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‘Ndrangheta, Lombardo mette in guardia dalle mire del post-pandemia

Ndrangheta, Lombardo mette in guardia dalle mire del post-pandemia

L’allarme lanciato dal procuratore aggiunto della Dda dalle colonne del Fatto Quotidiano: «Sarà la più imponente operazione di doping finanziario»

1 aprile 2020

REGGIO CALABRIA “Calati junco chi passa la pandemia”, parafrasando il proverbio siciliano si può spiegare così la strategia della ‘ndrangheta, pronta però a rialzare la testa più forte di prima una volta cessata l’emergenza. A lanciare l’allarme, dalle colonne del “Il Fatto Quotidiano” oggi in edicola, è il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo. Il quotidiano diretto da Marco Travaglio ospita le riflessioni personali del magistrato, una lucida analisi del presente e soprattutto delle mosse nel prossimo futuro della più potente organizzazione criminale al mondo.
«La ‘ndrangheta – scrive Lombardo – in questa prima fase, si limiterà a osservare l’andamento dell’epidemia, evitando iniziative palesi che possano inasprire tensioni sociali che possano far deflagrare contesti territoriali instabili, in cui marginalità e sottosviluppo sono ben più risalenti rispetto alla attuale fase di emergenza epidemiologica. Verrà privilegiata una strategia conservativa, di “operosità silente”, mirata a mantenere inalterata la collocazione della struttura nel complessivo scacchiere criminale». Quando la fase dell’emergenza inizierà a cessare, però, la ‘ndrangheta si troverà a volere comprendere i nuovi scenari economici, in Italia e nel mondo: «Sarà quella la fase in cui gli analisti, incaricati dalle grandi organizzazioni criminali, saranno chiamati a individuare i settori produttivi più appetibili, in cui immettere gli enormi capitali sporchi di cui il complessivo sistema mafioso dispone». Secondo Lombardo quella sarà «la più imponente operazione di “doping finanziario”, generata da capitali mafiosi, che la storia recente ricordi». In parallelo i soldati della ‘ndrangheta vestirà i panni del “benefattore”, per rafforzare il proprio ruolo di “stabilizzatore sociale atipico” con “iniziative di sostegno a tasso zero”.
La base dell’organizzazione criminale, in parallelo, opererà al fine di rafforzare il suo ruolo di “stabilizzatore sociale atipico” nelle aree più fragili dal punto di vista economico, dando sfogo a iniziative di “sostegno a tasso zero” delle persone in difficoltà, e delle imprese in sofferenza, che andranno ben oltre i tradizionali schemi operativi legati alla elargizione di prestiti usurari. L’usura continuerà a esistere solo quale reato tipico delle manifestazioni criminali meno ramificate ed evolute. L’alta mafia, invece, adotterà strategie orientate a perseguire due obiettivi principali: il primo, di breve periodo, sarà finalizzato a garantire forme di sopravvivenza a quelle categorie che non hanno altri paracaduti finanziari (penso alle larghe fasce di economia sommersa, irregolare o priva di garanzie). Nella fase due, invece, secondo il procuratore aggiunto antimafia reggino, la ‘ndrangheta si porrà un obiettivo di medio-lungo termine: «Le grandi mafie punteranno a consolidare, in una fase di scarsissima liquidità globale, il loro ruolo di componenti indispensabili del sistema economico e finanziario mondiale». Lombardo avverte del grande pericolo, una nuova pandemia, ma questa volta di denaro sporco, il «tentativo delle grandi mafie di dare attuazione, approfittando della profonda crisi mondiale post epidemia e delle sempre striscianti condotte corruttive, al progetto mai abbandonato di creare un “sistema bancario parallelo” a quello legale, diretto a fornire liquidità non più direttamente al piccolo imprenditore, che ne ha urgente bisogno, ma al più ampio sistema finanziario che canalizza le risorse verso la grande impresa».
La ‘ndrangheta non si accontenterà più di allungare i propri tentacoli su medie e grandi imprese, ma assaporerà l’opportunità di affondare gli artigli direttamente nella gestione di servizi essenziali, nn solo rifiuti e cemento, ma anche al settore creditizio, sanitario, forniture medicali o, più in generale, beni di prima necessità.
«Sarà indispensabile – conclude Lombardo dalle colonne del
Fatto – impedire che questo accada, adottando strumenti normativi evoluti – anche mediante interventi di riforma della legislazione antimafia diretti ad attualizzare gli strumenti di contrasto di tipo sostanziale e processuale – che possano consentire la protezione dell’economia legale e agevolare non solo la fase giudiziaria in senso stretto ma anche, e soprattutto, quella di analisi pre-investigativa, fondamentale per individuare senza ritardi le tendenze evolutive dei fenomeni criminali di tipo mafioso del Terzo millennio». (f.p.)

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/