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Pm Lombardo: Ponte sullo Stretto attirerà appetiti del più alto livello delle mafie

Luca Grossi 27 Novembre 2023

L’intervento del procuratore aggiunto di Reggio Calabria alla trasmissione di Report

Del ponte se ne discute da sempre, anche in ambienti criminali. Il rischio qual è? Che il ponte non colleghi due coste ma colleghi due cosche. Questo assolutamente non deve avvenire. Perché dico questo? Perché ci sono stati anni in cui tutta l’area del messinese era un’area che faceva capo a famiglie di ‘Ndrangheta. Certamente gli appetiti ci saranno, ma non saranno più appetiti legati alla singola articolazione territoriale che controlla quel territorio, ma certamente a componenti di più alto livello.

Stiamo parlando di soggetti che ovviamente hanno un compito di comporre quella che è la direzione strategica. È evidente che non può che muoversi quel livello nel momento in cui un’opera come il Ponte sullo Stretto di Messina si decida davvero di realizzarla. C’è un livello molto alto nelle due componenti calabresi e siciliane in cui le due componenti diventano una Cosa unica”.

Sono state queste le parole del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo in merito alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, tema centrale dell’inchiesta di Report.

Un’opera inutile, dannosa per il territorio, che viene calata dall’alto per questioni economiche, politiche e geopolitiche.

Il dibattito sulla questione è aperto da tempo, ma l’accelerazione per la costruzione è avvenuta soprattutto per bocca del ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini.

Al di là della discutibile fattibilità del progetto, che prevede un ponte sospeso e con una lunghezza della campata centrale di 3.300 metri, il ponte – oltre ad essere già costato alla collettività 342 milioni di euro – attirerà sicuramente gli interessi delle mafie. Basti pensare che nel 2016 l’operazione “Sansone”, che aveva smantellato il clan Condello di Archi, aveva mostrato proprio gli interessi dei boss per le trivelle necessarie alle opere propedeutiche al Ponte che dovrebbe collegare Calabria e Sicilia.

Tutte questioni che però non sembrano trovare spazio nei salotti della politica la quale, premendo sull’acceleratore, dimentica (volontariamente?) la questione dell’infiltrazione da parte della criminalità organizzata.

Un pensiero, questo, già ribadito da Don Luigi Ciotti a luglio di quest’anno durante un intervento in occasione della presentazione del libro “Guida all’Aspromonte misterioso” a Bovalino, nella Locride: “Attenzione – aveva detto – C’è il rischio, poi si dovrà lottare sia ben chiaro, che il Ponte sullo stretto non unirà due coste, ma due cosche sicuramente sì”. Il ministro Salvini dalla sua poltrona si era scagliato contro il sacerdote invitando lui, e tutti quelli che denunciavano la mafia a espatriare: “Mi fa schifo – aveva detto Salvini – che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche. Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’Italia come mafia pizza e mandolino, fa schifo ma è all’estero. Se c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come mafia, pizza e mandolino, se espatria fa un favore a tutti”.

Una frase che riassume tutta la filosofia del leader leghista.

Fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/98224-pm-lombardo-ponte-sullo-stretto-attirera-appetiti-del-piu-alto-livello-delle-mafie.html