Pippo Fava, il giornalista ucciso nella città dove “la mafia non esiste”
ATTILIO BOLZONI E FRANCESCO TROTTA
26 dicembre 2021 • 19:00
Le indagini partono male, malissimo. Gli investigatori seguono anche una fantomatica e calunniosa pista “passionale”. Un classico nei delitti firmati da Cosa Nostra. Perché l’omicidio di Giuseppe “Pippo” Fava, è un omicidio di Cosa Nostra. Ma a Catania “la mafia non esiste”.
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata all’omicidio del giornalista Giuseppe Fava, direttore de “I Siciliani”, ucciso con cinque colpi di pistola il 5 gennaio del 1984 a Catania. Nel 2003 la Cassazione condanna il boss Nitto Santapaola all’ergastolo perché ritenuto il mandante dell’omicidio. Mentre Aldo Ercolano e Maurizio Avola (reo confesso) sono stati condanni come i killer dell’omicidio.
Gli scivolano alle spalle, nel buio. E lo uccidono, alle 21.30 del 5 gennaio 1984, a Catania.
Lo uccidono i mafiosi. Ma le indagini partono male, malissimo. Indagini confuse, gli investigatori seguono anche una fantomatica e calunniosa pista “passionale”. Un classico nei delitti firmati da Cosa Nostra. Perché l’omicidio di Giuseppe “Pippo” Fava, è un omicidio di Cosa Nostra.
Ma a Catania “la non mafia non esiste” e Pippo è un visionario, un raccontatore di favole, un corpo estraneo nella città dove il prefetto inaugura le attività commerciali del boss Nitto Santapaola, dove il comandante dei carabinieri ha rapporti con quei “galantuomini”, dove i più grandi imprenditori sono al servizio del crimine o dal crimine traggono enormi vantaggi. Pippo Fava li chiama “I Cavalieri dell’Apocalisse”.
Pippo Fava lascia “La Sicilia”, giornale paludato e organo ufficiale del potere, per fondare “Il Giornale del Sud” e poi “I Siciliani”, laboratorio di giornalismo in una Sicilia sonnacchiosa e promiscua dove i cronisti erano i suoi “carusi”, i suoi ragazzi, una generazione di giornalisti che segnerà la storia dell’ “altra Catania” dopo la sua morte.
Ci vorrà molto tempo per scoprire (e provare) chi ha davvero ucciso Pippo – giornalista, ma anche drammaturgo, scrittore, sceneggiatore, uomo di teatro, pittore – che era una voce nel silenzio cupo di una Sicilia che ingoiava ogni nefandezza e ogni mistero. La sua condanna a morte Pippo Fava l’ha firmata quando ha iniziato a scrivere di quella Sicilia e di quella Catania.
Da oggi e per venti giorni, sul Blog Mafie pubblichiamo la sentenza d’appello che ha condannato all’ergastolo il capomafia Nitto Santapaola e il suo parente Aldo Ercolano come mandanti, mentre ha assolto Marcello D’Agata, Francesco Giammuso e Vincenzo Santapaola, condannati in primo grado come esecutori. La sentenza è stata confermata in Cassazione nel 2003.