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Pastena (Frosinone). “Cento giorni di silenzio” di Arturo Gnesi… Perché?

Anticamente, prima dei testi scritti c’era la tradizione orale, ovvero le
notizie venivano tramandate di generazione in generazione utilizzando il
solo
racconto orale , le parole servivano per non disperdere la memoria di un
intero
popolo e a rappresentare la sua identità culturale.
In mancanza dei libri per ricordare gli avvenimenti si rimaneva fedelmente
ancorati ai racconti che descrivevano le cose viste, ascoltate  e vissute.
A Pastena oggi siamo piombati nell’oscurantismo  medioevale perché su alcuni
lavori eseguiti non esiste nessuna  documentazione cartacea e nemmeno è
rimasta
una ricostruzione verbale attendibile e veritiera dei fatti accaduti.
Tutto vero anche se appare incredibile ma tutto è assolutamente vero.
Circa 10 anni fa sono stati  eseguiti dei lavori in una località denominata
“valle cisternola”, dopo alcuni anni qualche gola profonda narrò che con
appena   un decimo della cifra stanziata furono  consegnate le opere
appaltate.
Cento giorni fa  veniva  depositata una richiesta al protocollo del Comune
di
Pastena che chiedeva l’autorizzazione alla visione del fascicolo relativo
alla
progettazione , all’appalto e alla consegna dei lavori riguardanti valle
cisternola e ad oggi ancora non se ne sa assolutamente nulla.
A parte qualche dichiarazione  confidenziale  che lascia intendere che nell’
ufficio tecnico non è rimasta alcuna traccia del fascicolo richiesto.
Nessuno ha avuto il coraggio di scrivere, nero su bianco, perché questo
argomento è top secret e perché non si riescono a trovare gli argomenti
adeguati tali da giustificare un ritardo colpevole e omertoso.
Cento giorni di silenzio che tradotti sarebbero omissione di atti d’ufficio.
Cento giorni di silenzio che significano inosservanza delle regole e
mancanza
di rispetto nei riguardi dei cittadini.
Cento giorni di silenzio che esprimono tutta la demagogia di una classe
dirigente che ha creato sulla disinformazione un sistema di potere
impenetrabile e imperscrutabile.
Cento giorni di silenzio che simbolicamente sono  il basso profilo di una
politica che riesce a sopravvivere soprattutto grazie alla mortificazione
della
conoscenza e alla mistificazione della verità.
Nemmeno il coraggio di blandire l’ipotesi più benevola che giustificasse
tutto
con lo smarrimento dovuto alla distrazione degli impiegati.
Solo cento giorni di silenzio con le Istituzioni ridotte a misere spoglie,
cimeli e conquiste di un manipolo di predoni che immuni da leggi e
regolamenti
pensano di potersi sottrarre a qualsiasi forma di controllo e di giudizio.
Nessuno parla, nessuno trova la forza di scrivere quattro parole nemmeno il
portavoce del comune trova il tempo di dedicarsi a queste quisquiglie che
hanno
inghiottito circa seicento milioni di vecchie lire.
Cento giorni di silenzio   ma “per amore del mio popolo non tacerò” .
Sia questo l’impegno di coloro che in questi giorni si fanno avanti per
divenire i futuri amministratori del paese.

Pastena 3 febbraio 2011
arturo Gnesi