Abbiamo deciso, d’intesa con il direttore di questo giornale, di assumerci la responsabilità di lanciare un grido di dolore per tutto quanto sta accadendo nella nostra terra. Qui c’è la storia delle nostre radici, qui è l’avvenire dei nostri figli. Non vogliamo essere maledetti dalle future generazioni per il disastro che lasciamo loro in eredità. Ce ne hanno già dette e ce ne diranno. “Siamo gente che vuole usare la mafia per mettersi in mostra” oppure che con la nostra azione “danneggiamo il nostro territorio, facciamo procurato allarme, cacciamo turisti ed investitori”. Noi invece vogliamo resistere all’assalto della criminalità organizzata e alla sua contiguità con una parte, purtroppo ampia, della politica, perché amiamo la nostra terra. Non è facile scrivere di mafia in questo paese perché quello che scrivi e dici ti viene fatto pagare, sempre. Alcuni esponenti della nostra Associazione sono stati minacciati, altri aggrediti e percossi, a molti vengono intentate cause giudiziarie per chiedere risarcimenti milionari, altri ancora vengono diffamati con accuse