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Nicola Cosentino torna libero dopo 4 anni Condannato a 25 anni in quattro processi ‘Ex sottosegretario referente dei Casalesi’

Il Fatto Quotidiano, 3 febbraio 2018

Nicola Cosentino torna libero dopo 4 anni Condannato a 25 anni in quattro processi ‘Ex sottosegretario referente dei Casalesi’

La decisione è stata presa dalla sesta sezione della Corte d’Appello di Napoli, su richiesta degli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro. Resta a carico dell’ex numero due del ministero dell’Economia del governo Berlusconi l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria

di F. Q.

Nicola Cosentino torna in libertà. L’ex sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi nonché coordinatore regionale campano di Forza Italia, originario di Casal di Principe (Caserta), ha trascorso gli ultimi quattro anni in regime di carcerazione preventiva e ai domiciliari. La decisione è stata presa dalla sesta sezione della Corte d’Appello di Napoli, su richiesta degli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro. Resta a carico dell’ex sottosegretario l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Cosentino è stato condannato in quattro differenti processi. Nel più importante di questi gli è stata inflitta una pena di nove anni per il reato di concorso esterno in associazione camorristica, confermando l’ipotesi della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che riteneva Cosentino il referente politico nazionale del clan dei Casalesi.

Oltre alla condanna per concorso esterno, subita a novembre 2016 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo cosiddetto Eco4, relativo al controllo politico-camorristico del Consorzio di comuni che si occupava di rifiuti, Cosentino è stato condannato nello stesso anno, a giugno, a 4 anni di carcere dal tribunale di Napoli Nord, per la corruzione di un agente del carcere di Secondigliano (Napoli); condanna confermata in appello. In questo ultimo procedimento sono stati condannati anche la moglie di Cosentino e il fratello della donna.

Due le condanne subite invece nel 2017, entrambe al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: a marzo è stato condannato a sette anni sei mesi nell’ambito del processo cosiddetto Carburanti, relativo all’azienda della famiglia Cosentino, l’Aversana Petroli, che è stata confiscata; nel processo sono stati condannati anche i fratelli di Cosentino, Giovanni e Antonio. Ad aprile dello stesso anno, è arrivata un’altra condanna a 5 anni nel processo noto come “Il Principe e la scheda Ballerina“, in cui era imputato per tentativo di reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa in relazione al finanziamento da cinque milioni di euro per la costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe, denominato “Il Principe“, voluto secondo l’accusa dal clan dei Casalesi, ma mai realizzato.

L’ex politico entrò in carcere la prima volta il 15 marzo 2013, quando si insediò il Parlamento e lui perse l’immunità; contro di lui pendevano due ordinanze di carcerazione. Dopo pochi mesi ottenne i domiciliari e tornò libero nel novembre dello stesso anno. Tornò così a fare politica, ma ben presto, nel marzo 2014, fu arrestato con i fratelli per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell’ambito dell’indagine sull’Aversana Petroli. Da allora è rimasto in carcere per oltre due anni per poi andare ai domiciliari, prima in Molise, a Sesto Campano, quindi nella sua abitazione di Caserta.

Prendiamo atto con soddisfazione di questa decisione che fa giustizia di una situazione forse unica – esulta il legale Agostino De Caro – da nessuna parte un imputato non ancora condannato definitivamente ha trascorso oltre quattro anni di fila tra carcere e domiciliari”. “La decisione sul titolo cautelare – prosegue l’avvocato – arriva forse un po’ tardi, quattro anni sono tanti, ma meglio tardi che mai. Resta la circostanza che Cosentino ha affrontato la privazione della libertà con grande signorilità e correttezza, senza mai lamentarsi, fornendo un comportamento processuale sempre rispettoso delle parti. Ora continueremo a difenderci nei vari processi d’Appello che ci attendono (Eco4, Carburanti e il processo noto come “Il Principe”, ndr).