stato rivisto – era prevista una deroga a tutte le norme extrapenali. Ma questo comportava anche “la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive”, fece notare il numero uno dell’Anac.


“Norme pericolose nello sblocca-cantieri”

Il presidente dell’Anac è intervenuto sullo “sblocca-cantieri” con il rischio legato alle infiltrazioni mafiose nei subappalti. “Ha vari aspetti problematici perché semplifica gli affidamenti sotto i 200mila euro, che sono tantissimi negli enti locali, e questa è una norma pericolosa – ha spiegato Cantone a Sky Tg 24 -. Prevede eccessive deroghe ai commissari di governo. Poi c’è la norma sui subappalti che ha una serie di rischi collegati alle infiltrazione mafiose ed è pericolosa sul piano della qualità delle opere: è noto che i subappaltatori operano in regime di ulteriore risparmio: più che al far bene si pensa al ‘fare comunque'”.

“Pericolo per le deroghe concesse ai commissari stessi”

“In questo provvedimento, sulle grandi opere c’è poco, tranne la norma sui commissari straordinari che è molto pericolosa” per le deroghe concesse ai commissari stessi, ha sottolineato Cantone. “Per le opere fino a 200mila – ha spiegato il presidente dell’Anac – si lasciano mani libere, oltre questo tetto ci sono procedure ipergarantite: non mi sembra che sblocchi le opere“. Quanto al fatto che Cantone e l’Anac non siano stati sentiti, per un parere, durante la stesura dello sblocca cantieri, “il Parlamento non ha ritenuto in questa fare opportuno sentirmi: è una scelta, non fa nulla – ha osservato Cantone – . Si vede che non ritenevano utili le cose che avrei avuto da dire. Noi faremo uno studio e lo metteremo a disposizione“.

 


14 Maggio 2019

fonte:https://notizie.tiscali.it/