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Pensiamo che si dovrebbe tornare a parlare delle situazioni a rischio del sud della ciociaria sulle quali esiste un colpevole silenzio dettato spesso dalla paura di contrapporsi ad un potere criminale che molti negano che esista ma che nessuno tuttavia esclude…

Le confessioni del boss…
Da anni abbiamo lanciato l’allarme, denunce ai carabinieri e in procura, convegni con magistrati e poliziotti, interviste in tv, appelli agli amministratori locali per un nuovo patto etico con il risultato di essere giudicati visionari, allarmisti millantatori in cerca delle prime pagine sui giornali.
Alla fine ha parlato il boss Carmine Schiavone e ha svelato  con una impressionante naturalezza gli intrighi, gli affari e le collusioni che hanno consentito alla camorra di tenere sotto ricatto lo Stato  e di controllare e appropriarsi di una parte  delle istituzioni.
Un racconto confidenziale come se stesse parlando con degli amici al bar, senza reticenze anzi a tratti con spavalderia. Ha narrato delle ingenti somme che amministrava ogni giorno destinate spesso a corrompere e comprare pezzi dello Stato e con i voti a condizionare le forze politiche se non addirittura ad eleggere i propri rappresentati nelle istituzioni pubbliche.
Cifre da capogiro, capitali immensi in grado di dettare le regole nel mondo degli appalti, di falsare la libera concorrenza delle imprese e di stravolgere il mondo imprenditoriale e quello delle attività commerciali. Un sistema basato sul connubio mortale tra potere, politica ed economia,
un  sistema  che è diventato sempre più forte perché la corruzione generava il voto di scambio e l’elezione di una classe dirigente debole, incompetente e servile  che anziché il bene comune si prodigava per tutelare e favorire gli interessi particolari delle lobby mafiose.
L’economia è stata condizionata da questo sistema inquinato e malavitoso che ha imperato in questi anni e la stessa deindustrializzazione  e disoccupazione è frutto della fuga degli investimenti dalle nostre Regioni in quanto ricattate dai poteri criminali.
Siamo rimasti anche impressionati di come Carmine Schiavone abbia parlato del sud Lazio definendolo “provincia di Casale “ (casal di principe) e pertanto fatto oggetto di discariche abusive di rifiuti di ogni sorta, da quelli chimici a quelli ospedalieri, da quelli radioattivi a quelli industriali, e delle precauzioni che venivano usate per nascondere i bidoni tossici da otto sino a quindici metri sotto terra.
Apparentemente nulla di nuovo se non la conferma di un sistema criminale che traeva importanti profitti dallo smaltimento illecito dei rifiuti che provenivano dalle  ricche regioni del nord e dai paesi industrializzati dell’Europa. Triangolazioni in tutto il mondo con il traffico delle armi e quello della droga, immensi capitali che poi sarebbero finiti nei paradisi fiscali e reinvestiti nei mercati finanziari mondiali.
Ora il boss si è  pentito perché i veleni sommersi nelle cave, in riva al mare, sotto i terreni agricoli, stanno liberando tossine micidiali nell’ambiente provocando tumori mortali per l’uomo.
Sarà sufficiente il racconto di un capo della camorra a risvegliare le coscienze sopite della società civile che dinanzi a questi problemi è rimasta sempre indifferente e a tratti infastidita?
Basterà l’analisi cinica e realistica di un boss mafioso per cominciare a risanare un territorio inquinato dalla presenza dei  clan che hanno fatto i loro comodi mentre una classe politica guardava altrove e si occupava di altro?
Noi a Pastena non siamo rimasti né fermi e né indifferenti  e presto sapremo se la nostra battaglia verrà premiata, ma ci sono volute un’interrogazione al Parlamento e un’altra al consiglio Regionale del Lazio oltre che un interessamento di sky tg24 e una nuova denuncia alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Ora il vento è cambiato e forse qualcuno si ricorderà di noi.
Pastena 24 agosto 2013 dott. Arturo Gnesi