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Palermo. Arrivano le navi della legalità per non dimenticare Falcone. Borsellino e tutti coloro che lottano contro le mafie. Insorge l’Italia degli onesti

Studenti da tutta Italia a Palermo per ricordare la strage di Capaci

Le cerimonie per il 19° anniversario della strage di Capaci. Arrivati a Palermo due traghetti con centinaia di ragazzi. Migliaia in corteo dll’aula bunker dell’ Ucciardone. “Lezione di vita, lezione di coraggio, questo è per noi il 23 maggio”. Il telegramma di Berlusconi. Il ministro Alfano: “I collusi che siedono in Parlamento se ne devono andare via”. Baglioni canta sotto l’albero di Falcone. La lettera ai ragazzi dal padre del piccolo Di Matteo sciolto nell’acido.

“Grazie Falcone, ora tocca a noi”. Due navi per la legalità, nel giorno in cui si ricorda il 19° anniversario della strage di Capaci sono arrivate al porto di Palermo, una da Civitavecchia e l’altra da Napoli. Si chiamano “Giovanni Falcone” e “Paolo Borsellino” e hanno bordo centinaia di studenti italiani. Sono 65 le scuole rappresentate, oltre la metà sono istituti superiori, tanti dal Lazio, dalla Lombardia, dalla Calabria, dall’Abruzzo. Tantissimi soprattutto i cartelli e gli slogan coniati per l’occasione: “Grazie Falcone, ora tocca a noi”, “Mettiamola ai voti: Falcone 10, Borsellino 10, mafia non classificata”, “La mafia uccide con il silenzio”. Ci sono anche gli studenti dell’istituto d’arte de L’Aquila, che nei loro cartelli ricordano la tragedia vissuta con il terremoto: “Ricostruiamo L’Aquila senza la mafia”, “Non facciamoci schiacciare dalla mafia”.

LA LETTERA Il padre del piccolo Di Matteo: “Combattete contro la mafia”

“Ogni anno è un’esperienza sempre più bella, siamo qui per testimoniare il nostro impegno e far sì che i ragazzi possano lavorare nella loro terra. Finché avremo le forze, continueremo sempre” ha detto il procuratore antimafia Pietro Grasso, accogliendo i ragazzi in porto, tremila studenti provenienti da tutta Italia.

Accanto a lui, sul palco allestito al porto, Antonello Montante, delegato nazionale di Confindustria per la legalità, l’imprenditore Vincenzo Conticello, l’ex pm Giuseppe Ayala e Maria Falcone, sorella di Giovanni, visibilmente emozionata. “Nonostante gli anni passino, ogni volta è un’emozione nuova e fortissima”, ha detto. “Su questi giovani rimane il seme di Giovanni e Paolo e questo ci dà molta fiducia”, ha dichiarato Ayala.

FOTO Claudio Baglioni canta l’Inno di Mameli

Per la commemorazione, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha inviato un telegramma al Prefetto di Palermo. Nel testo il premier ricorda la figura del giudice Falcone, “divenuto uno dei simboli della lotta alla criminalità organizzata nel nostro Paese. Resterà sempre nei nostri cuori”.

FOTO Ecco chi era Giovanni Falcone

Le manifestazioni sono cominciate nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo con il convegno “Giovanni e Paolo, due italiani” promosso dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone cui hanno partecipano anche quattro ministri: Angelino Alfano (Giustizia), Stefania Prestigiacomo (Ambiente), Mariastella Gelmini (“Questa giornata di grande mobilitazione dimostra che l’Italia non si è arresa” ha detto il ministro dell’ Istruzione) e Roberto Maroni.

FOTO Danneggiato pullman della legalità

“Abbiamo calcolato che negli ultimi tre anni abbiamo arrestato, grazie a polizia, carabinieri e magistratura 8 mafiosi al giorno in media e oltre trenta latitanti di massima pericolosità, senza dimenticare l’aggressione ai patrimoni della mafia” ha detto il ministro dell’Interno,”ciò dimostra l’efficacia e l’efficienza dell’azione dello Stato, ma anche quanto lavoro ancora rimane da fare”.  E il ministro della Giustizia: “I collusi che siedono in Parlamento se ne devono andare via e le leggi sono fatte per cacciarli. Se poi i partiti politici hanno la forza di cacciarli prima è ancora meglio, e lo dico chiaramente” ha esortato Alfano.

