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Ormai l’imprenditoria pontina e, più in generale, quella laziale, sono state quasi del tutto espulse dall’impianto economico locale: Cosa fanno Prefetture e partiti?

Diciamo subito. ad evitare strumentalizzazioni di sorta, che non intendiamo assolutamente criminalizzare tutti i soggetti e le imprese provenienti dalla Campania e da altre regioni, ma, al contempo, non possiamo non esprimere le nostre più vive preoccupazioni per la continua invasione che proviene da altre aree geografiche del Paese di elementi che stanno letteralmente soppiantando l’imprenditoria locale espellendola dal tessuto economico pontino e ciociaro..

Fra quei soggetti e quelle imprese potrebbero nascondersi elementi legati, direttamente od indirettamente, alle mafie, come provano vecchie e nuove inchieste delle forze dell’ordine e della magistratura.

Sottraendo ricchezze ed occupazione ai nostri territori.

Da tutta la provincia di Latina, da Terracina, Fondi, Sperlonga, Itri, Formia, Gaeta, Latina e, poi, da Cassino, Ceccano, Fiuggi ecc. in provincia di Frosinone (ma lo stesso discorso si potrebbe fare per le altre province del Lazio, non esclusa la Capitale e tutto il litorale a nord di questa), ci pervengono notizie di gare per lavori pubblici o privati vinte da imprese di altre regioni.

Una situazione oltremodo seria che sta rendendo sempre più grave la situazione economica pontina e dell’intero Lazio, situazione alla quale è urgente in un modo o nell’altro far fronte.

Le ultime notizie ci pervengono da Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia, dove ci sembra di notare una vivacità davvero eccezionale da parte di soggetti per lo più campani che si stanno aggiudicando quasi tutti i lavori.

Ci sembra alquanto strano il fatto che soggetti provenienti da una delle aree geografiche più depresse d’Italia, qual’è appunto la Campania, mostrino di possedere enormi disponibilità economiche al punto da essere in grado di sbaragliare qualsiasi concorrenza locale.

La Guardia di Finanza sta accertando o no la “provenienza” di tanti capitali???

Qualcosa evidentemente non va e ciò ci sta preoccupando notevolmente.

Ma quello che ci inquietano di più sono il disinteresse e l’inerzia delle istituzioni e della politica locali che sembrano completamente ignorare il fenomeno.

Da tempo si parla della creazione di “stazioni uniche appaltanti”, di un’“unica regia degli appalti e delle forniture varie” e quant’altro, ma, oltre ai proclami ed alle sparate propagandistiche, non notiamo, ad oggi, nulla di concreto.

Né vediamo iniziative serie da parte di chicchessia, partiti politici e parlamentari, compresi coloro che gridano “mafie””mafie” da alcuni mesi, per svegliare dai sonni profondi Prefetture, Regione Lazio e quant’altri.

Siamo curiosi di sapere al riguardo che cosa stanno facendo soprattutto i Prefetti di Latina e Frosinone.