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Perché Tribunale e Procura della Repubblica di Cassino NON vanno soppressi. Un nostro appello al Ministro Severino.

Un’Associazione antimafia seria come la nostra non può e non deve essere guidata nelle sue scelte da logiche clientelari, partitiche, o, peggio, campanilistiche.

Noi non inseguiamo il consenso;

anzi la nostra regola è quella di provocare “scandalo”, tanto per usare un termine evangelico.

“Scandalo” significa spesso, se non sempre, andare controcorrente.

Sempre un’Associazione seria deve giudicare e prendere posizione sulla base di criteri di efficienza, utilità reale e basta.

Se un Tribunale ed una Procura sono collocati su un’area laddove non ci sono situazioni di particolare criticità criminale o, peggio, laddove non si riscontrano risultati significativi nella lotta al crimine, soprattutto a quello organizzato, è meglio sopprimerli.

Punto e basta.

Bene, se fossimo rigorosi nell’applicazione di tale regola, considerati i risultati, dovremmo dire, dopo aver letto quanto scrissero i PM Diana De Martino e Francesco Curcio in occasione delle inchieste “Damasco” su Fondi ed a proposito della Procura di Latina, ”quella Procura va soppressa”.

Non siamo arrivati ancora a questo punto perché spinti dalla speranza che le cose cambiassero in meglio.

Dobbiamo dire, con franchezza, che allo stato, non abbiamo riscontrato ancora quella rapidità di intervento e quella incisività che ci aspettavamo con il cambiamento dei vertici.

Ma rimandiamo il discorso ad altra occasione concedendo un’ulteriore proroga al momento in cui, prima o poi, ci vedremo costretti ad esprimere un parere definitivo.

Il discorso che oggi, invece, vogliamo affrontare è quello che riguarda il pericolo che stanno correndo Tribunale e Procura di Cassino di essere soppressi.

Preso atto dell’incompetenza delle Procure ordinarie in materia di contrasto dei reati associativi di natura mafiosa, noi che siamo un’Associazione antimafia dovremmo dire “chi se ne frega se chiudono anche Cassino”.

Non lo diciamo-anzi sosteniamo il contrario – perché, pur dopo le infelici dichiarazioni pubbliche dell’attuale Procuratore Capo di Cassino che parla, pur non avendo il ruolo istituzionale per farlo, di inesistenza di organizzazioni criminali radicate sul territorio quando tutti sanno, al contrario, che il Cassinate, come tutto il Basso Lazio, è sotto il tallone delle mafie – confidiamo sempre in un raccordo fra quella Procura e le DDA, un raccordo che è urgente e per la stipula del quale invochiamo l’intervento del Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso.

La Procura di Cassino e, quindi, il Tribunale, non vanno soppressi per una ragione semplicissima.

Quella di Cassino è l’UNICA Procura della Repubblica del Basso Lazio, collocata, peraltro, all’estremo confine fra Lazio e Campania, regione, quest’ultima, ad altissima densità criminale, mafiosa e comune.

Sopprimere la Procura (e, quindi, il Tribunale) di Cassino significherebbe, quindi, voler fare un regalo alle mafie.

Mafie militari, mafie politiche, mafie economiche.

Qualche passo in tal senso lo abbiamo già fatto, movendoci con discrezione e nelle direzioni giuste, senza clamori e senza nemmeno confonderci con chicchessia, tenuto conto del fatto che molti lo fanno, se lo fanno effettivamente e non giocando con due mazzi di carta, solamente per motivi elettoralistici e di visibilità.

Ci rivolgiamo al Ministro Severino per chiederle con forza di ripensare un suo eventuale progetto di “chiudere” Cassino.

CASSINO VA SALVAGUARDATA PER LE RAGIONI CHE ABBIAMO SOPRA ESPOSTE!!!