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Piangere sul cadavere sono lacrime perse. Ora avanti!!!

FRA IL PENOSO ED IL BURLESCO…
Uno spettacolo da far rabbrividire che ti propone il quadro di una comunità tipica delle aree meno modernizzate del Paese.
Più osservi e più ti convinci di trovarti veramente nella… “provincia di Casale”.
Quel sindaco che arringa i partecipanti alla… disobbedienza civile, dimentico di ammettere la sua incapacità a far valere le ragioni del suo territorio.
E quell’arcivescovo che non ha mai svolto un’azione significativa nelle sedi centrali per chiedere l’attuazione di provvedimenti seri contro l’invasione della camorra dei territori del sud pontino.
Mai una parola, mai un intervento, un atto per rendere efficiente l’apparato dello Stato, per prevenire e reprimere le illegalità e la criminalità mafiosa ed oggi, a giochi fatti e a decisioni assunte, quando i buoi sono già tutti scappati dalla stalla, entrambi si sono presentati alla folla nella veste di tribuni.
La rivoluzione, la disobbedienza civile, l’occupazione degli ambienti del Tribunale, l’assunzione degli oneri, tutti gli slogan rivoluzionari che mal si addicono a persone che, invece, dovrebbero ammettere pubblicamente la loro personale oltre che collettiva incapacità a far valere i bisogni della gente del sud.
Che dislivello, quanta differenza di statura fra il sindaco di Cassino che ha saputo “difendere” il “suo” Tribunale, facendolo, peraltro, innalzare al rango di un vero e
proprio, oltre che unico, nell’estremo sud del Lazio, avamposto contro la camorra ed il suo collega gaetano che non ha saputo nemmeno far trasformare il presidio di Gaeta in un Tribunale.
Si raccoglie quello che si è seminato o, meglio, quello che non si è seminato.
Zero produce zero.
Gli avvocati ed i cittadini gaetani.
Se ne sono accorti ora che un NON tribunale era prima o poi destinato alla soppressione?
E perché non si sono mossi prima, quando si era in tempo utile, per farlo dotare dell’identità e del ruolo di un Tribunale, con tanto di collegio giudicante, di Procura della Repubblica, di magistrati, di personale amministrativo, di squadra di polizia giudiziaria?
Ora, anziché stracciarsi le vesti e continuare a versare lacrime sul cadavere, abbiano tutti la sensibilità, l’intelligenza e la lungimiranza per contribuire all’elaborazione di quel quadro armonico necessario per creare un vero sistema di Giustizia nel Basso Lazio.
Perché se nemmeno di questo sono capaci, abbiano almeno la dignità di rinunciare al mandato e di andare tutti a casa, sindaco, amministratori, arcivescovo e vattelapesca.
Gaeta ed il sud pontino hanno bisogno di una classe politica dirigente più autorevole, più apprezzata e più ascoltata ai livelli decisionali.
Ora la palla passa al Sindaco di Cassino il quale dovrà assumersi l’onore e l’onere di contribuire a creare le condizioni perché le ragioni per le quali il Tribunale e la Procura della Città Martire sono stati elevati al ruolo di polo giudiziario del Basso Lazio trovino riscontro nella realtà.
Perché, caro Sindaco Petrarcone, lei ci ha ascoltato nel Convegno da noi svolto nella sua città, una città che noi portiamo nel cuore per antiche memorie personali e familiari, e si è reso sicuramente conto del fatto che… di carne a cuocere ce n’è tanta…
Ma proprio tanta!!!