Il programma è proseguito a fine mattinata a Capaci dove Maroni ha deposto una corona di fiori per le vittime della strage mafiosa. Subito dopo, l’incontro con i familiari delle vittime alla Caserma Lungaro e poi il sopralluogo in via D’Amelio per commemorare l’uccisione di Paolo Borsellino e di cinque agenti della scorta. “Il ricordo è una delle armi più potenti per forgiare le coscienze dei giovani nel contrasto alla criminalità organizzata che prima di tutto deve essere culturale” ha aggiunto il ministro Maroni, affiancato dal prefetto di Palermo Giuseppe Caruso e il questore Nicola Zito. “Bisogna investire sui giovani e le nuove generazioni – ha aggiunto – perchè rifiutino l’illegalità a qualunque livello dalle piccole cose fino alla criminalità organizzata. Questo è l’unico modo per sconfiggerla definitivamente”. Alle 15 nella sede di Confindustria firma del Protocollo della legalità tra Regione, Confindustria e prefetture.

IL CORTEO Poco dopo le 16, con lo striscione sorretto anche dalla sorella del giudice, Maria Falcone, ha preso il via dall’aula bunker dell’Ucciardone il corteo organizzato dalla fondazione Giovanni e Francesca Falcone ‘Per non dimenticare’. Un altro corteo è partito da via d’Amelio. Migliaia di giovani che sono confluiti intorno l’Albero Falcone, il ficus dinanzi al portone del palazzo dove abitava il magistrato che è divenuto un simbolo della lotta alla mafia. Hanno sfilato al ritmo di brani musicali come quelli tratti dal film “I cento passi” mentre su molti balconi lungo le vie Duca della Verdura e Notarbartolo sono state appesi lenzuoli e bandiere tricolore.

Diciannove anni dopo la strage di Capaci, infatti, la Fondazione Falcone ha voluto ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino come “due italiani ed eroi moderni che hanno difeso la democrazia”, inserendo la memoria tra le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Intense l’attenzione e la partecipazione dalle case e dai terrazzi, tanto da suscitare un dialogo a distanza con gli animatori che intonano: “Vieni giù, vieni giù, manifesta pure tu” e anche “chi non salta un mafioso è è”. E battiti di mani, e slogan di denunce. E’ stato ricordato anche il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso insieme alla moglie in un attentato mafioso: “Dalla Chiesa, non appena nominato prefetto di Palermo – si è sentito dal megafono – chiese più volte poteri effettivi nella lotta alla mafia, senza mai ottenerli. Diceva che ci sono cose che non si fanno per coraggio, ma per guardare in faccia i propri figli e i figli dei propri figli, per non deluderli. Grazie perchè non ci hai deluso”.

GLI SLOGAN Tra gli altri slogan scanditi, ‘Giovanni Falcone ce l’ha insegnato la mafia si vince solo con lo Stato, ‘Giovanni e vivo e lotta insieme a noi, le sue idee non moriranno mai’. Ancora:  ‘Lezione di vita, lezione di coraggio, questo è per noi il 23 maggio”, e anche ‘Palermo e’ nostra e non di Cosa nostra”. E da un camioncino che precede il corteo un ragazzo invita a 19 anni dalla strage “a far scoppiare un altro botto, la nostra voce per dire no alla mafia”.

CANTA BAGLIONI Claudio Baglioni ha cantato sotto l’albero Falcone di via Notarbartolo, dove sono giunti i due cortei partiti da via d’Amelio e dall’aula bunker dell’Ucciardone. Oltre all’Inno nazionale, il cantautore romano ha proposto “Strada facendo”. Prima aveva detto: “La strada è maestra di vita e la vita è un’avventura meravigliosa da vivere assieme. Grazie per questa testimonianza appassionata di tutti voi. E’ un giorno importate per il nostro Paese e per tutte le persone che hanno voglia di futuro. E che domani sia davvero un giorno migliore”. Baglioni ha poi cantato “Avrai” e “Noi no”, testo composto per il concerto antimafia – tenuto nel 1992 a Palermo – dal titolo “Giù la maschera”. Baglioni ha detto: “Allora c’era un’aria di smarrimento, però ogni tanto apparivano dei lenzuoli bianchi su cui era scritto il titolo della canzone ‘Noi no’. Ragazzi di allora e ragazzi di oggi cantate con me”.

LA FRASE “Gli uomini passano, le loro idee restano. Restano le loro tensioni morali e cammineranno sulle gambe di altri uomini”. La frase di Giovanni Falcone che ha aperto gli interventi dal palco allestito ai piedi dell’albero Falcone di via Notarbartolo, è stata tradotta in 18 lingue diverse.

(Tratto da Repubblica)