OGGI LE MAFIE SONO DILAGATE ALL’INTERNO DELLE ISTITUZIONI POLITICHE, NELLA MAGISTRATURA, NELLE FORZE DELL’ORDINE, NEGLI APPARATI BUROCRATICI STATALI, IN QUELLI REGIONALI
“C’è una larga fetta del paese che, anche in buona fede, crede che il venir meno della strategia militare da parte delle mafie dopo il biennio ’92-’93 sia dovuto ad una loro sconfitta o comunque a una loro palese difficoltà.
La verità è un’altra.
Per quanto la magistratura e le forze dell’ordine abbiano ottenuto risultati eccezionali, le mafie non sono state affatto sconfitte.
Sono meno visibili perché sono penetrate più in profondità nel circuito economico-finanziario.
Nessuno è in grado di dire dove finisce l’economia legale e dove inizia quella illegale.
In più le mafie sono dilagate all’interno delle istituzioni politiche, nella magistratura, nelle forze dell’ordine, negli apparati burocratici statali, in quelli regionali.
Forti di questa consapevolezza dobbiamo dire con molta chiarezza che oggi lottare contro le mafie può voler dire anche lottare contro le parti deviate delle istituzioni e anche contro le zone grigie che accettano il compromesso.
Mi viene in mente a questo proposito Calamandrei quando diceva:
“Di magistrati corrotti ne ho conosciuti pochi; ma quanti ne ho conosciuti di burocrati, conformisti, opportunisti, ammalati di agorafobia che prevengono le raccomandazioni prima ancora di riceverle, che interpretano il diritto in modo ossequioso al potere!”.
Vent’anni fa si parlava di servizi segreti deviati, di magistrati deviati, di giornalismo deviato.
Oggi invece la devianza è diventata normalità: il potere costituito è fatto da quelli che una volta erano i deviati.
Al contrario i deviati contemporanei sono quelli che denunciano e che lottano nel nome della trasparenza e dell’onestà.
Oggi sono loro a essere considerati dei sovversivi, degli estremisti, sono loro il pericolo per l’ordine costituito”
Luigi De Magistris