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Operazione Arcobaleno e “caso Fondi”.Il comportamento disdicevole di una parte del ceto politico. Una nota di Vincenzo Trani

Non ho mai goduto del fango che inevitabilmente ha travolto l’immagine di Fondi e della nostra provincia negli ultimi mesi. Non ho mai gioito quando i rappresentanti dello Stato, quelli in divisa, hanno fatto il proprio dovere sul territorio del mio comune.

Piuttosto ho sempre reagito con indignazione a quelle affermazioni da parte di chi ha sempre negato l’esistenza della malavita organizzata sul territorio del sud pontino.

Oggi, più che mai cerco di scorrere con la memoria i vari interventi pubblici che si sono susseguiti negli ultimi anni da parte di diversi attori istituzionali.

Penso a quello che il Presidente del TAR Dott. Bianchi disse in occasione del suo trasferimento da Latina, quando definì i guardiani della nostra terra inaffidabili rispetto a quella malattia che rischiava di soffocarci.

Penso a quello che il Sostituto Procuratore Miliano cercò di fare quando un noto personaggio della politica intervenne a gamba tesa con il silenzio dell’allora Procuratore Generale della Repubblica, nei confronti del Tribunale di Latina.

Penso agli interventi del Questore di Latina, che in maniera composta, riservata e risolutiva, portava e porta avanti indagini che danno risultati eccellenti.

Penso al lavoro svolto dal colonnello dei Carabinieri Rotondi prima di essere trasferito ad altro incarico.

Penso soprattutto al coraggio ed al grande senso del dovere con cui il l’allora Prefetto Bruno Frattasi ha trattato il cosiddetto “ caso Fondi”

Penso infine ai due interventi solenni in parlamento del Ministro degli Interni Maroni rispetto alla richiesta di scioglimento del consiglio comunale di Fondi.

Tutti, con alto senso del dovere ed appartenenza istituzionale.

Mi viene però immediatamente da pensare a chi da anni continua a negare in maniera spudorata una verità troppo evidente, una realtà troppo chiara ormai sotto gli occhi anche dei più stupidi e incoscienti cittadini di parte.

Penso così alle affermazioni dell’allora Procuratore Generale della Repubblica di Latina Dott. Mancini, a quando affermava che nella nostra provincia… non c’era alcun allarme sicurezza e criminalità.

Penso quindi al Presidente della Provincia Armando Cusani che ha sempre negato la presenza di criminalità organizzata sulla nostra provincia, anche di fronte a relazioni altamente professionali come quelle della DDA e della DIA che tracciavano una mappatura dettagliata delle cosche criminali presenti sul territorio.

Penso a quando lo stesso Presidente incaricò un’agenzia privata per studiare il fenomeno della criminalità sulla sua sana provincia fatata.

E ultimo, solo in ordine di data, ricordo quando ha definito chi ha indagato sul caso Fondi “pezzi deviati dello Stato” considerando tra questi anche il Prefetto Frattasi che avrebbe scritto una relazione “Patacca” inviata al Ministro degli Interni Maroni.

Quello che non ricordo ancora di aver visto è il rapporto con cui poi certe farneticanti affermazioni dovevano essere documentate. Quel famoso dossier che il Presidente Cusani doveva produrre ma che evidentemente oggi non può documentare.

E che dire delle minacce di querela annunciate dal Senatore della Repubblica Onorevole Fazzone contro il Prefetto Frattasi?

Ricordo che le aveva annunciate ma non ricordo che sia mai stata presentata alcuna querela in tal senso.

Oggi, alla luce degli ultimi avvenimenti di cronaca e degli ultimi sequestri da parte della DDA, mi chiedo veramente quali siano i cosiddetti “pezzi deviati dello Stato”. Se forse non sono rappresentati da chi ha fatto tutto il possibile per insabbiare cose ormai troppo eclatanti, ricoprendo cariche politiche ed istituzionali importanti per Fondi e per la Provincia di Latina nonché per lo stesso Senato della Repubblica Italiana.

Quegli stessi personaggi che tanto hanno avversato la creazione del Parco Regionale degli Ausoni e del Lago di Fondi e che ancora oggi continuano a dire di volerlo eliminare per dare spazio a grandi lottizzazioni che non appartengono al popolo del territorio.

Così come gli interventi sul Lago Lungo di Sperlonga e sul Lago di Paola a Sabaudia.

Quei personaggi che hanno fatto dei propri abusi edilizi il loro biglietto da visita oggi tacciono di fronte ad una tale evidenza che purtroppo per loro e per la nostra comunità tutta, sta dando ragione a chi aveva giustamente lanciato gli allarmi opportuni.

Se solo avessero un minimo di buon senso, chiederebbero pubblicamente scusa, quantomeno per aver sottovalutato il problema.

Purtroppo però il buon senso appartiene alle persone oneste.

Fondi, 25/03/10
Vincenzo Trani