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‘Ndrangheta Trentino: infiltrazioni nelle elezioni e pubblica amministrazione

Luca Grossi 29 Settembre 2023

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha messo in atto delle iniziative per verificare l’osservanza delle disposizioni di legge in materia elettorale dal momento che dall’inchiesta ‘Perfido’ è scaturito un altro procedimento “che vedrebbe indagati ex politici per scambio elettorale politico mafioso ex articolo 416-ter del codice penale”?
È questa l’interrogazione parlamentare a risposta scritta avanzata dalla deputata 
Stefania Ascari. L’inchiesta ‘Perfido’ ricordiamo che ha scoperchiato l’infiltrazione della ‘Ndrangheta in Trentino, nello specifico nel settore dell’estrazione e della lavorazione del Porfido. Tuttavia la politica locale non ha intenzione di intervenire, considerando anche il fatto che, come aveva ricordato il consigliere provinciale Alex Marini, Svp (Südtiroler Volkspartei) e destra trentina hanno deciso di non completare la trattazione del disegno di legge per istituire un osservatorio sulla criminalità organizzata.
In mancanza di organi di vigilanza è forte il sospetto che le mafie possano esercitare forti pressioni anche sul piano delle elezioni democratiche.
Nello specifico con sentenza del tribunale di Trento, depositata nel marzo 2023, è stato condannato in primo grado con rito abbreviato 
Denise Pietro a 8 anni per i reati previsti e puniti dagli articoli 110 e 416-bis del codice penale. Secondo l’accusa iniziale, sarebbe stato colui al quale toccava il ruolo di custodire le armi di cui si sarebbe servita l’organizzazione per intimidire maestranze e non solo.
Inoltre in una lettera inviata al giornale ‘L’Adige’ del 22 marzo 2017, l’allora sindaco 
Marco Casagranda affermò: “Ho avuto il piacere di avere i fratelli Battaglia in consiglio e ho potuto notare la voglia di spendersi per la comunità nella quale vivono”.
I fratelli Battaglia Pietro e Giuseppe, ex amministratori comunali di Lona Lases, risultano essere stati condannati in primo grado il 27 luglio 2023 dal tribunale di Trento, per il reato di associazione di tipo, mafioso rispettivamente a 9 anni e 8 mesi e a 12 anni.
Sempre secondo l’accusa la società D. & M. S.n.c. di Denise Pietro & C. iscritta al registro delle imprese di Trento nel marzo del 2000 ed avente principalmente ad oggetto l’attività di estrazione, la lavorazione, la posa in opera e la commercializzazione del porfido, vedeva tra i soci, oltre al citato 
Denise PietroMacheda PietroMacheda GiuseppeNania Annunziata e Morabito FrancescaMarco Casagranda, già sindaco di Lona Lases, e Morabito Francesca, socia di Denise Pietro, risultano tra i candidati della lista “Civica Trentina – Autonomia e Libertà”, lista che ha concorso alle elezioni provinciali del 21 ottobre 2018 a sostegno del candidato presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.

Il trait d’union tra mafia, politica e imprenditoria
“Tra gli imputati nel processo ‘Perfido’, incardinato presso il tribunale di Trento” – si legge in un’altra interrogazione parlamentare indirizzata anche al ministro della Pubblica Amministrazione – “emerge la figura di Carini Giulio indicato dal Gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, come ‘partecipe dell’associazione, imprenditore calabrese affermato in Trentino (che) si interfaccia alla pari con Macheda Innocenzio, esercita un ruolo di raccordo e collegamento con la Calabria e con le istituzioni politiche, economiche, amministrative nonché con la magistratura, mantenendo quotidianamente rapporti interpersonali al fine di raggiungere gli scopi associativi e personali’. Il soggetto costituisce “il trait d’union – caratteristico nelle strutture mafiose ed essenziale per le stesse – con l’imprenditoria, la politica e le istituzioni locali, mantenendo nel contempo un saldo collegamento con la Calabria”.
In particolare il Gip ha rilevato che “l’ascolto delle conversazioni di 
Carini Giulio documenta gli innumerevoli contatti e la sua particolare frequentazione con soggetti istituzionali, tra cui un ex prefetto di Trento, un Vicequestore di P.S., un Capitano dei Carabinieri, giudici del Tribunale di Trento, personalità della politica, un primario dell’ospedale S. Chiara ed altri”.
Da una trascrizione integrale della conversazione telefonica n. 4363 del 19 dicembre 2017, intercettata sul RIT DDA 894/2017 e depositata agli atti del processo ‘Perfido’ sarebbe provato un contatto che attesta una conoscenza e frequentazione tra 
Carini Giulio e quello che nella trascrizione viene definito “un soggetto di sesso maschile, (che) parla in dialetto italiano/calabrese, viene chiamato ‘Minella’ (Giuseppe)”.
Tuttavia, si legge, “dal testo della conversazione parrebbe invece trattarsi di un soggetto femminile e, con buona probabilità, di un funzionario pubblico”.

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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/229-ndrangheta/97443-ndrangheta-trentino-infiltrazioni-nelle-elezioni-e-pubblica-amministrazione.html