Cerca

Nicola Schiavone: l’imprenditore Bimbo riferimento del clan per l’edilizia

Nicola Schiavone: l’imprenditore Bimbo riferimento del clan per l’edilizia

Le accuse del figlio di Sandokan inserite nell’inchiesta fiorentina sulla holding dei fratelli Diana. La Dda: ha avuto rapporti telefonici e d’affari con Antonio Esposito

Di Giuseppe Tallino -3 Febbraio 2021

CASAL DI PRINCIPE – Sicari ed estorsori sono il passato. La frangia militare dei Casalesi non c’è più. Il merito va ad inquirenti e investigatori che a colpi di arresti e condanne l’hanno demolita. Lo Stato ha fatto il suo. Ma se non è risorta con forza è anche perché chi muove le fila del clan ha capito che quel modo di fare mafia era diventato improduttivo. Un gioco a perdere, con troppi rischi e tante spese. Adesso chi mette bombe ai negozi, chi spara, chi minaccia fa parte di gang criminali importate dall’estero (e in alcuni casi dall’area di Napoli Nord).

Colletti bianchi

Ora l’energia dell’organizzazione messa in piedi da Francesco Sandokan Schiavone (con tutte le sue derivazioni annesse) è tutta concentrata sul mondo degli affari. Se fino al primo decennio del Duemila i Casalesi che contavano avevano i canoni tipici (proiettati al ribasso) del Giuseppe Setola di turno, adesso sono di tutt’altra pasta: imprenditori dal volto pulito, professionisti, spesso laureati, con l’unica pecca, a volte, di avere qualche parentela scomoda. Ma a chi le scopre si può sempre dire che quelle non si scelgono.

Tagliando corto, sono i colletti bianchi i nuovi soldati del clan. Ed è su queste figure che ha puntato i riflettori l’Antimafia. Numerose le indagini in corso che hanno l’obiettivo di identificarli e tracciare i loro business.

Pentiti ‘eccellenti’

Ad alimentare questo tipo di attività investigativa sono state i recenti pentimenti. Non poche le figure ‘eccellenti’ del clan che negli ultimi anni hanno deciso di collaborare con la giustizia. Tra queste spicca Nicola Schiavone, primogenito di Sandokan, guida dell’organizzazione dal 2006 fino al giorno del suo arresto (datato giugno 2010).

Le accuse di Schiavone

Il boss redento ha indicato diversi uomini d’affare che avrebbero tutelato gli interessi della cosca. L’8 gennaio del 2019 ha tirato in ballo Gherardo Bimbo, costruttore di Casal di Principe. Parlandone con i magistrati della Dda di Napoli lo ha inserito nel clan “quale imprenditore di riferimento nel settore degli appalti e dell’edilizia”.

La rete di Esposito

La figura di Bimbo è stata inserita pure nella recente inchiesta della Dda di Firenze che ha smantellato l’ipotizzata holding di Antonio Esposito e dei fratelli Raffaele e Giuseppe Diana. Il loro gruppo di imprese, tra il 2016 e 2018, avrebbe avuto una duplice funzione: da un lato serviva a prendere appalti in Toscana e in Emilia Romagna, dall’altro, grazie ad una rete di prestanome, dice la procura fiorentina, era riuscita ad attivare un sistema di fatturazioni false. Tutto per agevolare il clan dei Casalesi garantendogli liquidità. Il gip Federico Zampoli che ha esaminato gli atti relativi a questa ipotizzata holding, ha sottolineato che Esposito (ora cautelarmente in cella per associazione a delinquere) intratteneva “rapporti telefonici oltre che di affari” proprio con Bimbo. Agli inquirenti il compito di approfondire questa relazione e verificare quanto detto da Schiavone.

Ad ogni modo Gherardo Bimbo non è coinvolto nell’inchiesta toscana (né ufficialmente in altre per quanto ci risulta) ed è innocente fino a prova contraria.


Fonte:https://cronachedi.it/nicola-schiavone-limprenditore-bimbo-riferimento-del-clan-per-ledilizia/