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NON E’ SOLO QUESTIONE DI……..”PALLE” E …DI “ NUMERI” –NON DIVAGHIAMO –,MA DI …….” QUALITA’ “ E DI “ VOLONTA”…….FAMOSE A CAPI’ ‘NA VORTA TANTO

Mafia sì, mafia no: una questione di «palle». Tra accuse di negazionismo e difese indignate

Mafia sì, mafia no, mafia nì. Mafia boh. Mafia… alt! Critiche, veleni e polemiche a non finire, dopo l’ultima riunione della Commissione regionale antimafia, svoltasi giovedì alla Pisana. A scatenare la querelle, forfait ed interventi considerati troppo blandi o ambigui, se non proprio negazionisti. Dei sindaci convocati dalla terra di confine rappresentata dalla provincia di Latina, dove pure secondo l’ultima relazione della Commissione parlamentare antimafia clan e loro rappresentanti continuano a essere presenza oltremodo concreta, se ne sono visti in pochi. E quasi tutti quelli che hanno presenziato, direttamente o tramite delegati, lo hanno fatto in sostanza all’acqua di rose, senza calcare troppo la mano. Un’occasione mancata, insomma: questa, l’accusa iniziale. Da cui è rimasta indenne la sindaca di Formia Paola Villa, indicata quale unica figura istituzionale proveniente dalle aree considerate a maggior rischio infiltrazione ad essersi esposta nel corso della seduta in questione. Non mancando a margine di puntare il dito, neanche tanto velatamente, contro alcuni degli omologhi del Sud pontino. Che però non ci stanno nella maniera più assoluta a passare per rappresentanti della cosa pubblica pressappochisti, ignavi o, peggio ancora, comecomplici indiretti dell’insinuante malavita. Il risultato? Un’audizione in Regione iniziata come appuntamento di routine si è ritrovata con una coda fatta di preoccupazioni, punti interrogativi e critiche incrociate. Un’escalation particolare, che merita di essere “gustata” nel dettaglio. Un j’accuse dietro l’altro, tra stilettate, distinguo e difese stizzite.

DI CESARE (CAPONNETTO): «BENVENUTI IN PROVINCIA DI CASAL DI PRINCIPE»

A lanciare per primo il sasso è stato l’arrembante Elvio Di Cesare, segretario dell’associazione antimafia “Caponnetto”. Riferendosi all’esito della seduta in questione della Commissione regionale antimafia, tramite Facebook si è lasciato andare a un intervento conclusosi con uno sferzante quanto eloquente «Benvenuti in provincia di Casale di Principe». Di Cesare, è evidente, nel suo intervento ce l’ha con gli assenti più o meno giustificati, ovvero i primi cittadini di Fondi, Gaeta, Santi Cosma e Damiano e Minturno, da dove però è stato inviato un delegato. Ma se la prende soprattutto con chi c’era e, a suo dire, non ha detto. «L’unica a parlare chiaro è forte, con tanto di nomi e cognomi, è stata Paola Villa». Non il sindaco di Itri, né quello di Castelforte, a suo dire in sostanza troppo rassicuranti.

TRANO (M5S): «I SINDACI CHE NON HANNO LE PALLE TOGLIESSERO LA FASCIA»

È di venerdì, invece, l’intervento di Raffaele Trano, deputato di Gaeta del Movimento 5 Stelle. «Da quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero i comuni di Fondi Gaeta e Santi Cosma e Damiano non hanno ritenuto prioritario partecipare all’audizione della Commissione regionale antimafia. Itri, la cittadina che ha ospitato la famiglia Bidognetti, invece avrebbe negato la presenza sul proprio territorio della criminalità organizzata, sulla base di confidenze raccolte dalle forze dell’ordine. Una circostanza che, se verificata (aspetto il resoconto ufficiale), sarebbe davvero molto grave. Mi chiedo: nel 2019, dopo decine di operazioni che hanno coinvolto il Golfo di Gaeta e dintorni, il negazionismo è ancora possibile? Eppure durante la stessa riunione il sindaco di Formia Paola Villa si è espressa in maniera opposta. Ma la commistione tra illegalità e palazzi sembra proprio non interessare alle amministrazioni comunali. I comuni giocano ormai a porte aperte. Insieme ad Angela Salafia abbiamo interessato la commissione parlamentare antimafia, sia per rafforzare l’apparato investigativo sul territorio dotandolo anche di una sede distaccata della Dia, sia per esaminare direttamente ed a fondo le dinamiche che stanno trasformando un ridente territorio in avamposto della criminalità organizzata. Ripristiniamo la legalità mettendoci la faccia!».

