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Per i Sindaci di Gaeta e di Formia le mafie nel sud pontino non esistono???

Allucinante.

Non una sola parola di esecrazione da parte del Sindaco e di altri amministratori ed esponenti politici di Gaeta circa il coinvolgimento di cittadini di questa città nelle indagini relative all’operazione anticamorra “Golfo”.

Eppure un noto cittadino ed un famoso esercizio della città del Golfo sono risultati vittime dei camorristi ed alcuni reati commessi da questi ultimi sono stati compiuti proprio a Gaeta.

Il silenzio dell’Amministrazione comunale e del mondo politico di Gaeta la dice lunga sulla sensibilità di queste persone rispetto al tema del radicamento mafioso sul territorio.

Gaeta è la città, in provincia di Latina, che registra il più alto numero di beni confiscati ai mafiosi ed il suo tessuto economico è fortemente inquinato dalle mafie.

Non possiamo andare oltre in quanto ci sono in corso delle indagini che potrebbero registrare un aggravamento di una situazione che già è di per sé drammatica.

Altrettanto grave e davvero incomprensibile è stato il comportamento, sempre a proposito dell’operazione “Golfo” che ha portato alla decapitazione del clan Bardellino i cui componenti arrestati abitano proprio a Formia, del Sindaco di quest’altra città che dista appena 6 chilometri da Gaeta.

In una dichiarazione rilasciata infatti dal Sindaco di Formia ai cronisti di Lazio TV- e da questi trasmessa nelle edizioni dell’1-2 e 3 dicembre u. s. – questo Sindaco ha fatto riferimento alla presenza dei Bardellino sul territorio come persone rifugiatesi nel sud pontino e provenienti dalla Campania a seguito delle lotte intestine ai clan.

In genere egli ha attribuito la responsabilità di alcune presenze ai magistrati che hanno adottato al riguardo provvedimenti coattivi.

Nessun riferimento egli ha fatto ai massicci investimenti fatti dai clan in tutto il sud pontino ed in particolare a Formia, città nella quale l’economia è fortemente inquinata.

Anzi questo Sindaco ha teso a minimizzare la presenza della camorra sulla città e sul territorio invitando tutti -ed in ispecial modo la stampa -a non descrivere più il territorio di Formia come invaso dai clan.

Lasciamo a chi ci legge ogni commento, ma, al contempo, non possiamo esimerci dal confermare il nostro severo giudizio circa le responsabilità di gran parte del mondo politico ed istituzionale del sud pontino, che, malgrado tutto, si ostina continuare a negare- o quanto meno a minimizzare – il fenomeno del radicamento delle mafie nel Basso Lazio e, più in generale, in tutta la Regione.