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Operazione “Golfo” nel sud pontino. Non vedo, non sento, non parlo. Il processo di meriodionalizzazione e di mafiosizzazione delle comunità pontine

Se Atene piange, Sparta non ride.

Se a Fondi piove, a Formia diluvia.

Ed attenti anche a Gaeta, Itri e non solo, dove è probabile che fra non molto si scateni l’inferno.

Più che un deficit solamente di legalità ce n’è uno più grave di sensibilità sociale e di moralità pubblica e privata.

I valori sono saltati, è andata persa la capacità stessa di ribellione e, peggio, di indignazione.

Una vera e propria assuefazione al male, un lasciarsi andare, una sorta di cultura del “non vedo, non parlo, non sento ”.

La morte della società dei valori, il trionfo dell’omertà e della collusione, la perdita definitiva di ogni spazio di vivibilità civile e democratica.

La fine della società civile.

Corpo inerte, esangue, questa.

Le terre dei Purificato e dei De Santis, dei Bordiga e dei Gramsci in pasto ai barbari senza un barlume di reazione.

Ce ne accorgemmo dagli esiti dei due convegni che organizzammo poco più di un anno fa prima a Gaeta e poi a Formia, a distanza di qualche mese l’uno dall’altro, sulla presenza mafiosa su quei territori.

Vennero le punte avanzate delle DDA e della DIA a relazionare davanti ad una platea composta da amici per lo più provenienti da altre città e da altre province, perfino da Viterbo.

Di cittadini ed esponenti politici ed amministrativi gaetani e formiani, quasi nemmeno l’ombra, fatta eccezione per i dirigenti di SEL a Gaeta e di quelli della FDS a Formia.

Il resto, per quanto riguarda i responsabili politici, a cominciare da quelli del PD, dell’IDV, per non parlare degli altri, a casa.

Un segnale inquietante dello stato di degrado in cui è precipitato il sud pontino.

Le mafie, argomento che non interessa ai più.

D’emblée le cronache ci squadernano in questi giorni i fatti relativi all’operazione “Golfo” contro il clan Bardellino.

Ci si arrotola nella cronaca, senza che nessuno tenti un esame di fondo, l’elaborazione di un quadro d’insieme, un’analisi sociologica e culturale che metta in evidenza le mutazioni antrologiche, morali, culturali, politiche intervenute nella società del sud pontino.

Un vero e proprio processo di… meridionalizzazione e di mafiosizzazione della società, di quella società che, appunto, ”non vede, non sente, non parla”.

Le forze dell’ordine si sono trovate e si trovano in un mare di difficoltà nell’operare in piena solitudine, senza il benché minimo apporto da parte di chicchessia, una denuncia, una soffiata, anche una segnalazione anonima.

Nessun responsabile politico – fatta eccezione, ad onor del vero, per quelli della Federazione della Sinistra che hanno emesso un comunicato nel quale chiedono le dimissioni dell’attuale Presidente della Camera di Commercio di Latina per taluni aspetti dei fatti emersi durante le indagini della “Golfo” -, che abbia il coraggio di chiedere ad alta voce di riesumare negli archivi della Procura pontina le bobine delle intercettazioni della “Formia Connection” che rivelano l’esistenza di alcuni rapporti amicali fra taluni esponenti politici e soggetti oggi arrestati; oppure di riprendere e riesaminare, alla luce dei fatti di questi giorni, le dichiarazioni rilasciate al Sole24ore da un consigliere comunale di Formia appena un anno o poco più fa.

Nessuno che abbia avvertito il dovere morale e politico di evidenziare pubblicamente l’inopportunità dell’assunzione della difesa, come legale, di uno degli arrestati da parte di un Assessore in carica. sempre di Formia.

A Formia, Gaeta ecc. non ci sono solamente i Bardellino.

Ci sono anche altri – tanti – che le forze dell’ordine -e non solo – conoscono bene…

Perché nessuno ne parla?

Per non parlare della rete di relazioni che tutti questi signori hanno sicuramente saputo costruire nel tempo con gente locale.