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Non ci riteniamo i… ”migliori”, ma… Dobbiamo solamente metterci d’accordo su cosa si intende “fare antimafia”. Le dichiarazioni di Carmine Schiavone ci hanno messo tutti di fronte ad una realtà tragica. Ampi settori vitali dello Stato sono occupati o corrotti dalle mafie. Se “fare antimafia” qualcuno l’intende per fare bla bla, per farsi carriere politiche o per interessi personali, non siamo d’accordo. Per noi dell’Associazione Caponnetto, anche considerata la drammaticità della situazione che vede ampi settori delle forze dell’ordine inadeguati o impreparati, significa fare INCHIESTE E DENUNCE. Il resto non serve. Per chi è d’accordo siamo pronti anche da subito per l’unità di azione. Ma niente strumentalizzazioni per fini politici o personali.

NON SI TRATTA DI RITENERSI ” MIGLIORI ” O “PEGGIORI” DEGLI ALTRI. SI TRATTA, INVECE, DI METTERSI D’ACCORSO SU COSA SI INTENDE PER “FARE ANTIMAFIA” ED AGIRE DI CONSEGUENZA.
SI TRATTA DI VEDERE SE SEI D’ACCORDO O MENO A SCENDERE IN TRINCEA PER COMBATTERE CONTRO UN NEMICO INTELLIGENTE, POTENTE, CHE CONDIZIONA CON I SUOI SOLDI ED I SUOI VOTI LA VITA POLITICA ED ISTITUZIONALE DEL TUO TERRITORIO E DEL PAESE PERCHE’, SE NON SEI D’ACCORDO, E CONTINUI A PENSARE CHE LA LOTTA ALLE MAFIE SI PUO’ FARE SOLO CON LE CHIACCHIERE, LE COMMEMORAZIONI, LE SFILATE, IL RACCONTO DI COSE PASSATE, IL PALCOSCENICO O PENSANDO AI VOTI ED AI QUATTRINI, DEDICATI AD ALTRE COSE. NON SERVI.
Il discorso è tutto qua.
Le drammatiche dichiarazioni di Carmine Schiavone hanno messo in evidenza un sistema di corruzione che coinvolge importanti e delicatissimi settori dello Stato che, anzicché lavorare per il bene del Paese, remano in senso contrario.
Oggi, quando si parla di mafie, bisogna tenere conto che queste non sono rappresentate da Riina, Provenzano, Setola, Sandokan, che sono solamente gli esecutori di ordini che provengano dall’alto, ma da uomini e donne che occupano posti importanti nella vita pubblica e sociale e che dispongono di un potere immenso, di natura economica, politica, istituzionale e non solo.
Uomini e donne che decidono le sorti della tua città, della tua provincia, della tua regione, del Paese.
Uomini e donne che, se tu ti limiti a parlare di Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e del passato -con tutto il rispetto e la gratitudine che tutti dobbiamo alla loro memoria -o, in genere, di “cultura della legalità”, non sentono nemmeno il solletico e ti ridono in faccia, continuando ad occupare quei pochi spazi rimasti ancora liberi nella vita economica, sociale, politica ed istituzionale.
Quando c’è in giro qualcuno che, o per ignoranza o perché animato da altri interessi di carriera, di soldi, politici ecc. , ti dice “non spetta alle associazioni fare indagini e denunce”, vuol dire che è disinformato o in malafede.
Schiavone l’ha detto chiaramente e lo sta ripetendo da anni:
“pagavamo 500 milioni di lire al mese” per la corruzione di ampi settori dello Stato, i quali, di conseguenza, non vedevano, non sentivano, non parlavano.
Molti suoi atti sono stati segretati, evidentemente per la gravità delle accuse che egli ha fatto ad apparati e soggetti infedeli dello Stato.
In molti territori è mancata e manca un’azione investigativa e giudiziaria efficace, risolutiva contro le mafie soprattutto politiche ed economiche.
Per ignoranza, incapacità, collusioni con le mafie rappresentate spesso dal potere politico locale, non interessa.
Tale fatto, anche se molti si ostinano a negarlo, ha portato le mafie a CONTROLLARE IL TERRITORIO.
Sì, a controllare il territorio, spavalde, arroganti, certe di impunità.
Un Magistrato antimafia di frontiera tempo fa ci ha posto una domanda provocatoria ma intelligente:
“Quanti mafiosi avete fatto arrestare?”. –
Noi non ci vergogniamo -anzi ne andiamo orgogliosi in quanto questo ci rende, considerati anche i tanti sacrifici pure economici personali, pericoli e quant’altro che sopportiamo, preziosi e stimati negli ambienti sani- di dire che ci vediamo costretti, a causa dell’assenza dello Stato, a svolgere un’azione sostitutiva di indagine, di ricerca, di DENUNCIA, nomi e cognomi, stando, peraltro, attenti a CHI, poi, consegniamo il materiale raccolto.
Sempre al “centro” ovviamente.
Ciò ci costringe ad uno studio attento e quasi giornaliero dei comportamenti individuali, degli equilibri interni a certi settori importanti dello Stato, dei cambiamenti, ad evitare che le nostre inchieste vadano a finire in mani improprie.
Un lavoro costante, delicato, pericoloso che non molti sono disposti a fare e sanno fare.
Tutto ciò ci induce a diffidare, pur nel rispetto delle scelte individuali politiche di ognuno, di tutto ciò che riguardi la “politica” in quanto è proprio in questa che si annidano i mafiosi più insidiosi e chi non capisce che l’impegno antimafia deve
essere prioritario e non marginale o, peggio, strumentale, come spesso avviene, vuol dire che o non conosce le realtà o è in malafede.
Spesso siamo stati accusati di avere rapporti privilegiati con questo o quello e questo ci fa arrabbiare perché si travisa la realtà.
Siamo stati accusati, di volta in volta, di essere d’accordo prima con il PD, poi, con l’IDV, ora con il M5S.
Noi non siamo d’accordo con NESSUNO perché, oltretutto, TUTTI finora hanno tentato di strumentalizzarci e ci hanno combattuto quando si sono resi conto che noi tiriamo dritti come un treno e non ci pieghiamo agli interessi di NESSUNO.
A cominciare da quel PD di Marrazzo e di Zingaretti che nel Lazio ci ha combattuto e ci combatte con ferocia.
Ci siamo incontrati recentemente – è vero- con il gruppo parlamentare del M5S per chiedere alcuni interventi parlamentari, interrogazioni, mozioni, proposte di legge, a favore di Testimoni di Giustizia e per migliorare la legislazione antimafia.
Lo abbiamo fatto -e non ce ne pentiamo- perché è stato l’UNICO gruppo parlamentare che si è mostrato disponibile a confrontarsi con noi ed a soddisfare le nostre richieste.
TUTTI gli altri, dal PDL, al PD, a SEL e così via, ai quali avevamo chiesto lo stesso incontro, non ci hanno nemmeno risposto.
SI DOVREBBERO VERGOGNARE; ALTRO CHE ACCUSARCI!!!
SI VERGOGNINO E TACCIANO!!!