Domenica un nuovo intervento a tema da parte dell’onorevole Trano, ben meno prudente di quello di venerdì. Probabilmente dopo aver letto il resoconto ufficiale della seduta, alza il tiro: «La mafia non esiste. Questo è quello che è emerso dall’ultimo incontro con la Commissione ragionale antimafia», afferma il deputato pentastellato. Che per contro sentenzia: «Questa zona è piena di mafia», nonché «di corruzione». Ed ancora: «Il Basso Lazio non può restare così, con tutta questa mafia e questa criminalità». Chiarissimo, l’esponente del Movimento 5 Stelle: «I sindaci che non se la sentono, che non hanno le palle, togliessero la fascia. O si combatte o siamo fregati».

Il video-intervento di Trano

link video:https://youtu.be/WYFJu00LbCQ

 

PERNARELLA (M5S): «SINDACI INTERVENGANO ANCHE IN COMMISSIONE PARLAMENTARE»

Ad ogni modo, dal resoconto post audizione stilato sul proprio sito internet da Gaia Pernarella, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle presente ai lavori di giovedì della Commissione regionale antimafia al posto della compagna di partito e omologa Valentina Corrado, non sembravano trasparire gravi mancanze dei sindaci o comunque anomalie legate alle loro audizioni.

«Quello che i Sindaci ci hanno raccontato non è una novità», scriveva venerdì la portavoce pentastellata alla Pisana. «Il territorio della provincia è stato scientemente abbandonato dallo Stato almeno da quarant’anni, come del resto ci hanno sottolineato più volte le tante associazioni con cui abbiamo collaborato nel formulare proposte di contrasto. Una prova è il fatto che le nostre richieste per forze dell’ordine maggiormente specializzate e capaci di opporsi all’intensità dei gruppi criminali che imperversano in provincia, vanno avanti inascoltate dal 2013. Vogliamo che questi incontri con i Sindaci proseguano ma anche, come abbiamo emendato nella scorsa legislatura, che possano essere ascoltati il Prefetto e le forze dell’ordine: tutti conosciamo quali sono le famiglie che agiscono sul territorio e ne drogano l’economia ma ora pretendiamo che l’azione della Regione sullo Stato sia forte e apprezzabile». Nemmeno la conclusione, a dire il vero, lasciava intravedere particolari appunti: «Chiederemo infine l’intervento dei Sindaci anche nella Commissione Parlamentare Antimafia dove siamo certi i Primi Cittadini, troppo spesso lasciati da soli, saranno disponibili a farsi ascoltare perché la situazione migliori traducendosi in politiche concrete e non più rinviabili per tutti i cittadini».

Il video dell’intervento di Pernarella in Commissione

Antimafia, nel sud pontino servono forze dell’ordine specializzate

IL SUD PONTINO IN COMMISSIONE ANTIMAFIAIncrementare i presidi delle forze dell’ordine in tutto il Sud Pontino e convocare in Commissione Antimafia regionale il Prefetto insieme agli alti gradi delle forze dell’ordine della provincia di Latina. E quanto ho chiesto a margine della I Commissione Antimafia regionale in cui sono stati auditi i sindaci del sud pontino.Leggilo qui: http://www.gaiapernarella.it/antimafia-nel-sud-pontino-servono-forze-dellordine-specializzate/#m5s #lazio #sudpontino #criminalità #terracina #formia #castelforte #itri #minturno #movimento5stelle #antimafia #mafia #commissione

Pubblicato da Gaia Pernarella Portavoce M5S Lazio su Venerdì 22 febbraio 2019

 

IL SINDACO DI FORMIA CONTRO GLI OMOLOGHI: «HO NOTATO NEGAZIONISMO»

Sabato è rincarare la dose è stata però la volta del sindaco di Formia, che in un’intervista a Latina Oggi non ha risparmiato giudizi tranchant: «Purtroppo ho notato ancora una volta del negazionismo, ho sentito parlare del problema del trasferimento del Tribunale del giudice di pace», ha detto Paola Villa riferendosi alla Commissione dei veleni e, dunque, all’audizione dei suoi omologhi o dei loro delegati. «Ma davvero devo ancora sentire ancora queste cose quando si parla di contrasto alla camorra? No, grazie. Io mi sono limitata ad ammettere il bubbone camorra. A Formia abbiamo 12 famiglie (accertate) riferibili ai casalesi e altri e meno di 40mila abitanti e una presenza crescente nell’economia. Io voglio qualcuno che indaghi sul riciclaggio di denaro e le estorsioni, non le videocamere, quelle possono servire contro i vandali».

Parole come macigni. Seguite nella stessa giornata di sabato da quelle dei primi cittadini finiti in qualche modo nell’occhio del ciclone. Puntualizzazioni e indignazione, per gli interessati.

