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Operazione ”Leonessa”: maxi blitz contro membri della Stidda, numerosi arresti tra Brescia e Gela

Operazione ”Leonessa”: maxi blitz contro membri della Stidda, numerosi arresti tra Brescia e Gela

Sventata guerra di mafia con “500 leoni” pronti a scatenarla al primo cenno dei boss

26 Settembre 2019

di AMDuemila

Questa mattina Polizia di Stato e Guardia di Finanza sono state impegnate in una maxi operazione antimafia eseguita in gran parte del territorio nazionale, dalla Sicilia alla Lombardia, con una settantina di arresti e sequestri per 35 milioni di euro. Gli agenti, grazie al blitz, sarebbero riusciti a sventare una nuova guerra di mafia con 500 “leoni”, da qui il nome dell’operazione “Leonessa”, pronti a scatenarla al primo cenno dei loro superiori. Un fatto allarmante emerso grazie alle centinaia di ore di intercettazioni ascoltate dagli inquirenti dove i sodali si facevano chiamare in quel modo.
I membri dell’organizzazione, appartenenti alla Stidda di Gela, negli anni ’90 storica rivale di Cosa nostra, avevano il loro quartiere generale nel nord Italia, a Brescia, dove hanno pesantemente inquinato diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi per decine di milioni di euro. In particolare risulterebbe che la Stidda, pur mantenendo i caratteri mafiosi, nell’agire quotidiano si è dimostrata abile nell’essersi trasformata ed evoluta nel corso del tempo, sostituendo ai reati tradizionali nuovi business, utilizzando quale anello di congiunzione tra i mafiosi e gli imprenditori i colletti bianchi, i quali individuavano tra i loro clienti (disseminati principalmente tra Piemonte, Lombardia, Toscana, ma anche nel Lazio, Calabria, Sicilia) quelli disponibili al risparmio facile. Per quanto riguarda l’altra tranche del blitz posto in essere nel gelese, dal nome “Stella cadente”, gli agenti sono riusciti a mettere le manette ai polsi a 33 soggetti tra capi, gregari e sodali della Stidda, in particolare della
 cosca dei Di Giacomo, che hanno gestito un fiorente traffico di sostanze stupefacenti, infiltrando l’economia legale attraverso imprese di comodo, facendo estorsioni a tappeto, specie con il metodo dell’imposizione dei prodotti delle loro aziende. I poliziotti hanno anche ripreso diverse spedizioni punitive alle quali gli affiliati si presentavano armati, danneggiamenti e incendi ai danni di chi si opponeva al potere del clan.

Fonte:www.antimafiaduemila.com