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Nessuno parla di carceri e intanto tolgono l’abuso d’ufficio

Alessandra Rossi 21 Giugno 2023

Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una nazione” (Voltaire). Questo sarebbe stato un titolo che avremmo desiderato trovare nella prova scritta del nostro esame di maturità. Ne approfittiamo per augurare un grande in bocca ai 33mila studenti italiani che oggi sono alle prese con la prova scritta di italiano. Già allora, pur apprezzando la soavità del “Dolce Stil Novo”, avremmo preferito esercitare una penna più graffiante, capace di denunciare le ingiustizie socio-politiche, una penna capace si sottolineare quanto sia appropriata la corrispondenza tra il grado di civiltà e una buona organizzazione carceraria.
Ci presentiamo: siamo un gruppo di attivisti antimafia operanti nel Veneto.
Ciò che oggi ci ha spinto a scrivere è stato un articolo pubblicato su “La Tribuna” il 18/06/2023 intitolata “Penitenziaria senza agenti a Treviso e con Nordio da sorvegliare”.
Generalmente di carcere si tende a non parlarne, né in sede scolastica, né tantomeno in sede istituzionale.
Infatti, a giudicare la situazione carceraria in Italia, viene da pensare che la frase di Voltaire non l’abbia letta nessuno.
Nella civilissima Italia il suicidio in carcere è la principale causa di morte. Un suicidio e mezzo a settimana. Non se ne parla. Atti di autolesionismo, evasioni, rivolte, aggressioni agli agenti. Non se ne parla. Metà dei detenuti rientra in carcere entro i successivi 10 anni (relazione Antigone 2022). Non se ne parla.
Poliziotti che torturano i detenuti, se ne parla a sproposito, infatti “Fratelli D’Italia” ha pensato bene di risolvere la cosa togliendo di mezzo il reato, abolendo perciò il reato di abuso.
Il Santa Bona di Treviso non fa eccezione: girone dantesco per detenuti e personale penitenziario. Turni di lavoro pesantissimi e zero tutela. Tanto per fare un esempio: il turno di notte prevede l’organico di cinque agenti per 200 detenuti, quando il minimo sindacale dovrebbe essere di almeno il doppio. Masticano amaro gli agenti: promesse tante, fatti niente. (
Giuseppe Cino del SAPPE: sindacato penitenziario).
Ma ciò che maggiormente ha indignato noi cittadini, è stato constatare che il Ministro della Giustizia 
Carlo Nordio, residente a Treviso, a tutta risposta dei continui appelli, abbia pensato bene di sottrarre addirittura dieci persone ogni santo giorno per tutelare la propria persona a fronte di un allarmante sottodimensionamento di organico.

In un ipotetico tema di maturità sulla situazione della Giustizia Italiana, in riferimento alle galere, ci aspetteremmo di spiegare quali sono le ragioni che hanno portato a questa allarmante situazione di violenza a doppio binario, sia di detenuti contro i poliziotti, che di poliziotti contro i detenuti.
Faremmo senz’altro riferimento al nuovo libro del consigliere togato del Csm Sebastiano Ardita “Al di sopra della legge. Come la mafia comanda dal carceredove si descrive il fallimento della politica penitenziaria: gli agenti sono usciti dalle sezioni, le quali rimangono completamente aperte, ingovernabili, sotto il controllo esclusivo dei detenuti, in una demenziale condizione di auto gestione e nell’assenza di controllo da parte dello Stato.
Un vuoto che le gerarchie criminali avrebbero presto riempito: le mafie hanno preso il comando degli istituti penitenziari. Dalle celle emettono ordini di morte, di estorsione, gestiscono la vita del clan e degli altri detenuti. È questa la tragica realtà.
Questo vuoto ha consentito ai boss di esercitare un doppio controllo, da una parte all’interno delle carceri garantendo una piramide criminale a discapito dei detenuti fragili e dall’altra all’esterno, emettendo ordini di esecuzione nei confronti di magistrati scomodi.
Ecco perché siamo allibiti nel constatare che il regime del 41bis stia subendo un pericoloso allentamento. Senza il 41bis i boss mafiosi potrebbero rifiutarsi di collaborare e accedere comunque a permessi premio per tornare a comandare. Riteniamo che i provvedimenti legislativi di Marta Cartabia Carlo Nordio che mirano a svuotare il 41bis siano inquietanti.
Altrettanto preoccupante riteniamo sia la riforma Nordio che vede l’abrogazione dell’abuso d’ufficio in quanto rischia di tutelare i mafiosi della Pubblica Amministrazione, i colletti bianchi collusi, favorendo reati di corruzione a danno dei cittadini onesti. Si rischia il trionfo dell’Ingiustizia italiana, con le celle stipate da poveracci, mentre politici, imprenditori, mafiosi in giacca e cravatta continuerebbero a godere di impunità.
D’altronde cosa c’è da aspettarsi da governanti che hanno beatificato Berlusconi, un uomo che non solo non ha servito lo Stato, ma anzi si è servito dello Stato per i suoi interessi?
Vorremmo concludere facendo un appello a Nordio che la maturità classica lui l’ebbe conseguita 58 anni fa. Auspichiamo che l’Istituzione penitenziaria, che ogni giorno svolge delicati compiti istituzionali, venga guidata da una persona che si senta compenetrato nella funzione di capo del Corpo di Polizia Penitenziaria, i burocrati non servono. Il sistema penitenziario è in profonda sofferenza e il tema ormai è strutturale. A pagarne il prezzo sono le persone detenute, così come spesso il personale penitenziario, che meriterebbero dalle istituzioni più ascolto e maggior dignità.
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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/di-la-tua/239-parla/96080-nessuno-parla-di-carceri-e-intanto-tolgono-l-abuso-d-ufficio.html