LA LEVATA DI SCUDI DEI PRIMI CITTADINI SOTTO ACCUSA

«Il loro alto senso del dovere – hanno fatto sapere in una nota congiunta – li ha portati ad essere presenti nella riunione della Commissione regionale antimafia, convocata a Roma il 21 febbraio scorso, ma qualcuno ha frainteso (volutamente?) la loro posizione sui temi in discussione, a tal punto da considerarli ‘negazionisti del fenomeno delle infiltrazioni camorristiche e mafiose’, riscontrabile nel territorio del Sud pontino. Un’accusa, un’infamia impossibile da digerire, visti i loro trascorsi personali, professionali, amministrativi e politici».

Principali protagonisti della vicenda sono i sindaci di Castelforte, Giancarlo Cardillo, di Minturno, Gerardo Stefanelli, e di Itri, Antonio Fargiorgio. Uniti nello stigmatizzare le notizie di stampa – il riferimento preciso è a quella online – che li avrebbero qualificati come «insensibili, quasi noncuranti del fenomeno, negazionisti. Tutto parte, con ogni probabilità, da una rappresentazione distorta dei fatti o dalla mancata presenza in Commissione di chi ha poi ritenuto di dover rendicontare i propri lettori con una versione distante dall’accaduto».

IL SINDACO DI ITRI: «MIE PAROLE FRAINTESE»

Particolarmente critico il sindaco di Itri: «Spiace che siano state fraintese, mi auguro non volutamente, le parole che ho proferito nel corso dell’audizione», le parole di Fargiorgio.

«Ho semplicemente detto che, dai dati di cui sono messo costantemente al corrente dal locale Comando carabinieri, non emergono fenomeni di infiltrazione riguardanti le attività economiche; ho aggiunto che Itri non è stata, al momento, teatro di reati tipici della delittuosità legata alla criminalità organizzata, ma piuttosto vittima, secondo un certo ciclico ripetersi, di reati predatori. Ho segnalato, tuttavia, il fenomeno delle ‘seconde case’ che, specie nella campagna circostante l’abitato, possono aver dato sistemazione ad alcuni personaggi non proprio ‘ortodossi’. Quando ho volto lo sguardo al comprensorio ho sottolineato come le infiltrazioni abbiano avuto modo di veicolarsi nel territorio del Sud pontino, anche grazie al fenomeno delle aste e delle vendite giudiziarie, con flussi di denaro apparentemente leciti, che hanno consentito di invadere e conquistare il nostro territorio. Ho sottolineato, quindi, la necessità di avere un valido presidio giudiziario, altrimenti la lotta al fenomeno delle infiltrazioni non avrebbe senso. Aumento delle forze dell’ordine ma anche sostegno ad un nuovo presidio giudiziario. La richiesta di aiuto economico per l’Ufficio del Giudice di Pace di Gaeta si pone in questa direzione, posto che dal 2021 esso avrà anche competenze in materia di esecuzione mobiliare, dove forti potrebbero essere le criticità in danno degli utenti/debitori».

IL SINDACO DI CASTELFORTE: «AMAREGGIATO»

Non è stato da meno il sindaco di Castelforte, che si è mostrato molto amareggiato «dal momento che quanto gli viene ascritto in realtà contrasta con la sua storia, personale e politica».

«Ho chiaramente detto in Commissione – ha detto Giancarlo Cardillo – come questi fenomeni di infiltrazione abbiano origine dall’inizio degli anni ‘90 e come il territorio del mio Comune, posto a ridosso del confine campano, sia stato comunque esposto alle note problematicità. Ho sottolineato il grande contributo dato dalle forze dell’ordine ed auspicato che i contingenti vengano implementati proprio per costituire una valida opposizione al fenomeno. Ho aggiunto che, come Comune, ho avviato una serie di iniziative di contrasto alla malavita e di difesa della legalità, che vanno dalla videosorveglianza sino ad una costante opera di sensibilizzazione della popolazione su temi così scottanti. Ho ricordato che, proprio sotto l’egida dell’Osservatorio, ho patrocinato spettacoli di alto impatto sociale (Donne e Mafia), così come l’11 gennaio scorso si è tenuta la cerimonia di intitolazione di una piazza a Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Rocco Chinnici, veri e propri eroi civili, alla presenza dell’onorevole Caterina Chinnici, deputato al Parlamento Europeo e figlia di Rocco, ideatore del Pool antimafia. Erano presenti nell’occasione anche il prefetto di Latina, dottoressa Trio, ed il responsabile dell’Osservatorio, dottor Cioffredi. Nel corso del mio intervento, ho chiesto che i Sindaci siano messi in grado di poter fare il loro dovere, implementando mezzi, strumenti e personale, per far sì che il contrasto al fenomeno delle infiltrazioni sia davvero fattivo ed operativo».

