16 febbraio 2008
SCONCERTO A FROSINONE DOPO LE DICHIARAZIONI DEL PREFETTO E DEL COMANDANTE PROVINCIALE DEI CARABINIERI E DEL QUESTORE CHE, IN SOSTANZA, SMENTISCONO QUELLE DEI PROCURATORI ANTIMAFIA DE FICCHY ED ARDITURO SULLA ATTIVITA’ MAFIOSE IN CIOCIARIA
Non possiamo più accettarlo e lo gridiamo forte.
Appena si sarà normalizzata la situazione politica nazionale, porteremo la “questione Frosinone” in Parlamento perché non siamo per niente soddisfatti del comportamento di taluni vertici istituzionali locali.
Lo abbiamo detto a chiare note dal video di un’emittente televisiva ieri sera e lo ripetiamo. Per la provincia di Fosinone bisogna aprire con il futuro Governo nazionale una vera e propria “vertenza sicurezza” perché non è più possibile assistere al pietoso scenario di vertici istituzionali locali che dicono cose completamente diverse da quelle dette da qualificati, competenti vertici istituzionali nazionali e distrettuali. I cittadini non ci capiscono più niente e la sfiducia nelle istituzioni dilaga sempre più. Non si deve abbassare il livello di attenzione e di guardia da parte dell’intera collettività, che, al contrario, deve essere tutta coinvolta, con un’informazione corretta e completa, nell’azione di contrasto delle mafie dilaganti sempre più sul nostro territorio.
Il Prefetto di Frosinone NON è “l’unica autorità preposta e competente per quanto riguarda l’argomento”, come è stato scritto da qualche quotidiano a proposito della lotta contro le mafie.
Il Prefetto non ha compiti investigativi e non può interferire-ne, tanto meno può essere informato nei dettagli-
nel lavoro dell’UNICA -questa sì- autorità preposta e competente per legge ad investigare sui reati associativi di stampo mafioso: la DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA, la quale opera, sì, con il supporto anche delle forze dell’ordine locali, ma anche autonomamente tramite la DIA. Punto.
Quale interpretazione, a questo punto, si può dare alle dichiarazioni, pubblicate dai giornali, fatte dal Prefetto, dal Questore e dal Colonnello Comandante provinciale dei Carabinieri di Frosinone? Ognuno dia la risposta che vuole.
Tali dichiarazioni-escluse quelle del Questore che addirittura le ha rilasciate a dicembre 2007 a “Ciociaria Oggi”- smentiscono in sostanza quelle del S. Procuratore Nazionale Antimafia Dr. Luigi De Ficchy rilasciate qualche giorno prima -oltre a quelle analoghe dell’ottobre scorso del S. Procuratore della DDA di Napoli Dr. Antonello Ardituro- che ha disegnato un quadro non certo idilliaco della Ciociaria e del Basso Lazio, per quanto attiene alla presenza ed alle attività, ormai consolidate da decenni, delle mafie sul nostro territorio.
A dire il vero, anche a Roma e Latina si verificava la stessa situazione fino al giorno in cui sono arrivati i nuovi Prefetti -Mosca a Roma e Frattasi a Latina-. Infatti, mentre i Magistrati della DNA, delle DDA di Roma e Napoli, il Presidente della Corte di Appello di Roma, la DIA, le varie Commissioni Parlamentari Antimafia, lo stesso Ministero degli Interni, stanno denunciando con forza da anni il radicamento – ripetiamo, RADICAMENTO – delle mafie, straniere ed italiane, esterne ed endogene, nella Capitale e nel resto del Lazio, i vecchi Prefetti erano di tutt’altro avviso. E lo dicevano pubblicamente facendo apparire un quadro non certo piacevole per il prestigio del Paese. Istituzioni contro altre Istituzioni. Un Paese spaccato, che parla due lingue completamente diverse, che marcia in più direzioni. Oggi, grazie a Dio, a Roma ed a Latina le cose sono cambiate e, per quanto riguarda il capoluogo pontino, il cambiamento è ancora più visibile dopo l’assunzione del ruolo di Comandante Provinciale dei Carabinieri di un Ufficiale capace ed onesto qual’è il Colonnello Leonardo Rotondi.
A Frosinone, purtroppo, come si vede, la situazione è diversa.
Allora, è necessario che, a questo punto, ognuno si cominci ad assumere le proprie responsabilità, a cominciare dai partiti politici, -alludiamo in particolare a quelli di sinistra o di centro-sinistra che dir si voglia-, nel valutare questa delicata situazione e nel correre ai ripari, dopo colpevoli silenzi durati anni, con la determinazione maggiore possibile.
Qualche amico ci ricordava alcuni giorni fa, proprio durante una riunione a Frosinone, che il Frusinate è stata la seconda patria di Licio Gelli e di tutto l’andreottismo.
Un dato che va tenuto sempre presente.
Noi non siamo un’Associazione che si limita a fare la sociologia e la storia della mafie. Noi affondiamo, al contrario, le mani sul territorio, seguiamo i fatti, ci informiamo costantemente, invitiamo sempre le persone, i cittadini onesti che hanno paura di esporsi, a segnalarci insediamenti ed investimenti “sospetti” in modo da consentirci di svolgere un ruolo di “filtro” rispetto alle Istituzioni COMPETENTI.
Conosciamo, quindi, la realtà, anche se non nei dettagli, perché il nostro ruolo non è quello di investigatori. Questo lavoro debbono farlo le forze dell’ordine e la magistratura. E, qui, arriviamo alle dolenti note. DNA, DDA, DIA, SCO, GICO, ROS, ma anche alcuni comandi e presidi di polizia e giudiziari locali, fanno un lavoro eccellente. Ed a loro vanno la nostra riconoscenza e vicinanza.
Ma è dappertutto così? Nel Lazio è così dappertutto?
A Frosinone le mafie ci sono e da decenni. Perché non si rileggono con attenzione le dichiarazioni rilasciate da qualche pentito di camorra nell’ambito del processo Spartacus sulle presenze ed attività mafiose nella zona soprattutto del cassinate e nel sud pontino?
Si è indagato a fondo nelle vicende collegate all’attività di Equitalia di Frosinone? Cosa è stata accertato?
E perché la Questura di Frosinone ha impegnato nelle indagini contro la criminalità organizzata SOLAMENTE
3 (ripetiamo, tre) persone, sottraendone varie altre all’Anticrimine per fare i centralinisti?
QUANTE indagini sui PATRIMONI sospetti investiti in attività edilizie, in alberghi, in autosaloni, nelle finanziarie, nelle banche, nel commercio, nelle compravendite immobiliari ecc. ecc. , sono state fatte in provincia di Frosinone e, in particolare, nel capoluogo, a Cassino, Sora, Fiuggi, Ceccano e così via?
Gradiremmo conoscere, a questo punto, i NUMERI delle indagini patrimoniali e il relativo AMMONTARE dei capitali individuati ed eventualmente sequestrati. NUMERO ED AMMONTARE, non risposte generiche.
E questo vogliamo saperlo singolarmente da ogni Corpo di Polizia, a cominciare dalla Guardia di Finanza che è alla vigilia di un promettente cambio di guardia.
Il Prefetto da oggi in poi ci parli di questo e non di altro.
LA SEGRETERIA