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Notizie per i… naviganti!!! Come si fa a individuare e combattere i mafiosi nelle amministrazioni pubbliche

Molte persone non vogliono capire che, limitandosi a raccontare fatti già avvenuti, non significa fare la lotta alle mafie.
Si può, facendo così, contribuire, tutt’al più, a formare una coscienza antimafia e questo già è positivo.
Ma non basta perché questo andrebbe bene in un periodo storico in cui le mafie non abbiano ancora raggiunto un livello di penetrazione nell’economia, nelle istituzioni, nei partiti, qual’è quello da esse ormai raggiunto in Italia.
Un livello da consentire ad esse la creazione di uno stato nello stato, uno stato-mafia, ormai probabilmente maggioritario, che si contrappone ad un Stato-Stato, minoritario.
Quando si ha il sospetto che un Comune è infiltrato dalle organizzazioni mafiose e si ritiene di combattere la mafia limitandosi a denunciare il sindaco, l’assessore, il consigliere, il dirigente per reati cosiddetti minori – quelli di competenza delle Procure ordinarie: abuso d’ufficio, abusivismo edilizio, interesse privato in atti di
ufficio, omissione di atti di ufficio ecc. -, si commette un grosso errore.
A lor signori non si riesce a torcere nemmeno un pelo del baffo perché fra le pene irrisorie, le lungaggini delle indagini, quelle della giustizia, le prescrizioni, i tre livelli dei procedimenti, le furbizie degli avvocati ecc. ecc. , tutto si riduce a tarallucci e vino.
La belva bisogna saperla uccidere con un colpo solo, altrimenti ti sbrana.
Sempre che ci sia il sospetto di collusioni con la mafia, è necessario lavorare su questo fronte e cercare di raccogliere il maggior numero possibile di prove di tale collusione.
Si comincia con l’acquisire presso la Camera di Commercio una “visura camerale” (la possono chiedere tutti i cittadini previo pagamento di una modica somma) per vedere qual’è l’identità vera dei soggetti che sono stati “favoriti” dal politico o dal dirigente e, poi, con l’aiuto di un’Associazione antimafia seria e che sia già in possesso di altre notizie su quei soggetti, si cerca di ricostruire tutti i rapporti, gli intrecci fra di essi.
Una volta acquisiti gli elementi-base che provano la fondatezza del sospetto della collusione fra
mafia e soggetti della politica e delle istituzioni, ci si rivolge alla Direzione Distrettuale Antimafia, che è l’unica per legge competente in materia di reati associativi di natura mafiosa.
Ci si può, volendolo, anche rivolgere ai Corpi speciali delle forze dell’ordine: DIA, GICO della Guardia di Finanza, SCO della Polizia di Stato, ROS dei Carabinieri.
Non alle Procure ordinarie o ai presidi territoriali.
Per ovvi motivi, è sempre preferibile non agire a livello personale ma solo tramite un’Associazione antimafia SERIA e che sappia come si fa ed a quali uffici e persone rivolgersi.