Palermo, “corruzione e appalti irregolari”: agli arresti domiciliari il direttore generale dell’Ast Andrea Fiduccia. Altre 8 misure interdittive
Secondo l’ipotesi degli inquirenti, i vertici dell’Ast avrebbero messo in atto una gestione societaria superficiale e privatistica violando le norme di trasparenza pubblica e turbando diverse procedure di appalto. In totale 16 indagati con le accuse, a vario titolo, anche di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata
di F. Q. | 22 FEBBRAIO 2022
Con l’accusa di corruzione è finito agli arresti domiciliari Andrea Ugo Fiduccia, direttore generale dell’Ast, l’azienda partecipata dalla Regione Siciliana che si occupa del trasporto pubblico regionale. L’inchiesta della procura di Palermo, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e condotta dalla Guardia di finanza, ha portato il giudice per le indagini a emettere anche 8 misure interdittive – dalla sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio al divieto di contrattare con la Pa – per altrettante persone. Si tratta di dipendenti dell’Ast e di imprenditori.
Secondo l’ipotesi degli inquirenti, i vertici dell’Ast avrebbero messo in atto una gestione societaria superficiale e privatistica violando le norme di trasparenza pubblica e turbando diverse procedure di appalto. L’inchiesta conta in totale 16 indagati e per tutti la procura aveva chiesto l’applicazione delle misure cautelari, ma il gip ha respinto la richiesta per 7 di loro. Le persone finite sotto la lente dei finanzieri sono accusati, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Tra le accuse contestate a Fiduccia c’è quella di aver dato in modo non legittimo l’incarico di revisore contabile a un professionista, che secondo le indagini in cambio avrebbe omesso di segnalare le irregolarità contabili facendo apparire legittimi i bilanci della società pubblica. E ancora il dirigente, in cambio della promessa dell’assunzione di propri familiari, avrebbe – sempre secondo gli inquirenti – costruito su misura per una società una gara per la fornitura di servizi per la startup di una compagnia aerea del valore di 2.150.000 euro.
Le indagini hanno fatto emergere anche alcune ipotesi di truffa: una in danno dell’azienda pubblica sul servizio di bigliettazione elettronica, del valore complessivo di 3,2 milioni di euro, attraverso l’utilizzo di documentazione falsa per simulare il possesso dei requisiti previsti nel bando. E infine su lavoratori a tempo determinato da parte dell’agenzia di lavoro interinale che si è aggiudicata l’appalto per 6 milioni di euro, in quanto le assunzioni sarebbero state influenzate da logiche di natura politica piuttosto che dalle effettive necessità aziendali.
Il valore complessivo delle contestazioni ammonta a oltre 10 milioni di euro e gli investigatori contestano anche tra le condotte ritenute illecite “l’affidamento diretto ad un’azienda della fornitura di dispositivi contro il Covid-19 in assenza delle procedure e dei presupposti previsti dal codice degli appalti”. Le Fiamme Gialle di Palermo ritengono di aver “fatto emergere un collaudato modus operandi illecito realizzato dai vertici della società per azioni partecipata dalla Regione, gestita come se fosse un’azienda privata, in dispregio delle norme di legge che devono orientare le procedure di un organismo pubblico nella scelta del contraente, negando in radice la libertà di accesso agli operatori economici interessati e ostacolando quindi la normale e libera concorrenza del mercato”.