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Non ci sarà mai crescita del Paese se prima non lo avremo liberato dalle mafie. Lo ha detto anche Emma Marcegaglia durante l’assemblea annuale di Confindustria pontina

NON CI SARA’ MAI CRESCITA DEL PAESE SE NON LO LIBEREREMO DALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

Sono anni che lo stiamo dicendo: non ci sarà mai crescita del Paese se prima non lo avremo liberato da questo cancro – le mafie – che lo sta infettando e distruggendo.

La nostra è, quindi, un’azione finalizzata appunto a determinare la crescita dei nostri territori.

E chi non lo capisce, non fa niente, non assume un ruolo attivo nella lotta alle mafie, non vuole la crescita.

Lo ha detto chiaramente anche Emma Marcegaglia ieri –15 luglio del 2010 – durante l’assemblea annuale dell’Associazione Industriali di Latina svoltasi nell’Abbazia di Priverno.

Parole chiare, quelle della Presidente nazionale di Confindustria, la quale ha detto testualmente, all’inizio del suo intervento:

“ La premessa per la crescita è la lotta alle mafie ed ad ogni forma di collusione con esse”.

Non a caso Confindustria nazionale ha proprio la lotta alle mafie come primo punto del suo programma.

Una posizione coraggiosa che noi apprezziamo tantissimo, anche se, poi, purtroppo, , in periferia, non tutte le strutture dell’Associazione Industriali mostrano altrettanto coraggio.

Come a Latina, ma non solo, dove i suoi dirigenti parlano ancora di… ” pericoli di infiltrazioni!… ”, sposando le tesi dei minimalisti, non solo smentendo implicitamente la loro Presidente nazionale – che non a caso proprio a Priverno ha parlato di queste cose -, ma non facendo, quindi, nulla sul piano pratico contro l’invasione mafiosa.

Denunciando -e collaborando con Magistratura e forze dell’ordine- i tanti casi “sospetti” di cui i soci di Confindustrria vengono a conoscenza (e non dicano che non ne sanno nulla, perché spesso essi sono le prime vittime dell’invasione mafiosa dei nostri territori… ).

La stessa posizione, purtroppo, dei sindacati dei lavoratori, in particolare CISL ed UIL, esclusi ovviamente quelli di Polizia, dai cui dirigenti mai è venuta una parola di condanna nei confronti delle mafie! O una denuncia.

Non parliamo degli esponenti politici, alcuni dei quali con i mafiosi ci banchettano e ci fanno affari, come leggiamo un giorno sì e l’altro pure.

Appare chiara, di conseguenza, la posizione contraddittoria di quanti, da una parte parlano di necessità di far crescere il Paese – ed il Lazio, nel caso nostro -, ma, dall’altra non fanno alcunché o addirittura colludono con le mafie.

Con le “mafie”, perché mafiosi sono non solo quelli riconosciuti come tali, ma anche, e soprattutto, quelli che li aiutano e ne traggono benefici.

E, indirettamente, anche coloro che restano inerti di fronte a questo mostro.