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Operazione della DDA di Napoli contro i Casalesi. Arrestato anche un avvocato

IMPORTANTE INDAGINE CON ARRESTI DELLA DDA DI NAPOLI SU ALCUNI CLAN CASALESI: COINVOLTO ANCHE UN AVVOCATO.
FONTE:  AGI 3 GIUGNO
Non solo messaggero del boss, anche grazie al fatto che era stato nominato loro difensore dai figli di Francesco Bidognetti Raffaele e Gianluca, dal fratello Michele, e da molti altri elementi di spicco di quella fazione del clan dei Casalesi, compreso il capo del gruppo di fuoco Giuseppe Setola in alcuni processi. Carmine D’Aniello era anche, direttamente o attraverso altre persone, colui che su ordine del boss recluso e al 41 bis procacciava risorse finanziarie per l’associazione camorristica, ne custodiva le provviste economiche, reinvestiva i guadagni derivanti dagli affari illeciti, gestiva il patrimonio della famiglia Bidognetti e distribuiva gli ’stipendi’ mensili agli affiliati. E’ quanto si evidenzia nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Napoli nell’ambito delle indagini dei carabinieri di Caserta che ha visto questa mattina l’esecuzione di 10 arresti – tre dei quali in Toscana, tra Montepulciano e Altopascio, tutti nei confronti di donne, e cioe’ Rosa Maione e Teresa e Maria Pagano – e la notifica in carcere a quattro persone gia’ detenute del provvedimento. Tra queste ultime, il boss. D’Aniello, rilevano i magistrati, ha fatto stabilmente da portaordini di Bidognetti, un ruolo “improprio” tra persone detenute e soggetti di camorra in liberta’ provato anche da intercettazioni ambientali, perche’ l’articolo 103 comma 5 del codice di procedura penale rende possibile l’uso di materiale acquisito dagli inquirenti relativo a conversazioni che “integrino esse stesse reato”. Proprio questo ruolo di collegamento tra carcere ed esterno ha permesso a Francesco Bidognetti, noto negli ambienti criminali come ‘Cicciotto ‘e mezzanotte’, di mantenere un ruolo apicale nel gruppo. Oltre che per concorso esterno in associazione mafiosa, il legale, che e’ iscritto al foro di Santa Maria Capua Vetere, deve rispondere di episodi di riciclaggo e reimpiego di proventi di origine illecita. Ed e’ lui che porta gli ordini del boss di intimidire collaboratori di giustizia (Anna Carrino, Luigi Guida) anche attraverso i loro legali (come accade all’avvocato che assiste Domenico Bidognetti, il cui padre Umberto e’ stato ucciso dal gruppo di Setola per intimorirlo), oppure per il mantenimento dei legami con i clan del quartiere napoletano del Vomero; ed ancora media in prima persona le frizioni tra Setola e Luigi Tamburrino, trasferisce soldi a quest’ultimo su indicazione anche del genero del boss, Giovanni Lubello (arrestato oggi), e recupera investimenti di Bidognetti in alcune imprese sottoposte a sequestro.