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Pasticci giuridici e propaganda

Il ddl sicurezza approvato dal Senato e la vicenda di Eluana Englaro dimostrano l’arroganza del governo, pronto ad agire anche contro i dettami costituzionali, perseguendo solo misure populistiche, ingiuste e inefficaci. Ne abbiamo parlato con Felice Casson, senatore del Pd e magistrato, fra i presentatori di una serie di emendamenti volti a contrastare il disegno legislativo dell’esecutivo

Prima il disegno di legge sulla sicurezza, con annesso emendamento leghista (primo firmatario onorevole Bricolo) che cancella il divieto al personale medico-sanitario di denunciare alle forze di polizia l’immigrato irregolare che ad esso si rivolge per essere curato, poi infine oggi, dal Consiglio dei ministri, il via libera al decreto che impone uno stop all’applicazione della sentenza, confermata in Cassazione, che concede alla famiglia di Eluana Englaro di sospendere alimentazione e idratazione artificiale alla giovane donna in stato vegetativo da 17 anni. Un provvedimento che il capo dello Stato Napolitano ha già fatto sapere che non sarà firmato. Ma niente, il governo procede come un treno in corsa calpestando Costituzione, diritti, rispetto della magistratura, solidarietà. Di queste tristi giornate che il Paese sta vivendo, nel clima di odio e intolleranza sociale montanti, abbiamo parlato con il senatore del Pd Felice Casson, magistrato che ha presentato una serie di emendamenti durante la votazione del ddl a Palazzo Madama per contenere la portata negativa delle misure del governo in materia di sicurezza.

Partiamo dall’emendamento Bricolo. Una modifica che il tuo partito ha stigmatizzato dal punto di vista giuridico e umano. La questione però è anche un’altra. Se la clandestinità è riconosciuta come reato penale dal ddl sicurezza, non sarebbe stato logico che il governo introducesse non la possibilità ma l’obbligo di denuncia da parte del personale medico-sanitario, che riveste la funzione di pubblico ufficiale, verso quanti entrano con esso in contatto per farsi curare ma che sono illegalmente presenti in Italia? L’emendamento della Lega non appare un pasticcio anche giuridico in questo senso?
Questo emendamento è sicuramente un pasticcio giuridico e nasce da una volontà politica precisa: alla Lega e al governo interessava offrire alla pubblica opinione un segnale di durezza o, per usare una espressione del ministro Maroni, di cattiveria. In questa modifica leghista non è obbligatorio segnalare il clandestino sottoposto alle cure, ma è data al referente medico-sanitario la possibilità di farlo. La ragione è la seguente. L’articolo 356 del codice penale prevede l’obbligo della refertazione soltanto nei casi di delitto, ma il reato di soggiorno clandestino, come prevede il ddl sicurezza, non è un delitto, bensì una contravvenzione penale. Ecco dunque perché nell’emendamento non sussiste quest’obbligo.
Siccome però non c’è divieto, come previsto dal Testo unico sull’immigrazione (comma 5 articolo 35), che è stato abrogato, alcuni medici, magari leghisti del Nord, potranno esporre denuncia nei confronti di un assistito straniero irregolare.
E’ una scelta pericolosa per le conseguenze che avrà non solo per la salute dell’immigrato, ma anche per quella di tutta la popolazione: in casi di gravi malattie, lo straniero illegalmente presente per timore di essere espulso non si recherà presso le strutture mediche per farsi curare, mettendo a rischio se stesso e la comunità.

Qual è l’aspetto più inquietante di questo ddl sicurezza approvato dal Senato?
L’aspetto più preoccupante riguarda la divaricazione che si realizzerà fra finalità di questo ddl e i suoi risultati, nel senso che viene presentato come un provvedimento che dovrebbe riguardare la sicurezza dei cittadini, in particolare verso l’immigrazione clandestina, invece si rileverà inadatto e inadeguato a sconfiggere la criminalità clandestina, come accaduto con il decreto legge estivo,. L’altro aspetto preoccupante riguarda il segnale che dalla politica e dall’esecutivo viene lanciato al paese: un monito di durezza, cattiveria, xenofobia, razzismo, che dal punto di vista sociale rischia di facilitare il formarsi di una subcultura che fa da humus ad interventi violenti di singoli o di gruppi, come dimostra il recente episodio di Nettuno.
Un attacco indiscriminato a chi è diverso, più debole, una persecuzione nei confronti di chi non si può difendere, di chi si pensa possa insediare, non si sa in che modo, la nostra sicurezza.