IL SINDACO DI MINTURNO: «CONSAPEVOLI DELL’ESISTENZA DI INFLUENZE»

Il sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli, per il quale era presente in Commissione il delegato Gennaro Orlandi, ha voluto a sua volta segnalare, attraverso il suo rappresentante, «il fenomeno dello spaccio di stupefacenti, la posizione geografica del comprensorio minturnese, di frequente vittima di arrivi indesiderati, la stipula di due patti per la sicurezza con la Prefettura di Latina».

«In audizione, presso la Regione, è stato ribadito – ha aggiunto Stefanelli – che i recenti fatti di sangue, accaduti nel nostro territorio, non sono riconducibili alla criminalità organizzata (così come riferiscono le Forze dell’ordine). Pur non rilevando pressioni o tentativi di interferenze nell’esercizio delle nostre funzioni di governo del territorio siamo consapevoli della esistenza di influenze che vengono da territori di confine. Ciononostante – ha continuato – ad oggi non abbiamo segnalazioni inerenti fenomeni estorsivi o di racket verso le attività economiche del territorio. Una forte preoccupazione è stata inoltre espressa per la presenza di vere e proprie enclavi dedite allo spaccio di stupefacenti».

IL SINDACO DI FONDI: «QUADRO MOLTO CHIARO, C’E’ SOLO BISOGNO DI AGIRE»

In attesa, magari, di una posizione ufficiale da Gaeta, non ha fatto mancare il proprio intervento il sindaco di Fondi. In merito all’assenza sua e di suoi incaricati, evidenzia una volta sentito da h24notizie, nessun mistero né boicottaggio: “Avevo già comunicato formalmente al presidente della Commissione Rodolfo Lena di non poter partecipare perché impegnato in un altro appuntamento istituzionale, insieme al consigliere Regionale Simeone, con l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, e che ci saremmo riservati di partecipare alla seconda riunione che, mi ha anticipato, si sarebbe tenuta. Mi risulta che il Presidente Lena ad inizio lavori ne abbia dato conto ai presenti. Ho preferito non delegare nessuno perché credo che un tema importante come questo debba vedere la mia partecipazione per poter dare un mio contributo di idee in merito”.

La posizione dell’amministrazione fondana sulle infiltrazioni della criminalità organizzata?Credo che le nostre posizioni siano state ben chiarite da tempo. Quando abbiamo chiesto e preteso che ci fossero più uomini delle forze di polizia. Quando abbiamo sostenuto economicamente il potenziamento strutturale delle caserme. Quando abbiamo chiesto che la sede del Commissariato o di qualsiasi altra forza di polizia venga trasferita all’interno del Centro agroalimentare (il Mof, ndr). Quando abbiamo deciso di sostenere i costi per il mantenimento dell’ufficio del Giudice di pace di Fondi. Quando abbiamo chiesto più volte che si facesse chiarezza su quelle situazioni molto spesso travisate. A leggere le varie relazioni io vedo sempre e comunque la cronistoria di una serie di fatti che si ripresentano da decenni, con le stesse persone; una fotografia di attività ormai acclarate, alle quali noi abbiamo ovviamente chiesto di dare una riposta in termini concreti. Gli operatori del Mof sono i primi che chiedono a gran voce una presenza forte delle Istituzioni preposte a loro fianco. Ogni volta che vengono presentate le varie relazioni i nostri territori ritornano al centro dell’attenzione mediatica, sembra che ci siano cose nuove, ma a me sembra che ci si riferisca a fatti già noti. Il Comune di Fondi non si è mai tirato indietro rispetto a determinate problematiche e condivide tra l’altro le cose che sono state osservate dagli altri sindaci, ivi compresa la richiesta di una sezione DIA sul territorio. Anche se ritengo che quel tipo di investigazioni non ha bisogno di essere fisicamente presente in un determinato territorio . La competenza dei sindaci è limitatissima: non siamo certamente autorità investigativa. Amministrare un territorio è difficilissimo, ma nell’ambito delle nostre competenze abbiamo sempre e comunque dato la massima disponibilità. Tutte le informazioni di cui siamo in possesso vengono trasferite quotidianamente alle varie forze di polizia, quindi mi sento veramente sereno, anche in vista in un confronto che, mi auguro, il presidente Lena voglia programmare prossimamente per trattare le varie questioni. Credo – ribadisce il primo cittadino – che il quadro della situazione sia molto chiaro: c’è bisogno soltanto di agire concretamente.

25 febbraio 2019

fonte:https://www.h24notizie.com