Latina 15 maggio 2008
Nel Rapporto dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio diffuso in questi giorni, – rapporto, comunque, lodevole sotto molti aspetti -, ci si limita, purtroppo, a fotografare lo statu quo emerso sulla base di indagini già fatte o in corso. Indagini che, comunque-nessuno ha il coraggio di dirlo- sono poche rispetto ai “casi” innumerevoli che dovrebbero essere indagati. In tale Rapporto, peraltro, non appare alcuna analisi approfondita delle ragioni –l’inadeguatezza dell’azione di contrasto, soprattutto – che hanno determinato e determinano un ‘ininterrotta espansione del fenomeno mafioso nel Lazio.
Nessuno di noi vuole creare allarmismi, ma certo è che nelle istituzioni, come nel mondo della politica, sono pochissimi coloro che hanno posto e pongono il problema del contrasto delle mafie ai primi posti dell’agenda delle cose da fare.
Il fatto che solo ora, dopo la pubblicazione del Rapporto, una decina di consiglieri regionali abbia chiesto al Presidente del Consiglio Regionale una convocazione ad hoc del Consiglio stesso sta a dimostrare che ci si comincia a preoccupare appena da ora, quando, cioè, i buoi sono già scappati dalle stalle.
Al Riguardo appaiono veramente sorprendenti le dichiarazioni odierne del neo sindaco di Formia, Sen. Michele Forte il quale sostiene che “ l’amministrazione che ho l’onore e l’onere di rappresentare non si è ancora insediata, non sono in grado oggi di poter quantificare il fenomeno malavitoso infiltratosi in questi anni nel nostro tessuto sociale e imprenditoriale.
Il Sen. Forte è un vecchio esponente politico, ha un figlio consigliere regionale, è stato parlamentare, presidente del consiglio provinciale e non è la prima volta che è sindaco di Formia. Il fatto che egli dichiari che non è in grado oggi di quantificare il fenomeno malavitoso è estremamente grave in quanto rivela il livello di disattenzione da parte delle istituzioni e del mondo della politica nei confronti di un fenomeno, quello delle mafie, che si intreccia pesantemente con la vita economica e sociale del Paese, del Lazio e della Provincia di Latina. Dove ha vissuto finora il Sen. Forte???
Sono, quindi, evidenti una disattenzione inquietante al problema, oltreché una diversità spaventosa di lettura nelle istituzioni da far rabbrividire, tutti aspetti non evidenziati nel Rapporto in parola.
Citiamo due casi eclatanti, che riguardano, il primo, la Capitale ed, il secondo, la provincia di Latina:
1) a Roma, mentre DNA, DDA, DIA, Corte d’appello ecc. denunciano con forza e da anni la presenza massiccia e le attività economiche delle mafie nazionali ed internazionali, l’ex Prefetto di Roma ed attuale deputato prima di Forza Italia ed ora del Partito Democratico Serra dichiara che “nella Capitale non c’è mafia “;
2) a Latina, mentre il giudice Francesco Curcio della DDA, il dr. De Ficchy della DNA, il dr. Ardituro della DDA di Napoli, la DIA, le Commissioni parlamentari antimafia, il Ministero dell’Interno denunciano il continuo proliferare delle mafie nella nostra economia, il Procuratore capo della Repubblica sostiene di non condividere le analisi del Dr. Curcio.
Perché il Rapporto dell’Osservatorio regionale non ha preso in esame tali aspetti?
Perché esso non ha analizzato i motivi per i quali la Guardia di Finanza, soprattutto nelle province di Latina e di Frosinone, ha fatto e fa pochissime indagini di natura patrimoniale e sulle colossali movimentazioni di capitali, indagini finalizzate ad accertare la loro “provenienza” illecita?
LA SEGRETERIA