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Più sostegno a chi lotta contro la mafia. L’appello del Capo dello Stato

ROMA – Le istituzioni dalla parte dei magistrati e dei poliziotti che lottano contro la mafia. Per Giorgio Napolitano l’ anniversario della strage Dalla Chiesa è l’ occasione per lanciare un messaggio chiaro: difendere la legalità. Il ricordo del sacrificio del prefetto, ucciso a Palermo nell’ 82 insieme alla moglie e all’ agente di scorta, è ancora oggi una «preziosa occasione» per «rinnovare un convergente e deciso sostegno delle istituzioni repubblicanee della società civile all’ attività di contrasto delle organizzazioni criminali svolta dalla magistratura e dalle forze dell’ ordine». Una battaglia contro le cosche che ha un obiettivo decisivo, spiega il capo dello Stato, e cioè «contenerne la capacità di controllo del territorio e di infiltrazione nell’ economia, nazionale e internazionale». Un ricordo che, 28 anni dopo, può e deve rinnovare «specialmente nei giovani il senso della democrazia». E un sacrificio non vano se, osserva Napolitano, ha contribuito «a far crescere un ancora più ampio e diffuso moto di indignata e consapevole difesa di quei valori di giustizia, democrazia e libertà per i quali egli si era battuto anche a costo della vita». E’ indirizzato ai familiari del generale Dalla Chiesa, attraverso il prefetto di Palermo Caruso, il messaggio del presidente della Repubblica ma le sue parole suscitano subito le reazioni politiche. «Sono uno schiaffo a Berlusconi e al governo – plaude il capogruppo dell’ Idv Donati – visto che da molti anni sono in guerra contro la magistratura». Con Walter Veltroni che, a Maroni e al governo impegnati a dimostrare l’ impegno antimafia attraverso gli arresti dei boss, replica che «in Italia c’ è un grande bisogno di verità: bisogna dire che se è vero che negli ultimi tempi sono stati colpiti molti latitanti, a farlo sono stati la magistratura e la polizia, non il governo». E quando si fanno leggi come quella sullo scudo fiscale e sulle intercettazioni «non si fa certo una vera politica antimafia» polemizza ancora l’ ex leader del Pd. Che denuncia inoltre «gli errori» del governo nella lotta alla mafia, come la cancellazione della protezione al pentito Spatuzza, «un cattivo messaggio». E un «bravo Napolitano» arriva anche da Bruno Tabacci, secondo il quale il presidente della Repubblica «ha sollevato un problema che è centrale – osserva il portavoce dell’ Api – soprattutto oggi che viviamo in una fase di crisi di un Paese che si inginocchia di fronte alla furbizia e al malaffare». Nel messaggio di Napolitano, Carlo Alberto Dalla Chiesa viene ricordato come un «servitore dello Stato di grande rigore civile e morale». Le sue capacità, il suo coraggio e la sua determinazione «lo resero punto di riferimento della comunità nazionale», ma anche obbiettivo della mafia che ne eseguì l’ omicidio «con modalità spietate nell’ intento di provocare un diffuso stato di intimidazione». La sua morte invece provocò l’ effetto contrario nella società civile: una «indignata e consapevole difesa dei valori di giustizia, democrazia e libertà».

(Tratto da Repubblica)