Sul reato di clandestinità l’Europa si era espressa criticamente però, senza che questo abbia portato nessuna marcia in dietro da parte di Maroni e dell’esecutivo, che infatti ha introdotto la contravvenzione penale di clandestinità…
Al di là dell’espressione a livello europeo e della diversificazione degli ordinamenti statuali europei, quello che colpisce è ancora una volta l’inutilità di questa norma. La quale introduce il reato di clandestinità non come delitto, ma come contravvenzione penale, che porterà, una volta accertato il fatto, al pagamento di una multa da parte dello straniero irregolare. Quale sarà la conseguenza di tale provvedimento? Che si intaseranno i tribunali, che ci saranno un’infinità di procedure burocratiche, senza che si sia dato un qualche contributo pratico e reale alla lotta contro la criminalità clandestina.
Servirà invece alla forza leghista per rinsaldare il consenso tra i suoi sostenitori.

Ora il ddl sicurezza passerà all’esame della Camera. Che possibilità ci sono che possa essere modificato in senso meno punitivo e discriminatorio?
In Senato avevamo predisposto una serie di norme ed emendamenti, oltre ad una vera e propria strategia parlamentare (dalle Commissioni all’Aula) per attenuare gli aspetti più preoccupanti e maggiormente anti-costituzionali del ddl. Anche perché ci eravamo resi conto del malessere che serpeggiava fra la maggioranza, soprattutto cattolica e di Alleanza Nazionale. Non è un caso che il voto segreto sulle materie più delicate ha portato in superficie questo malessere della maggioranza, con il governo che per ben tre volte è stato sconfitto sulla presentazione di tre nostri emendamenti. Mentre su altri emendamenti si è arrivati vicinissimi, con il voto segreto appunto, alla modifica della norma voluta dal governo. Se alla Camera si potranno ottimizzare queste norme regolamentari e chiedere una revisione anche sulle materie delicate, utilizzando le varie procedure di voto, qualcosa potrà essere modificato in meglio.

Altra questione aperta dall’esecutivo, altra sua pagina triste è la vicenda Englaro. Il Cdm ha emanato un decreto legge ad hoc che interrompe l’applicazione della sentenza che rende possibile la sospensione delle cure alla giovane. Il presidente della Repubblica ha però annunciato la sua contrarietà. Ma il decreto non crea un contenzioso con la magistratura visto che esiste una sentenza passato in giudicato? Non si apre uno scontro fra poteri dello Stato?
Certamente è così. Un decreto legge su questa materia e in questa situazione per necessità costituzionale avrebbe comportato la firma del presidente della Repubblica. Ero convinto che Napolitano non avrebbe mai firmato un atto del genere: è incostituzionale e travalica in modo evidente i limiti della legittimità costituzionale. In questo caso ci sono norme costituzionali precise a tutela della salute e del principio dell’autodeterminazione dell’individuo, ci sono sentenze della magistratura che sono intervenute sul caso specifico in modo definitivo. Le sentenze vanno applicate punto e basta. Quindi un decreto legge non può intervenire modificando questo quadro giuridico. Sarebbe fuori dalla realtà costituzionale.

Ci sono margini per un intervento da parte della magistratura che possa imporre uno stop all’esecuzione della sentenza?
No, assolutamente. Non so quale magistratura potrebbe farlo (penale non è possibile e nemmeno civile, visto che quest’ultima non può intervenire d’ufficio) e sulla base di quale norma. Una procura della Repubblica interviene se c’è un reato, ma qui il reato non esiste. Anche le notizie rilanciate dai media sul sequestro della stanza dove sarebbe ricoverata Eluana sono assurde e non avrebbero fondamento legale. Non so come il governo pensare di intervenire in questo modo in situazione giuridiche e umane molto delicate come quella della Englaro, cercando di forzare con violenza l’ordinamento: sono lesioni gravissime della legittimità ordinaria e costituzionale.

(tratto da www.aprileonline.info)