SEPARAZIONE CARRIERE, DOPO LA LETTERA DEI MAGISTRATI – “La separazione delle carriere è un punto centrale del programma del centrodestra – dice Pietro Pittalis, capogruppo azzurro in commissione Giustizia – dobbiamo andare avanti altrimenti tradiremmo il patto con gli elettori”
DI GIACOMO SALVINI
21 AGOSTO 2023 – Il Fatto Quotidiano
Una lettera che non è stata gradita nel governo. Oltre trecento giudici in pensione – da Piercamillo Davigo a Francesco Greco, da Marcello Maddalena (potete leggere qui sotto) ad Armando Spataro – che scrivono direttamente al ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedergli di fermare il progetto di separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici in quanto “stravolgerebbe la Costituzione” con il sospetto di un disegno più ampio: la volontà del governo di “controllare l’azione del pubblico ministero”.
Il Guardasigilli ha preferito non rispondere pubblicamente, ma la maggioranza di destra (più i renziani) che sostiene il governo Meloni invece lo ha fatto ieri attaccando i magistrati. Il vicepresidente del Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri ha risposto duramente alla lettera dei 300 giudici paragonata al libro del generale Vannacci in cui sono contenute frasi razziste e omofobe: “È passato quasi sotto silenzio un testo questo sì pericoloso, un atto di grave intimidazione nei confronti del Parlamento”. Il senatore di FI parla di atto per “impedire al Parlamento di esprimersi sulla riforma della giustizia. Questa ulteriore aggressione alla sovranità del Parlamento sarà respinta. Questa riforma s’ha da fare. E non saranno i fogli d’ordine dei padroni della verità a bloccare il libero Parlamento italiano”. Stesso concetto espresso da diversi parlamentari della maggioranza che vogliono andare avanti con la proposta di legge costituzionale sulla separazione delle carriere. L’appuntamento è previsto per il 6 settembre in commissione Giustizia alla Camera quando sarà votato anche il testo base per il ritorno alla prescrizione della legge Orlando: in quell’occasione sarà discussa la legge sulla separazione delle carriere.
“La separazione delle carriere è un punto centrale del programma del centrodestra – dice Pietro Pittalis, capogruppo azzurro in commissione Giustizia – dobbiamo andare avanti altrimenti tradiremmo il patto con gli elettori”. Poi spiega che i magistrati sono liberi di dire la loro ma “la politica sulla giustizia penale deve essere in capo al governo che stabilisce gli indirizzi, i pm devono solo applicare la legge. Oggi invece le politica sulla giustizia la fanno le procure che decidono quali reati perseguire”. Sulla stessa posizione la Lega che con il sottosegretario Andrea Ostellari ha detto che, dopo aver “ascoltato tutti”, il governo “andrà avanti”. Un sostegno alla maggioranza arriva anche dal calendiano Enrico Costa: “Alla vigilia della battaglia sulla separazione delle carriere, vengono richiamati in servizio tutti i congedati così possono sparare a zero senza problemi – spiega ironicamente – noi andremo avanti”. Qualche dubbio Costa ce l’ha sulle reali intenzioni di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha sempre cercato di evitare uno scontro diretto coi giudici e già il ddl Nordio che abolisce l’abuso d’ufficio rischia di provocarlo di nuovo. Aprire un altro fronte nel pieno della legge di Bilancio potrebbe essere un pericolo per la premier.
Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/08/21/nordio-e-la-destra-anti-toghe-vogliono-intimidirci-testo-pericoloso/7266958/