Nuova Mala del Brenta, l’ascesa al potere delle donne. Il boss: «Mia figlia gestirà tutto»
Dall’avvocata alla madre del capo: nell’Operazione Papillon coinvolte diverse figure femminili: «Riciclaggio nelle loro mani». Le liti tra figlia e compagna del boss Trabujo
di Stefano Bensa
Nell’operazione Papillon che ha stoppata l’ascesa della nuova Mala del Brenta con 39 arresti e un regolamento di conti non riuscito con i vecchi capi — Felice Maniero in testa — ad assumere un inedito ruolo di rilievo sono soprattutto le donne rispetto alla storia passata della Mala. Tra di loro c’è lo storico difensore di Gilberto Boatto (ex luogotenente di Maniero), la padovana Evita Della Riccia (indagata), che da donna di legge decide di cambiare radicalmente registro mettendosi «sostanzialmente a disposizione dell’associazione, piegando la sua funzione di legale e la connaturata insospettabilità, dovuta al suo ruolo, al servizio delle esigenze di tipo criminale dei suoi clienti». Poi c’è Pamela Trabujo (ai domiciliari), figlia di Loris, uno dei nuovi presunti capi e cinghia di trasmissione secondo l’accusa tra vecchia e nuova Mala, chiamata a gestire Santa Chiara Motoscafi e nominata dal papà «legittima erede». E c’è Sara Battagliarin (ai domiciliari), giovane compagna di Trabujo, che pur mantenendo un ruolo defilato aveva due compiti precisi: gestire il denaro proveniente dagli estorti nella contabilità di Santa Chiara Motoscafi e i molti telefoni usati dal fidanzato. Non poteva mancare neppure l’anziana madre del boss, Lucia Marazzi (ai domiciliari), il cui ruolo era quello di «cassaforte» e «santabarbara» al tempo stesso: era di fatto il custode del denaro e delle armi dell’associazione.
«È oro mia figlia»
Sono solo alcune delle donne finite nell’Operazione Papillon con compiti più o meno di rilievo, una novità rispetto alla vecchia organizzazione mestrina della Mala del Brenta sostanzialmente al maschile (a parte la mamma di Felice Maniero, sospettata di custodire il denaro ma sostanzialmente sfiorata dalle indagini). E dalle intercettazioni è emerso come tra alcune di loro non corresse esattamente un buon sangue. Se, per esempio, Trabujo stravede per la figlia («sì… è oro mia figlia… è bravissima si sta dando da fare per tenere in mano tutto sai… io gli ho detto amore… tu devi essere pronta per tenere in mano tutto tu…», dice Loris in una intercettazione) la compagna non è altrettanto entusiasta, soprattutto per il patrimonio capitato in sorte a Pamela. Per questo motivo Sara, formalmente dipendente di Santa Chiara Motoscafi ma nella sostanza impegnata a vivere senza lavorare («con una che si sveglia a che ora vuole? … ma sei suonata! … te adesso che sei sotto padrone, sei regolare… con me… con il cazzo che venivi a lavorare!», è una delle frasi pronunciate da Loris in un’altra conversazione), è ritenuta «uno strumento consapevole nelle mani del Trabujo».
Il pm antimafia: «Le donne in ascesa»
«Una volta — dice il pm antimafia Bruno Cherchi — l’attività di aggressione, rapine e omicidi era in genere operata dagli uomini del gruppo. Abbiamo notato invece elementi puntuali in relazione all’impiego di donne, soprattutto per quanto riguarda il riciclaggio e l’intestazione fittizia di beni».