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POLITICA PREVENTIVA non è guerra preventiva di Francesco de Notaris

POLITICA PREVENTIVA non è guerra preventiva
di Francesco de Notaris  

 

La nuova legge elettorale attende la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione nella Gazzetta.Il dibattito parlamentare ha evidenziato come essa limiti e allontani i cittadini da una auspicata partecipazione.

La cancellazione del sistema delle preferenze e la mancanza di regole o orientamenti chiari sulla scelta delle candidature e sulla collocazione dei candidati nelle liste attribuiscono ai Partiti (ed è nella natura della democrazia) ogni forma di discrezionalità in merito.

Il cittadino che volesse candidarsi non può, pur volendo, sottoporsi al giudizio dell’elettorato, per cui l’elezione o la bocciatura dipendono da fattori che poco hanno a che vedere con soggettive capacità.

D’altro canto la responsabilità dei gruppi dirigenti dei Partiti diviene elevatissima nella scelta delle candidature e nei procedimenti successivi.

E’ difficile misurare il consenso di ciascun candidato, tenendo presente che i votanti saranno numerosissimi in territori estesi. Nello stesso tempo non si venga a dire, tranne che per poche personalità, che notorietà e capacità sono note a tanti elettori per cui il successo di quei candidati sarebbe certo se ci fossero le preferenze.

Per la maggior parte dei candidati l’elezione dipenderà dal posto occupato in lista e dal consenso complessivo ottenuto dai Partiti in quella determinata circoscrizione.

Per tale motivo è prevedibile l’elezione di un gran numero di uomini e donne prescelti e candidati anche in più circoscrizioni.

In tempi trascorsi, dinanzi ad osservazioni e critiche che venivano rivolte ai Partiti, perchè in quei raggruppamenti non tutti gli eletti rappresentavano criteri di qualità sul piano politico e per le storie personali, si obiettava che “purtroppo” gli elettori avevano espresso quella “preferenza” e noi,…segreterie di Partito , che ci possiamo fare? Ora questo sistema può contribuire a determinare se non proprio una svolta, un miglioramento…nel tiro.

Il voto è politico e le grandi scelte verteranno su programmi condivisi, sul Premier proposto per guidare il futuro governo, sulla valutazione operata dalla maggioranza che è stata al Governo in questi anni (valutazione assolutamente negativa!).

Ecco che per la scelta dei candidati si possono individuare i criteri più diversi, accrescendo la cosiddetta partecipazione dal basso, innovando il Parlamento nei suoi rappresentanti, confermando anzitutto gli uscenti e così via.

Vi è una assoluta necessità: quella di rendere forte il primato della politica.

Luigi Einaudi, che, potremmo dire era uomo dell’economia, era l’economia, ebbe a dire, che l’economia era ancella della politica.

La buona politica è fatta da uomini di elevate qualità, di una storia personale esemplare, lavoratori, professionisti, imprenditori con a cuore il bene complessivo del Paese, che sappiano comunitariamente operare all’interno di un progetto politico alto da affinare e realizzare progressivamente.

Ecco l’impegno dei Partiti per…una politica preventiva.

Ecco il sistema preventivo: meglio evitare l’occasione di fare il male che reprimere il male commesso.

Tutto sommato è questo il sistema di San Giovanni Bosco. Per le schiere di cristiani e cattolici vecchi e nuovi , per i grandi laici, che sono nelle segreterie dei nostri Partiti so bene che il mio consiglio è superfluo, perchè giunge in ritardo. Sono certo che ho intercettato il loro pensiero! Non sarà la guerra preventiva di Busch: ripudiamo la guerra. Sarà politica preventiva…e spero lontana da ogni guerra.

 La cronaca di questi giorni ci pone difronte ad un panorama triste e miserabile, cui la politica deve porre rimedio. La prossima legislatura dovrà essere capace di governare ogni processo virtuoso in questa Italia.

Il rischio è che possa prevalere la vecchia, logora logica del Gattopardo a tutti ben nota.