Palamara:“Pignatone mi invitò a casa sua per dirmi dell’indagine su di me”
ANTONIO MASSARI
Luca Palamara il 28 maggio parla a Luca Lotti dell’inchiesta di Perugia che lo vede indagato per corruzione. “C’è il Gico (reparto della Guardia di finanza che indaga su di lui, ndr) … il Gico… i due del Gico… quelli che dipendono da Di Gesù (generale Cosimo Di Gesù, ndr) e da Mastrodomenico (colonnello Gerardo Mastrodomenico, ndr) che sono gli uomini del Pigna…”. “Sì ”, ribatte Lotti, “ma non c’è collegamento… Luca non c’è collegamento”.
PALAMARA INVECE so st ie ne che un collegamento vi sia. E continua: “Ragazzi, questa è storia, mo’ti dico… la so da dicembre del 2017 quando, ti ho detto, andai alla caserma dei Carabinieri, da lui…”. Il riferimento è all’ex procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, che alloggia al comando generale dei Carabinieri. “Da Pignatone –continua Palamara – abbiamo parlato mezz’ora… mi ricordo come se fosse oggi, parlavamo sempre de… lui de… de Fabri… (sembra un riferimento a Fabrizio Centofanti, l’imprenditore che, secondo la procura di Perugia, avrebbe corrotto Palamara pagandogli viaggi e soggiorni in albergo, ndr) di tutto quanto, no… e lui, come al solito, no?… e qua, chi non c’è, tutto… vado a chiama’ l’ascenso .. ancora mi ricordo… lui stava in ciabatte… c’hai presente le ciabatte di una volta quelle che usava mio padre, no?… Proprio le ciabatte che usavano gli uomini di una volta, no?… Stavo pigiando il coso dell’ascensore… mi fa… ‘puoi rientrare un attimo?’… E stavo andando via… ‘ti devo di’una cosa, ma tu sei stato fuori a Fonteverde co… una per sona? ’… Faccio ‘sì, perché?’… ha detto ‘no, perché… è uscito fuori da alcuni accertamenti che abbiamo fatto’gli ho detto ‘e allora… ? cioè, adesso andiamo a vedere pure con chi vado a dormì o chi esco?’… ho detto ‘facciamo attenzione’… ‘tu non ti preoccupà che quei due tanto sanno che devono fa’”. I due, par di capire, nella ricostruzione di Palamara sarebbero proprio i finanzieri Di Gesù e Mastrodomenico. Palamara – ammesso che la sua versione sia vera –data questo episodio nel dicembre 2017. Dal decreto di perquisizione della procura di Perugia si ricava che gli investigatori del Gico redigono una prima nota tre mesi dopo, nel marzo 2018, e un’altra a settembre, quando hanno messo a fuoco alcuni episodi che riguardano Centofanti e Adele Attisani, l’aman – te di Palamara. Gli episodi –l’acquisto di un anello e un soggiorno in hotel a Taormina – risalgono a settembre e ottobre 2017. I finanzieri sospettano che l’acquisto dell’anello, da parte di Centofanti, sia stato fatto per conto di “lui”. E il “lui” in questione, secondo il Gico, era Palamara. Non sappiamo se gli investigatori individuano il “lui” in Palamara già nell’autunno del 2017. Sappiamo però che gli episodi contestati al pm romano sono precedenti al dialogo – sempre ammesso che vi sia stato –di Palamara con Pignatone in ciabatte davanti all’ascensore.
TUTTO QUESTO non è comunque sufficiente a “blindare” la versione di Palamara per almeno due motivi. Il primo: il pm romano potrebbe millantare proprio perché sa di essere intercettato. Il secondo si rinviene dagli atti che la procura di Perugia trasmette al Csm e dalle seguenti parole vergate dai finanzieri in un’infor – mativa. Il 16 maggio –annota il Gico – Palamara viene intercettato mentre parla con l’ex consigliere del Csm Luigi Spina. “Nel corso del colloquio – scrivono gli investigatori – Spina condivideva con Palamara la documentazione trasmessa dalla procura di Perugia al Csm, ovvero l’informa – tiva di polizia giudiziaria che aveva generato l’iscrizione e gli accertamenti eseguiti presso le strutture ricettive e i viaggi usufruiti dall’indagato”. E ancora: “Spina partecipava a ll ’indagato i contenuti d el l ’informativa in relazione ai complessivi accertamenti eseguiti dalla GdF”. Il colloquio tra Palamara e Lotti è del 28 maggio. Ben 12 giorni dopo aver saputo, attraverso Spina, il contenuto delle indagini che lo riguardano. Non si può escludere che Palamara dica il vero sul dialogo con Pignatone, ma non si può neanche escludere che gli attribuisca rivelazioni che, in realtà, ha ricevuto da Spina. Nell’i n t e r r ogatorio a Perugia, il pm Stefano Fava – in da ga to per rivelazione di segreto d’uffi – cio e favoreggiamento nei riguardi dello stesso Palamara – aggiunge dei dettagli interessanti: “Nel settembre 2018 iniziano a uscire alcuni articoli di stampa – Il Fattorivela l’esistenza dell’in – dagine a Perugia – e quando incontravo Palamara egli si premurava di dirmi che aveva tutte le prove dei pagamenti. Ribadisco che l’i n fo r m a ti v a non l’avevo vista e nulla sapevo se non quello che mi disse lui…”.
A SETTEMBRE 2018 Spina non poteva avergli ancora rivelato nulla: come poteva Palamara sapere che doveva giustificare i pagamenti, oggetto d’una indagine riservata, che gli saranno contestati 9 mesi dopo? Palamara torna a discutere con Fava dell’argomento nel maggio scorso: “Mi era sembrato strano – dice Fava ai pm perugini –che Palamara sapesse non tanto delle indagini, ma dei contenuti delle stesse, ovvero del nome delle strutture presso cui si era svolti gli accertamenti. Prima di maggio 2019, ovvero, a partire dall’usci – ta dei primi articoli, lui era solito dirmi che era tranquillo e poteva confutate le con testaz ioni che venivano fatte ”. Nell’interro – gatorio Fava si sofferma anche sui rapporti tra Palamara e Pignatone: “I motivi della rottura con Pignatone non me li ha mai comunicati. Per circa dieci anni sono stati in ottimi rapporti. In ambito Csm Palamara si rendeva promotore delle richieste di Pignatone per tutte le nomine, per quanto lo stesso Palamara mi ha riferito. La rottura del loro rapporto, ritengo, risale a sette o otto mesi fa”. Se davvero, come racconta Palamara nelle intercettazioni con Lotti e anche a verbale, Pignatone gli abbia rivelato i segreti di un’inchie – sta, svolta peraltro da un’altra procura, dovrà verificarlo –se lo riterrà opportuno – la procura di Perugia.